«Io, il mio migliore amico ed altri compagni di scuola. Tutti maschi.» Lancia un'occhiata alla madre, rassicurandola.

Io, che sto bevendo, scoppio a ridere e quasi mi affogo. Un branco di adolescenti, solo maschi?
Non ci crede neanche Kyle.

«Morgan.» Mio padre spalanca gli occhi e mi lancia una delle sue occhiate glaciali, anche perché sto continuando a ridere e tossire e sono sicura che la scena sia abbastanza pietosa.

«Sai, Hill, stavo per dire che quasi mi è mancato passare l'estate con voi. Ma adesso che ci penso, un mese e mezzo senza di te? Partirei seduta stante.»

«Se vuoi ho un biglietto di sola andata per andare a fare in culo.» Gli faccio anche il terzo dito, appena calmata.

Mia madre lascia cadere rumorosamente la forchetta e quando mi volto verso gli adulti, li vedo tutti basiti, che mi fissano.

«Morgan Julia Hill.» Oh oh. Il nome per intero non è mai buon segno. Mio padre mi fulmina con gli occhi. «Chiedi subito scusa.»

«Mi dispiace.» Sussurro, abbassando gli occhi. Poi stringo i denti e aggiungo: «Per non averti strozzato quella volta in aereo.»

Kyle reagisce all'istante, prendendo la sua coscia di pollo e lanciandomela contro.
«Strega.» Dice quando mi colpisce al petto.
Guardo prima la coscia di pollo, che mi ha lasciato una grossa macchia beige sulla camicetta e poi la teglia di polpette di fianco a me.

Olivia, capendo le mie intenzioni, si allunga per fermarmi, «Morgan, no! Non farlo!»

Ma io sono più veloce e con un gesto fulmineo prendo una polpetta e la lancio verso Mr. Arroganza, che prende tra la spalla ed il collo.

«Sei idiota?» Grida lui. «Dovevo andare ad una festa!»

Mi porto una mano sulla bocca, fingendomi dispiaciuta. «O no! E adesso come farai?»

Poi allontano la mano e rido di gusto, cercando di ignorare le occhiatacce degli adulti.

«Dio Santo.» Il padre di Kyle ci guarda per qualche secondo e poi sospira. «Possiamo scordarci per qualche minuto questa cosa e mangiare in pace e, dopo, potete tornare ad insultarvi per tutto il tempo che volete?»

«Come se avessi iniziato io.» Borbotta Mr. Arroganza. «Non è colpa mia se siamo a tavola con una bambina.»

Apro la bocca per replicare, ma Liv mi dà un calcio da sotto il tavolo, intimandomi di smettere.

Chiudo la bocca solo perché gli adulti sembrano abbastanza nervosi.
I miei genitori mi guardano malissimo ed I signor Anderson guardano male loro figlio.

Liv si schiarisce la voce e poi si gira verso la sua cotta, ignorandomi completamente. «Hey Kyle.»

Lui la guarda con un sopracciglio inarcato, ma presto fa un sorriso storto quando lei gli chiede: «Ti va di conoscerci meglio?»

E così, i genitori passano la cena a parlare del solito, Olivia e Kyle a flirtare ed io a pensare a modi per uccidere Mr. Arroganza.
Non posso credere che certe persone siano così cattive.
E la mia povera camicetta ne ha risentito.

Dopo due ore di noia mortale per me, i genitori ci permettono di alzarci.
Io, che sono la prima, mi allontano velocemente da tavola e me ne vado in giardino, per prendere una boccata d'aria.

Sento Liv e Kyle parlare e le loro voci sono sempre più vicine, segno che si stanno avvicinando.
Alla fine si ammutoliscono e rimaniamo tutti in silenzio, ad ascoltare le voci attutite degli adulti.

«Kyle, ce ne stiamo andando.» Fa ad un certo punto la madre di Mr. Arroganza uscendo in giardino per chiamare suo figlio, poi ritorna dentro.

Cerco di non esultare ad alta voce. É musica per le mie orecchie: Mr. Arroganza che se ne ritorna a casa sua, a qualche chilometro lontano da me. Preferirei continente, ma va bene anche così.

«Beh.» Kyle ci sorride. «Direi che è stato un piacere Morgan, ma non è così. Ci si vede in giro.»

«Aspetta!» Con un gesto fulmineo Olivia gli prende il braccio e, dallo sguardo che le lancia Mr. Arroganza, so che dovrebbe lasciarlo subito. Come se lei mi leggesse nella mente, lo fa. «Posso... posso avere il tuo numero? Potremmo sentirci.»

Kyle fa una piccola risata. «E perché?»

Liv spalanca gli occhi e cerca di dire qualcosa, ma escono solo sillabe sconnesse tra le sue labbra.
Mr. Arroganza si avvicina a lei di qualche centimetro, e quando le parla il suo fiato le arriva giusto in faccia.

Io fisso la scena, ammutolita. Vorrei fare qualcosa, ma non ho la più pallida idea di che cosa.

«Lascia che ti spieghi.» Kyle fa un sorriso arrogante. «Una ragazza, per interessarmi davvero, deve avere idee sue. Tu mi sei stata tutta la serata attaccata come una cozza, concordando su qualunque cosa io abbia detto. Nelle relazioni servono dibattiti, litigate... e tu questo non me lo puoi dare.»

E prima che noi due spicciamo una parola, lui si gira e se ne va, lasciando una scia di profumo inconfondibilmente maschile.

Se vi è piaciuto il capitolo vi chiedo gentilmente di lasciare una 🌟, mi farebbe davvero piacere. Grazie a tutti per aver letto/ votato/ commentato questa storia, vi amo tanto ❤️

Mr. ArroganzaWhere stories live. Discover now