79.

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"Harry"
Un sussurro. Un nome. Cinque lettere.
Solo cinque lettere in grado di far sprofondare il mio cuore una volta per tutte nel vuoto.

Lui è qui.
Non me lo sto immaginando. Lo vedo con i miei occhi mentre se ne sta lì, immobile, a fissarmi con quella strana luce nei suoi occhi verde smeraldo.

Ed io mi sento morire. Stavo cercando di andare avanti, di dimenticare, di voltare pagina, dopo che lui aveva deciso di allontanarmi. E  invece eccolo qui, a prendersi gioco di me.

Ha i capelli più corti del solito e per quanto mi disturbi ammetterlo è sempre bellissimo. Un accenno di barba ricopre il suo volto. Sembra stanco e prosciugato, come me. Ma i suoi occhi brillano mentre mi guarda.

Si muove sul posto, indeciso se fare un passo avanti o restare fermo.
Sembra che la festa si sia fermata di colpo. Non vedo più nessuno intorno a me e non sento nulla, l'unica cosa che vedo è il ragazzo che ho amato con tutto il mio cuore, a cui ho donato il mio cuore e che ha deciso di frantumarlo con le sue stesse mani.

Mi sento svenire, mi sento mancare il respiro, mi sento confusa e persa, mi sento presa in giro.

Vedo Zayn camminare a grandi passi verso Harry mentre urla qualcosa, ma non sento ciò che dice, solo noto Harry evitarlo e avanzare verso di me.
E allora mi sveglio dal mio stato di shock. Non voglio parlare con lui, non voglio che si avvicini e non avevo alcuna intenzione di vederlo.

Mi giro di scatto e comincio a correre verso l'ingresso della villa di Niall, ignorando Liam che cerca di fermarmi insieme a Selena e liberandomi dalla presa di Louis con uno strattone.
Non posso restare qui.

Abbandono i tacchi sul prato per poter correre più veloce che posso verso casa, sperando che né Harry né nessun altro venga a fermarmi.

E corro.

Corro per scappare dalla causa del mio dolore. Corro per sentire l'aria fredda sbattere contro il mio corpo. Corro per sfogarmi, perché se smettessi di correre crollerei in un urlo disperato.

Sento il petto andare a fuoco, il respiro affannato e il cuore battere violentemente contro il petto, ma non mi fermo.

"Alex!"

La voce roca che tanto ho sperato di sentire in questo mese mi rimbomba nelle orecchie mentre cerco di correre ancora più veloce, consapevole del fatto che riuscirà a prendermi in ogni caso, ci riesce sempre.

Strizzo forte gli occhi, perché li sento appannarsi, ma non verserò nemmeno una lacrima. Non per lui.

"Ti prego, fermati!"

Lo sento vicino, forse troppo vicino, ma non mi giro. Corro ancora.
Non so nemmeno dove sto andando, questa non è la strada di casa mia.
Noto un vicolo buio e stretto alla mia destra e allora mi infilo lì dentro senza neanche pensarci, voglio solo restare da sola.

Appoggio una mano al muro per cercare di riprendere fiato, ma le mie gambe cedono e finisco con le ginocchia per terra, scossa da tremiti e singhiozzi senza lacrime.

Perché? Perché a me? Perché così?

Un urlo straziante abbandona le mie labbra, fino a graffiarmi la gola. Colpisco l'asfalto con un pugno, spaccandomi le nocche, ma niente è più forte del dolore che sento nel petto.

Perché continua a farmi questo effetto? Perché Harry riesce sempre a superare le mie difese? Perché sono così debole?

Mi siedo a terra appoggiando la schiena contro il muro e afferro le ginocchia tra le braccia stringendole al petto.

Rannicchiata in un angolo di un vicolo buio nel pieno della notte, sola e distrutta.
Esattamente ciò che successe il giorno in cui mi svegliai in ospedale. Ed ecco che tutto si ripete, come un ciclo infinito di dolore, delusione e paure.

I see you.Where stories live. Discover now