8. TRUTH

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Rimango seduta nella panca sulla veranda come se fossi inchiodata sul posto, mentre fisso quegli occhi scuri del ragazzo che, a sua volta, mi scruta da lontano.

Mi sento leggermente a disagio, è un atteggiamento alquanto strano e invadente.

L'aria mi scompiglia i capelli, mandandoli in tutte le direzioni possibili mentre il fumo proveniente dalla tazza di caffè latte, inizia a viaggiare nell'aria, per poi sparire.

In questo momento, anche io vorrei essere in fumo per poter fuggire da questa situazione.

Non appena torno alla realtà, noto il ragazzo sorridermi e la cosa mi dà abbastanza fastidio. Prima mi fissa insistentemente, per poi sorridermi. È un comportamento abbastanza strano, soprattutto per un estraneo.

Decido di alzarmi e finire la colazione in cucina, non ho più voglia di fare colazione mentre qualcuno mi fissa come se fosse uno stalker.

Non appena mi stacco dalla panca, una voce mi giunge alle orecchie, incerta e soffice, ovattata dalla mascherina che copre la bocca.

"Hey... Non andartene, s-scusa se ti stavo f-fissando." dice il ragazzo dietro la siepe mentre si sporge su di essa, sicuramente per vedermi meglio.

Il suo atteggiamento mi sta spaventando.

"Non fa nulla!" accenno un sorriso e con un cenno della mano cerco di congedarlo, ma la sua voce mi blocca di nuovo.

"M-mi chiamo Toby!" dice facendo anche lui un cenno con la mano "ci siamo v-visti alla festa delle scuole! Non stavi m-molto bene... O-ora come v-va?" continua poi.

Noto solo ora che inciampa sulle parole. Forse è balbuziente.

"Mi chiamo Azzurra... Ora sto meglio, grazie per esserti preoccupato per me!" dico sorridendogli, è stato un gesto carino da parte sua essersi assicurato che stessi bene..

Poi ad un tratto mi torna in mente lui, sotto casa mia davanti al boschetto, che mi guardava incessantemente, poi le voci che mi chiamavano, e infine lui che sparisce nel nulla.

O ancora di quella sera alla festa. "Sei venuta da me" aveva detto. Mi conosce? Non l'ho mai visto in vita mia e continua a starmi intorno.

Mille brividi mi passano lungo la schiena. E valuto l'idea di rientrare subito in casa.

E se fosse anche lui un pazzo come Liu? Non posso più fidarmi di nessuno. Devo farlo per il mio bene e per quello della mia famiglia.

"Ora devo rientrare! Davvero... scusami tanto! È stato un piacere!" dico e rientro subito in cucina, chiudendo subito la porta, senza dare a Toby il tempo di replicare.

Toby... Mai sentito nessuno con un nome simile abitare nel mio stesso viale.

Quando ci siamo trasferiti fuori Manhattan, anni e anni fa, è stato tutto un cambiamento. Dalle abitudini, i ritmi, fino ad arrivare alle persone.

Ora capisco il perché del trasferimento. I miei hanno voluto cancellare le nostre tracce dalla pista di chi ci voleva morti. Ma a quanto pare, ci hanno trovati lo stesso.

Solo Sally, Ben, ed Edith sono rimasti dove erano. La casetta nel bosco di cui la mamma mi parlava ogni volta con gran nostalgia.

Non mi sono resa conto di essermi bloccata all'entrata della cucina. Quando mi perdo nei miei pensieri, entro in un altro mondo e mi dimentico di tutto il resto. Devo darmi una regolata.

Scuoto la testa per poi strofinarmi gli occhi stanchi a causa della nottata in bianco. Questa disattenzione mi da ai nervi.

Lavo la tazza dove ho appena finito di bere e la sistemo nell'apposito posto per farla asciugare.

Insane (sequel of Love Killed)Where stories live. Discover now