Undicesima sessione -La lama di Alserion-

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Il nostro gruppo aveva appena concluso la propria missione all'interno del portale. La dimensione aveva riportato la scoperta di un artefatto, e monete della vecchia Agalon, che provassero che il luogo non fosse alieno. L'artefatto era fatto di un metallo indistruttibile chiamato Argan, ma poteva essere aperto con una procedura piuttosto semplice. Conteneva al suo interno una gemma stellata, semitrasparente violacea. Dopo ulteriori analisi ne scoprirono i poteri, che consistevano in un filtro di verovisione ed identificazione di fonti magiche. Tuttavia non sapevano cosa fosse o perché si trovasse in quella tomba,

Portarono indietro i campioni di pezzi di granito e ferro, che risultavano invocati con qualche potente magia da coloro che vivevano al tempio, ma non portarono altri campioni né dati sulla dimensione. Solo profonde ferite. Gael lasciava una evidente striscia di sangue nell'uscire dal portale, una volta tornato dovette essere nuovamente curato. Ennet mostrò loro la nuova stanza ermetica, per il gruppo nuova chiaramente.
Conduceva ad un tunnel che scendeva nel muro dell'edificio. Ma rimase un mistero.


Presero a domicilio del cibo per evitare di uscire alla luce del sole così malmenati, e perché avrebbero voluto riposare prima di andare alla chiesa per aiutare Juan con le sue indagini.
Dopo un breve riposo il gruppo si preparò di nuovo per uscire in direzione della chiesa, stavolta assieme a Donaar che la volta prima era esente dalla missione poiché cercava di sedurre Eris, che nonostante fosse nelle perfette condizioni di "acconsentire", mantenne un comportamento schivo. Era chiaro nascondesse qualcosa al dragonide ma non aveva intenzione di rivelare alcun dettaglio.
In ogni caso, il gruppo procedette verso la chiesa.
Juan stava già aspettando lì, si accorse di avere un colpo solo di pistola ma niente di più. Accolse gli altri, che senza lui non avevano permessi di rimanere all'interno della zona, i droni, di serie C (31-34) accompagnavano per osservare. Gruppo si accinse al corridoio di pietra al di sotto dell'altare, seguendo lo stretto budello che conduceva alla piccola stanza studio. Chi vedeva nell'ombra poteva notare oltre l'oscurità fili con appesi spaventosi disegni e un altro tavolo da lavoro sostenuto da una base di pietra, che conteneva un artefatto avvolto in garze ingrigite. L'artefatto assomigliava ad un lungo oggetto appuntito, come una lama.
Con estrema difficoltà il gruppo si fece avanti, un'aura terrificante sacrilega spirava dall'oggetto, un terrore di natura magica rendeva difficile procedere uniti.
Juan si fece avanti, i droni guardavano.
Cercò di togliere le garze, spacchettando quello che sembrava il manico di una spada, una lama angelica degli Aasimar ma profondamente corrotta e con dentellature sulla base della lama visibile. Al centro, un occhio di rettile, fisso a guardare Juan. In quel momento egli si paralizzò ed entrò in uno stato comatoso.
Duma, voleva afferrare l'artefatto, ma riuscì solo a sbendarlo definitivamente. Fece uno scatto per prenderlo ma venne fermato da Otus, che ancora ragionevole riconosceva l'enorme pericolo. Fjodor riuscì a svegliare Juan dal come nonostante dovette usare una dose di violenza, ed in quel preciso istante di chiarezza Juan afferrò la spada. Sapeva che contenesse un'entità a lui legata, otus si congelò a causa dell'aura prima di poterlo fermare.
Quello che vide il gruppo fu il marcire delle mani di Juan e l'aura oscura venire assorbita nelle sue narici e bocca.
Provarono a staccarlo dall'artefatto, ma ci misero trenta secondi, il tempo che Juan ebbe per parlare con la lama, che fece a malapena a presentarsi. La visione di Juan si ambientava in una landa desolata e arida, scura come l'orizzonte, una scena di battaglia o desolazione componeva ciò che lo circondava ma l'assenza di linee definite dei corpi rendevano difficile da identificare tutto. L'orizzonte sembrava di fuoco. Tra ciò che si dissero risultò importante la sua presentazione:
"Io sono Mofius, la lama di Alserion."
Ma solo di questo Juan non poteva accontentarsi, una volta uscito dalla visione, nonostante accusasse terribili colpi alla propria salute, decise di farlo di nuovo. Incontrando la resistenza di parte del gruppo, fece comunque il sacrificio e sopportò nuovamente la sofferenza per una quarantina di secondi.
Scoprì che Mofius fosse amico dello psicologo, che Juan sarebbe dovuto diventare uno di loro per contrastare qualcosa in arrivo, ma diede di matto.

Juan faceva fatica a capire ma aveva compreso molto. Aveva molti più pezzi del puzzle e una strada vaga da seguire, servivano più indagini sullo psicologo, inoltre non sapeva chi fosse Alserion.
Una volta uscito dalla visione, la sua mente diede al collasso, vennero inflitti danni forse permanenti.

I droni della polizia decisero quindi subito dopo di distruggere l'artefatto, Duma li disattivò con un proprio potere da tecnomago e poi assieme al gruppo finsero la distruzione dell'artefatto. Tornarono tutti alla Ennet Lab, per discutere su quanto ottenuto davanti ad una pizza. Mentre si discuteva apertamente dell'accaduto, Gael disse che conoscesse Alserion, poiché era suo padre.
Il gruppo voleva liberarlo dalla prigione. Lasciarono un messaggio a Vex, che doveva un favore a Juan, un appello per parlare con il detenuto. Dovettero lasciare il messaggio nella segreteria nella speranza venisse ascoltato.
La sera riposarono per mettersi in sesto il giorno successivo. Tantissime domande dovevano essere fatte, anche ad Ennet che sembrava lavorarci con una persona di nome Mofius.
Ma quella sera, Eris si recò nella stanza e diede una notizia. Il signor Ennet si era sentito male.

D&D-5e Il pulsare di Exa VixirisOnde histórias criam vida. Descubra agora