Chapter one

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Lego i capelli in una coda alta prima di uscire dalla stanza e dirigermi al bancone del bar dove, ormai, lavoro da due mesi.

Non è proprio il lavoro dei miei sogni e mi sono fatta assumere solo per pagarmi il viaggio per andare a Los Angeles. Ho finito il liceo solo poco tempo fa, ma il desiderio di diventare avvocato non smette di crescere e ho deciso che l'università la farò proprio là.

Sorrido ad uno dei clienti abituali; un'adorabile vecchietto che tutte le mattina prende il caffè per sua moglie, impossibilitata a muoversi dal letto, insieme ad una fetta della sua torta preferita. Viene sempre presto la mattina e mi racconta tutti i giorni che vuole farle una sorpresa, facendole trovare la colazione pronta.

Lui mi guarda e io inizio subito a preparare il suo cappuccino da portare via e la fetta di torta al cioccolato e ricotta.

Non ho una concezione chiara dell'amore ma son sicura che quei due signori ne rispecchino una bella fetta. Non mi sono mai innamorata seriamente, forse qualche cotta qua e là durante il liceo, le solite sbandate adolescenziali ma nulla di troppo serio. Onestamente non ho neanche mai cercato qualcuno, ho solo pensato allo studio dopo la bocciatura del primo anno e mi sono dedicata completamente a me stessa ed ai miei amici.

Metto tutto quanto in una busta e il signore mi porge gentilmente i soldi nella mano, gli faccio il resto e lo saluto. Rimango a guardarlo mentre piano attraversa la strada e sorrido: se volessi una storia d'amore, forse la vorrei proprio così.

Il bar non è troppo affollato, sono solo le sette e mezza di mattina, c'è solo qualche persona qua e là fra i tavoli. Mi risveglio dai miei pensieri e mi volto verso la macchina per il caffè, iniziando a pulirla.
Sento il campanello della porta suonare, segno che qualcuno è appena entrato. Le voci di alcune ragazze rompono il silenzio e io mi volto pronta a prendere gli ordini.

Una ragazza riccia mi sorride e uguale fa la sua amica. "Vorrei due cappuccini da portare via e una fetta di quella torta lì" dice indicando quella ai frutti rossi.

"Subito" le rispondo e inizio a preparare tutto,mettendo poi gli ordini nel sacchetto.

"Asia tu non prendi niente?" sento dire dalla riccia mentre le faccio il resto, alzo la testa per porgerle i soldi e incontro due occhi color ambra, contornati dal cappuccio rosso della felpa. Rimango con i soldi in mano mentre la ragazza che ha fatto l'ordine mi guarda incuriosita. Eh certo, praticamente mi ero bloccata a fissare la sua amica con i soldi in mano.

Cosciente di aver appena fatto una brutta figura con le sue amiche, dato che lei aveva alzato lo sguardo dal cellulare solo per pochissimo e quindi non se ne era accorta, le lascio cadere i soldi nella mano e le sorrido, girandomi e dandogli le spalle.

"Eh cosa?" e ad aver parlato era stata proprio lei, la tipa che avevo fissato due secondi fa. "Si, prendo un caffè"

Mi avvicino alla macchinetta e premo il tasto per il caffè;mentre aspetto che questo sia pronto mi accorgo che la mano appoggiata sul marmo sta tremando, rendendomi poi conto che non è solo quella a tremare.

Mi fisso la mano che continua a tremare, non capendone assolutamente il motivo. Faccio un respiro profondo quando sento il bip della macchinetta. Metto il coperchio al caffè e mi giro per darglielo.

"Grazie mille" dico, dandole poi anche lo scontrino.

La osservo prendere il caffè e noto che si è tolta il cappuccio della felpa. Ha i capelli legati in un codino circa a metà testa, mentre un ciuffo le ricade di lato sulla fronte. Mi perdo nei suoi occhi, così caldi e particolari.

Mi risveglio solo quando escono, salutando. "Buona giornata" rispondo bisbigliando, travolta da una miriade di sensazioni.

Come Un Uragano|| LesbianWhere stories live. Discover now