24.

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Harry's pov

Sono scappato via. Come un codardo.
Non so cosa mi sia preso.
Lei parlava in continuazione, senza fermarsi nemmeno per prendere fiato, ed io non sapevo cosa fare.

Non la stavo ascoltando, vedevo solo le sue labbra rosee e piene che si muovevano e i suoi occhi grigi fissi nei miei ed io riuscivo solo a chiedermi se le sue labbra fossero morbide. Sembravano molto morbide.

E non sono riuscito a resistere.
E sì, cazzo, le sue labbra sono fottutamente morbide.
Così morbide che avrei voluto continuare a baciarla. Se non si fosse staccata lei, io non so se sarei riuscito a farlo.

Sono ancora scombussolato.
Quando sono uscito dalla cucina, tutti mi guardavano in attesa di un commento da parte mia, ma io mi sono catapultato verso la porta di casa. Senza dire nulla.

Ho preso di fretta il mio giubbotto e sono scappato.
Non è da me, io non scappo. Mai.

Tutto questo è sbagliato, non avrei dovuto farlo. Non avrei dovuto baciarla e non sarei dovuto scappare.
Riesco a combinare solo cazzate!

Prendo il telefono dalla tasca e compongo il numero.
È tardi, ma non m'importa.

"Ehi."
Sbuffo nel sentire la sua voce assonnata e infastidita.
"Sto arrivando." Sbotto.
"Che? Harry?"
Alzo gli occhi al cielo e chiudo la chiamata.

Non ci metto molto ad arrivare nella grande villa lussuosa di quel coglione di Samuel.

Busso, uno, due, tre colpi, prima che venga ad aprirmi.
"Che bella sorpresa." Mi guarda male mentre mi fa spazio per entrare.
In realtà so che gli fa piacere vedermi.
Lo supero con una spallata e mi butto sul divano, come se fossi a casa mia, perché in fondo un po' lo è.

"Come te la passi?" Gli chiedo ironico.
So che sta benissimo qui e non ha bisogno di niente. Ha tutto ciò che gli serve.
Lui assottiglia lo guardo e mi studia. Mi conosce troppo bene, sa che c'è dell'altro, ma se la prende con calma e si mette comodo nella poltrona di fronte a me.

Prende un un bicchiere di vetro e una bottiglia di Jack Daniel's dal carrello dei liquori lì accanto e comincia a versarlo.

"Vuoi?" Lo sguardo fisso sul mio lo rende più inquietante di quanto già non sembri.
È sempre stato molto grosso di muscoli e alto almeno quanto me.
"Sai che non bevo." Stringo la mascella.

Lui sbuffa una risata.
"Un tempo non era così."
Vero. Un tempo era tutto diverso.
"Non più."
Samuel annuisce in silenzio e con un sorriso divertito stampato in faccia.

Beve un sorso dal suo bicchiere e poi mi guarda "Allora, cosa ti porta da me?"
Già, cosa mi porta da lui?
"Sei mio cugino, mi mancavi."
Scoppia a ridere e un po' sorrido pure io.

"Bella stronzata. Voglio la verità."
E ora che cazzo dico? Ho baciato una ragazza e sono scappato? Sono proprio una femminuccia.
"Si tratta di una ragazza, eh?" Ridacchia mentre osserva il liquido marrone.

Nessuno mi conosce meglio di Samuel. Siamo cresciuti assieme, anche se lui è più grande di me di qualche anno, e mi ha insegnato molte cose.

Mi ha insegnato a fare a pugni e a provarci con le ragazze. Mi è sempre stato accanto e adesso, quando non so dove andare o ho bisogno di un consiglio, vado sempre da lui.

"Non è una ragazza, è molto di più. È una rompipalle di prima categoria, è cocciuta,  scorbutica e proprio non la sopporto, ma non riesco a starle lontano, cazzo!"

Mi porto le mani nei capelli e li strattono per la frustrazione.
Quando alzo lo sguardo su mio cugino, lo trovo a fissarmi con un sopracciglio alzato.
"Scopatela e finiscila là. Magari è solo uno sfizio."

Stringo le mani in dei pugni.
Ciò che ha detto non è tanto scandaloso, lo abbiamo fatto molte volte, ma non so perché sentirlo parlare così di Alex mi fa andare su tutte le furie.

"Lei non è così." Sibilo a denti stretti.
Samuel sembra sorpreso e un lampo di divertimento passa dai suoi occhi.
Lo guardo male.

"Mi sa che qui c'è un problema." Commenta mentre beve un altro sorso del suo drink.
Sono costretto a distogliere lo sguardo, perché mi è venuta voglia di bere, ma non posso e non voglio farlo.

Posa il bicchiere sul carrello e poi si sporge in avanti poggiando i gomiti sulle ginocchia.
"Mi sembra che tu abbia interesse per questa ragazza."

Non lo so.. Ho interesse per lei?
Ammetto che in queste settimane mi sono ritrovato a pensare a lei, ma non so se questo si possa definire interesse.
"Non lo so." Rispondo.
Ho la testa incasinata.
"Non è un no.." Commenta lui.

Non riesco a pensare lucidamente quando di tratta di lei. Di solito sono uno stronzo di prima categoria con tutti, ma con lei non sono riuscito ad esserlo a lungo, anzi mi sono comportato da amico dopo poco tempo, ma è ovvio che il mio compagno di vita là sotto si agita ogni volta che poso gli occhi su di lei.

Questa non si può definire amicizia.
E non penso che se dovessi scoparmela tutto finirebbe lì. Proprio per niente.

Sento questo dovere di proteggerla, di prendetemi cura di lei, ma non è da me. Questo non sono io e non ho idea di come ci si comporti  in queste situazioni.

"Che dovrei fare?"
Samuel è sempre stato come me, da una botta e via, ma una volta ha perso la testa per una ragazza totalmente fuori dalla sua portata.
Infatti non è durata molto e ricordo che, quando hanno rotto, ne era devastato.

Ma dopotutto lui è Samuel Styles e gli Styles non si fanno abbattere tanto facilmente.
Ha ripreso a scopare e tutti eravamo contenti.
"Dipende da cosa vuoi tu."
Ottima osservazione.

Cosa voglio io.. Vorrei sprofondare in lei tutte le volte che mi guarda con quei suoi occhioni grigi da cerbiatta, vorrei baciare le sue labbra tutte le volte che voglio e vorrei abbracciarla così forte da farle dimenticare tutto il dolore.

Ma non posso stare con lei. Io non vado bene per lei. Sono solo un coglione patentato che fa soffrire le persone e lei ha già sofferto abbastanza. L'ho visto, nei suoi occhi.

"Ti piace?" Ed ecco che arriva la fatidica  domanda che tormenta i miei pensieri da un mese a questa parte, ma che ho ignorato come la peste.

Resto in silenzio. Non ha bisogno di una risposta, lo abbiamo capito entrambi e per la prima volta sto riuscendo ad essere sincero con me stesso.

Lei mi piace, cazzo, ed è per questo che devo starle alla larga.

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