Capitolo 33

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ELISA'S POV

Mentre mi mettevo a letto non potevo fare a meno di osservare Andrea con la coda dell'occhio; era in un letto poco distante dal mio, mentre si toglieva i jeans per mettersi un paio di pantaloni della tuta, levandosi la camicia e sostituendola con una maglietta. Era così bello: il suo corpo e il suo viso, amavo ogni parte di lui e non ci potevo credere che fosse il mio ragazzo, che avesse scelto di stare insieme a me.

"Ti piace quello che vedi Lissy? Se preferisci dormo senza" disse Andrea lanciando la maglietta a terra e facendomi l'occhiolino.

Io avvampai in preda all'imbarazzo: già non ci avevo ancora fatto l'abitudine al fatto che fossimo fidanzati, eppure era una bella sensazione, anche se mi sentivo ancora timida con lui su certe cose.

"Scemo" dissi prendendo la sua maglietta e lanciandogliela addosso.

"Dovresti trattarmi un po' meglio adesso che sono il tuo ragazzo" commentò Andrea fingendosi offeso.

"Quando la smetterai di essere così arrogante magari" ribattei io.

"Che ci posso fare se sono sexy?" chiese lui avvicinandosi a me e rubandomi un bacio.

"E poco modesto aggiungerei" dissi alzando gli occhi al cielo e tirandogli uno schiaffo sul braccio.

"E tu sei bellissima anche quando ti arrabbi" disse Andrea prendendomi in braccio.

Mi lasciai cullare dal suo abbraccio, avvolta nel suo calore, mettendogli una mano tra i capelli e l'altra sulla schiena. Quando mi mise giù mi guardò con fare altezzoso e un sorrisetto: facile quando eri alto un metro e ottanta e la tua ragazza era solo un metro e sessanta.

"Sei così piccola" commentò Andrea divertito. Lo guardai imbronciata, incrociando le braccia e dandogli le spalle.

"La mia piccola, stupenda Lissy" sussurrò al mio orecchio, mentre mi cingeva la vita, poggiando la testa sulla mia spalla.

Era così irritante, ma anche dolce e divertente, non potevo fare a meno di amarlo. Mi diede un bacio sulla guancia, poi mi tempestò il collo di baci: le sue labbra sulla mia pelle e il suo corpo che aderiva al mio mi provocò una sensazione di intenso piacere.

Mi girai e baciai le sue labbra, stringendolo a me, mentre lui passava le sue mani tra i miei capelli e poi sulla mia schiena. A un tratto ci staccammo: avrei voluto continuare ma allo stesso tempo avevo paura.

"Forse è il caso che dormiamo" dissi timidamente, mettendomi nel letto.

"Hai intenzione di dormire col vestito da sera?" chiese lui divertito.

Io rimasi in silenzio, sentii montare in me la tristezza e l'ansia, tenni stretta la manica del vestito nella mia mano.

"Ehi" disse Andrea preoccupato, rendendosi conto del mio disagio, avvicinandosi a me e sedendosi sul letto al mio fianco. "Ho fatto qualcosa che non volevi?".

"No assolutamente. È solo che... mi vergogno a spogliarmi" risposi io imbarazzata. Lui mi guardò perplesso e stupito.

"Perchè dovresti? Sei bellissima, e sai che per me sei super sexy" ribattè lui.

"Non c'è proprio niente di sexy in me, guarda tu stesso" dissi alzandomi e togliendomi il vestito.

Andrea mi guardò con uno sguardo che non mi aspettavo: non sembrava scosso, ma affascinato e anche un po' sorpreso, mi guardava come se davvero ci fosse qualcosa di bello da vedere in me.

"Questi tagli non sono per niente sexy" dissi mostrandogli il mio braccio sinistro, con la cicatrice rossa sull'avambraccio e qualche piccola cicatrice bianca.

"E sono troppo magra, lo sono per costituzione, ma non c'è niente di attraente".

A quel punto Andrea si alzò e si mise di fronte a me, prese il mio braccio e lo baciò, proprio dove c'era la cicatrice, mi depositò tanti piccoli baci sull'avambraccio. Poi mi prese per la vita e mi avvicinò a sé, accarezzandomi il viso, le scapole, andando più giù fino a sfiorarmi la pancia, per poi riportare la mano sul mio volto.

"Lo vuoi capire che per me sei bellissima? Io ti amo Elisa, ti amo per il tuo carattere, la tua dolcezza e gentilezza, il tuo essere troppo buona, ti amo perché mi fai ridere e sai tirar fuori un bel caratterino quando vuoi, perché nella tua fragilità sei forte" disse Andrea guardandomi negli occhi.

"E amo il tuo corpo, perché quella cicatrice ti ricorda lo sbaglio che hai fatto, ma ti mostra anche la forza che hai avuto nell'uscirne, ti ricorda che sei sopravvissuta e che farti del male non è la soluzione, perché devi imparare ad amarti di più e a farti del bene, prendendoti cura di te e rendendoti felice. E quando non riuscirai a farlo ci sarò io a ricordarti quanto vali e quanto ti amo, facendoti sentire la principessa che sei, la splendida ragazza che ha rapito il mio cuore".

"Andrea...".

"E quindi amo il tuo corpo, mi piace tutto di te lo vuoi capire?" mi interruppe lui.

"Ti amo Andrea. Tu sei così bello, sia dentro che fuori, sei così perfetto e io ho paura di non essere all'altezza. Hai avuto altre ragazze prima, mentre io non ho avuto nessuno, mai nessuno mi ha guardata come mi guardi tu. E se non fossi capace di renderti felice? Se ti stancassi di me, dei miei sbalzi d'umore e delle mie stranezze e insicurezze?" chiesi preoccupata.

"Questo non accadrà mai Eli, tu sei l'unica che mi fa provare questo, l'unica a cui ho detto ti amo sentendolo veramente, fin nel profondo. L'unica che mi fa sentire completo, che mi fa sentire migliore, felice, l'unica che desidero. E sai che non sono perfetto, ho fatto tanto sbagli e sono fragile anch'io; ma tu sei l'unica mia certezza, l'unica che mi dà forza e speranza, non potrei mai fare a meno di te" disse Andrea stringendomi a sé, mentre lacrime di gioia mi scorrevano sul viso.

A quel punto ci sdraiammo uno accanto all'altra, sentire il suo corpo aderire al mio in quell'abbraccio mi dava un senso di benessere e sicurezza incomparabile, come se ogni problema svanisse, come se l'unica cosa in quel momento fossimo io e lui, e quell'amore profondo che ormai ci legava, indissolubilmente.

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