Dodicesima Sessione -Le catene di un prigioniero-

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Dopo aver lasciato la spada con un escamotage all'interno della Ennet Lab, il gruppo si stava per dare al riposo, tuttavia data la terribile notizia data da Eris, il gruppo si accinse verso l'ospedale per controllare le condizioni del signor Ennet che purtroppo non erano ottime. Egli soffrive di diversi mali, molti dei quali provenienti da una dieta insana e la vecchiaia. Appena ricoverato e rianimato da un infarto, il gruppo riuscì a comunicare con lui nei suoi ultimi momenti. Otus provò a spiegare ad Eris, che forse utilizzando le sue magie curative, l'avrebbero potuto salvare, ma lei diffidente era sicura che i dottori avrebbero potuto aiutarlo in maniera tradizionale e salvarlo, questo fece attendere troppo a lungo Otus che si trovò presto a stringere le mani fredde del povero vecchio. Nelle sue ultime parole, consolava lo spirito di Alston, raccontando che tutto ciò che avesse fatto per loro e le assunzioni, non erano casuali. Vedeva in loro un grande destino.

Otus tentò comunque di salvare il suo corpo, ma non accadde nulla. Il suo spirito aveva abbandonato le strade illuminate ed il cielo scuro di Exa Vixiris. 

Eris, lasciata a gestire il proprio lutto, venne accompagnata a casa da Donaar che si prese cura di lei per un po', prima di lasciarla andare per le sue. La mattina dopo avrebbero dovuto coronare il lutto con l'appuntamento di Vex alla tetra prigione per incontrare Alserion come promesso.


La gabbia degli incantatori, situata ad Exa Vixiris , Zone. Coordinate 15-20 . Raggiunti i cancelli e superata la numerosa folla che si accalcava attorno al plotone nero di Vex, il gruppo venne accolto e accompagnato attraverso i 500 metri di cancelli e protezioni anti evasione, durante la passeggiata, molte parole vennero scambiate, molte delle quali avvelenarono gli animi di alcuni membri. In particolar modo Donaar e Fjodor non riuscirono a non trovarsi in disaccordo con il polso di ferro di Vex, che trattava in modo disumano gli incantatori, rifiutando la loro natura che considerava distorta e spiacevole. Venne ripercorsa la storia e venne spiegato il pericolo che i maghi e le rivoluzioni portavano all'equilibrio di una città sensibile come Exa Vixiris, dopo numerose e intensi altri scambi, Vex prese in antipatia il gruppo iniziando a negare sempre più. Avendo già specificato che non avrebbe fatto comunicare nessuno con Alserion, poiché egli pericolosamente abile ad usare incantesimi con la voce, Juan si offrì per una comunicazione Sì-No con la testa per chiedere informazioni e comprendere. Tuttavia Vex, ormai ostile, negò la possibilità di questo evento, concedendo solo a Gael, il figlio, l'opportunità di chiedere informazioni. 

Il serpeggiare di Vex non era in considerazione solo a come trattasse i proprio prigionieri, ma sopratutto alle sue intenzioni di sedare le rivolte di androidi, che mischiati a Delta si avvicinavano al colpo di stato sempre più. Tuttavia con l'intento nobile di richiedere diritti. Ella chiese aiuto a Donaar, che rifiutò non cortesemente l'offerta, ribellandosi alla follia del massacro che visionava. Parlò di politica espansionistica attraverso le rovine della vecchia Agalon, spoglie di vita a causa della guerra e tristemente abbandonate. Dopo un intervento di Juan, si sentì inoltre di licenziarlo dall'incarico lasciandolo sulla sponda della Ennet Lab, il suo badge si trasformò in un pezzo di ferro straccio in poche parole congelanti della donna. Vex mostrò anche un anormale interesse verso la Ennet Lab, marcando più volte senza apparente senso che fosse un luogo particolarmente sensibile. Minacciò più volte di fare dei controlli, diffidente della parole uscenti dalla bocca di Donaar, che la disconosceva sempre più. La prigione era un enorme settore dalle barre chiuse, formato da atroci sale isolanti per ogni detenuto, costruita a croce greca. Era tutto molto alto, la luce fredda e candida, proveniente da lontanissime finestre poste sul tetto. Non a caso nessun detenuto ebbe l'opportunità di uscire da questo luogo, tempestato da polizia e droni.  

Arrivati nella piccola stanzetta che precedeva la prigione di Alserion, il gruppo come precedentemente citato, venne fermato permettendo solo a Gael di continuare. La sala poteva essere guardata attraverso delle telecamere, a cui il gruppo aveva accesso per osservare cosa accadesse nella stanza. Anche microfono provvedevano a registrare suoni provenienti dalla piccola gabbia.

Gael proseguì guidata da Vex, fino a raggiungere l'entrata blindata. L'apertura fu meccanica e tutto proseguì oltre una passerella estendibile in ferro, che raggiunse un piccolo pilastrino. Su quel piccolo pilastrino, sedeva Alserion Strinder, padre e mentore di Gael. Egli sedeva incatenato imbavagliato con una lastra in pesante metallo e cuoio la quale aveva il foro di una serratura avanti alla bocca. Caldo e appannante vapore usciva da quell'unico buco di metallo. Alserion era inoltre pesantemente incatenato e puntato da diverse torrette alle spalle, come sicurezza che non avrebbe fatto nulla. Il dialogo tra padre e figlio continuò dando esigui risultati ma sufficienti, a volte dalla bocca di Gael, uscirono delle parole che Vex ascoltò volentieri, entrando a conoscenza di alcune cose il resto del gruppo nascose fino a quel momento. Concluso lo scambio, Vex propose a Gael di provare a migliorare la condizione del padre, che avrebbe dovuto passare la sua intera vita in prigione.  Se Gael, al posto di Donaar, avrebbe accettato di divenire un soldato e combattere contro la ribellione, allora lei avrebbe dato più tempo al caso di Alserion per analizzare se ci fossero chance di redenzione per l'uomo. 
Gael accettò senza esitare, cosa che il gruppo pianse. Tutti tranne Qi'ra, che decise di unirsi anche lei, al ritorno dei due, al piano di Vex, per svariati motivi che sosteneva fossero utili a far valutare il gruppo e a farsi notare dal Triumvirato, soprattutto la fetta che ancora non conoscevano, ovvero Aldebaaran e Jack. 

Tutti vennero congedati, Gael e Qi'ra con l'avvertimento che sarebbero stati contattati a breve. 


Hayko, che non era venuto alla prigione per passare un po'di tempo con Eris ed aiutarla a superare le sue sofferenze, conobbe al negozio di spezie un mago, completamente svergognato nel suo mostrare la sua forma stravagante in pubblico. Il suo nome era Diabal, aveva tracciato la posizione di incantatori nel luogo perché sentiva una concentrazione magica. Era uno dei capi degli Archivisti Arcani. Accettò il suo invito e la sua protezione, conferita tramite una pietra magica, che avrebbe potuto utilizzare per chiamare aiuto qualora ci fossero dei problemi. 

Poi Hayko proseguì a parlare con Eris una volta ospitato in casa, scoprendo una sua natura musicale, e un suo passato ambiguo e semi nascosto. La sua provenienza da oltre le montagne e le storie degli scoli. (DM me to know the full story)

Il gruppo in discussioni si riunì infine con Hayko e insieme ritornarono alla Ennet Lab, e proseguirono per muoversi nel passaggio segreto mostrato da Ennet in vita. 

Chissà ove le fondamenta del palazzo avrebbero condotto.

D&D-5e Il pulsare di Exa VixirisWo Geschichten leben. Entdecke jetzt