Natale

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Tornammo ad Hogwarts ancora bagnati e ci dirigemmo alle docce per toglierci di dosso la salsedine. Una volta finita la doccia andai a prepararmi per la festa del Lumaclub. Indossai un vestito lilla, delle scarpe argentate e acconciai i capelli in una treccia. Per la prima volta misi il rossetto rosso. Tom mi aspettava di fronte alla porta e quando mi vide rimase a bocca aperta.
- Andiamo?-  sbattè più volte le palpebre, come se si fosse appena risvegliato da un sogno, dopodiché mi prese sottobraccio e ci dirigemmo al party. Questa volta la cena era a buffet, quindi io e Voldemort iniziammo subito a danzare al centro della pista. Alla fine del primo ballo tutti intorno a noi iniziarono a esclamare:
- Bacio! Bacio! Bacio!- Tom si avvicinò e lentamente posò le sue labbra sulle mie, facendo scoppiare un'applauso. Oramai nella scuola tutti ci conoscevano. La mezzanotte scoccò.
- Auguri Tom- dissi porgendogli un pacchettino. Subito le sue guance si tinsero di rosso.
- G... grazie- rispose scartando la carta regalo, dentro c'era un orologio nero e dorato con su incise le sue iniziali
- Che ti è saltato in mente? A me bastava anche solo un abbraccio!- disse sfilando a sua volta un pacchetto. Lo aprii e rimasi senza fiato: all'interno trovai due bellissimi orecchini azzurri come i miei occhi.
- Non puoi capire quante tonalità di celeste esistono, ci ho messo un secolo a trovare quella  che si avvicinasse di più al colore dei tuoi occhi- infilai subito i miei nuovi gioielli, mentre Tom faceva lo stesso.
- Allora?-
- Ti stanno una favola- disse dandomi un rapido bacio sulla guancia.
Passammo tutto il Natale insieme (avevo dovuto lottare per rimanere ad Hogwarts quell'anno) a leggere, cantare ( Voldemort aveva una voce niente male) e giocare come dei bambini.
- Come mai ti chiami Estelle?- chiese Tom.
- Sono nata a mezzanotte precisa del 10 agosto, la notte di San Lorenzo, tu invece perché ti chiami Tom Marvolo?-
- Mio padre si chiamava Tom e mio nonno Marvolo-
- Marvolo Gaunt?- fece cenno di sì con la testa - Allora sei ľunico erede di Salazar-
- Propio così- disse cacciandosi in bocca un dolcetto. Gli posai delicatamente le mie labbra sulle sue ancora sporche di cioccolato.
- Mmm... buono- scoppiò a ridere contagiando anche me. Mi sentivo bene con lui, non avevo bisogno di nient'altro per essere felice.
- In realtà anch'io ho un secondo nome...-
- Quale?- chiese incuriosito.
- Nina... nessuno lo sa tranne i miei genitori e anche te adesso-
- Un nome da bambina-
- Smettila con questa storia della bambina- dissi dandogli una spintarella amichevole.
- No-
- Perché?-
- È la verità- feci finta di mettere il broncio solo per farmi abbracciare. Un secondo dopo, infatti, mi ritrovai le sue braccia avvolte intorno alla mia vita. Gli buttai le braccia al collo e lo strinsi a me. Era talmente alto che a malapena sfioravo il pavimento con le punte dei piedi. Alla fine mi arresi e gli avvolsi le gambe attorno ai fianchi.
- E poi non saresti una bimba?-
- Per niente- dissi mentre il suo odore mi invadeva le narici.
- Quante volte devo ripetertelo, Riddle? Lei è mia!- esclamò Malfoy entrando.
- Estelle non è tua e non lo sarà mai!- rispose Tom su tutte le furie. Scesi e gli afferrai il braccio.
- Non ne vale la pena, andiamo- dissi teletrasportandoci. Riapparimmo in un piccolo boschetto.
- Dove siamo?-
- Vengo qui tutte le volte che voglio stare da sola, mi rilassa- dissi sedendomi sul prato.
- Che hai fatto alla schiena?- guardai la piccola voglia caffelatte sulla spalla.
- Ti ricordi quando avevamo litigato e mi hai lanciato quell'incantesimo?-
- Sì-
- La magia mi ha sfiorato la spalla ed è rimasta questa-
- Sembra una stella cometa, si abbina al tuo nome- sorrisi e poggiai la testa sulla sua spalla. Quello fu il Natale più bello della mia vita.

Solo una Mangiamorte Where stories live. Discover now