8. May luck be in your favour

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-Benissimo ragazzi! Adesso vi elencherò le coppie per i posti a sedere.
Vittoria non ascoltò per la maggior parte del tempo. Seppe solo che Caroline Anderson, la ragazza che aveva conosciuto sull'autobus, sarebbe stata vicino ad un certo Max Lennox.
Che lei avrebbe avuto come compagno di banco un ragazzo di nome Stephen Collins.
E che una certa Sophie Watts e il ragazzo dall'aria folle, che aveva appena scoperto chiamarsi Aidan, sarebbero stati vicini.
Era al primo banco. Fantastico.
Stephen sembrava il tipico nerd dei libri o dei film. Capelli rossi spettinati, occhi color nocciola, occhiali alquanto invasivi che gli stavano sbilenchi sul naso. Un sorriso spensierato.
Non parlò con lui quanto aveva parlato con Carole, ma già dai pochi scambi di parole che avvennero tra di loro, Vittoria capì che aveva una mente niente male.
Il primo ragazzo intelligente che conosco in tutta la mia vita!

Beh, in fin dei conti, la ragazza che aveva accanto sembrava innocua.
-Ciao Max. Sai come mi chiamo, quindi non c'è bisogno di fare presentazioni.- Carole si fermò un attimo e lo studiò. Poi gli sorrise e ricominciò a parlare.-La sai una cosa? Somigli a Roger Taylor.
Appunto, sembrava innocua. E chi era adesso Roger Taylor? La risposta, però, non si fece attendere.
-È il batterista dei Queen. Ed era un complimento, in caso te lo stessi chiedendo.- Spiegò lei.
Tutto più chiaro.
-Grazie. Ehm... anche tu non sei male.- Rispose Max.
Carole gli lanciò un'occhiata divertita.-Certo che non sono male. Sono anche molto modesta, ovviamente, ed il mio amico Aidan è perfino peggio di me.
-Chi è?- Chiese Max, leggermente incuriosito. Lei indicò con un cenno del mento un ragazzo con il ciuffo lilla sbiadito.
Interessante.
-Parlo troppo?- Gli domandò la ragazza.
-No- Rispose Max. -E poi è bello avere qualcuno con cui parlare. Alla vecchia scuola o mi ignoravano o mi prendevano in giro.
Carole sembrò dispiaciuta. -Perché? Insomma, non sembri così odioso. Forse hai qualche disturbo dell'apprendimento? Al tema non c'eri.- Osservò.
-Sono dislessico- Ammise lui. -E molto timido- Aggiunse.
-Non è una ragione valida per essere vittima di bullismo. Se vieni deriso di nuovo dimmelo, okay?
Fiducioso, Max annuì. Carole gli sembrava una ragazza dolce e comprensiva. Ed il tipo che fa di tutto per difendere i diritti altrui.
È ovviamente antirazzista e pacifista. Ha anche gli occhiali come John Lennon!

Aidan non sapeva se rivolgere la parola a Sophie. Gli era sembrata una persona abbastanza timida e introversa, e aveva costantemente paura di dar fastidio. Quindi si trattenne dal canticchiare a bassa voce. E dal parlare a vuoto giusto per fare qualcosa. Fu difficile: canticchiare e chiacchierare erano le due azioni che compieva più frequentemente. In mancanza di strumenti musicali o apparecchi in grado di riprodurre musica, ovviamente.
Quindi si ritrovò a tamburellare con le dita sul banco il ritmo di ogni canzone che gli passava per la testa. Forse non avrebbe dovuto farlo. Dopo un po', scocciata, la sua compagna di banco lo costrinse a smettere.
-La vuoi finire? Mi dà sui nervi.- Disse, in tono secco.
Aidan distese la mano sinistra, ripromettendosi di non provare mai più ad eseguire attività che potessero potenzialmente produrre rumore. E poi si scusò con Sophie, che si girò dall'altra parte senza rispondergli.
Passati circa due minuti, la ragazza finalmente parlò in tono non accusatorio.
-Sono stata... troppo dura? Mi dispiace, è che non sono abituata a interagire con persone nuove, quindi...
-No, non sei stata troppo dura, tranquilla. E anche se lo fossi stata me ne sarebbe importato poco. Diciamo che sono abituato a peggio.- La interruppe Aidan
-In che senso sei abituato a peggio?- Chiese Sophie, evidentemente interessata. -Ne... ne vuoi parlare?- Domandò poi, incerta.
-Semplicemente sono abituato a...- Sembrò cercare una parola adatta -Al fatto che esistono persone che ti accettano per quello che sei e aspettano di conoscerti, e altre che invece ti disprezzano già da come appari.
Sophie non era sicura se dire quello che le passava per la testa. Quindi provò a creare una piccola introduzione all'argomento chiave.
-Ma... ma cosa intendi? Nel senso, vieni bullizzato? E se sì perché?
Aidan mandò leggermente avanti la mandibola. Cosa che faceva nei momenti di riflessione, o quando era a disagio.
-Secondo te? Comunque alla seconda domanda ti rispondo di sì. Anche se dubitavo e dubito ancora dell'esistenza della parola "bullizzato".
Lei esitò un po' prima di rispondere. -Secondo me... insomma...- abbassò la voce -Diciamo che, senza offesa, sembri un po' gay.
Il ragazzo sorrise. -Non sono gay. Mi piacciono le ragazze.
Sophie quasi ricambiò il sorriso. -Solo?
-Probabilmente no.- Ammise Aidan, ormai arresosi.
-Vabbè. Cioè, insomma, non importa. Non si scelgono gli amici in base all'orientamento sessuale, no?
-Giusta osservazione.- Commentò lui.



Spazio autrice
Aggiornamenti a mezzanotte del mio ormai-non-più-compleanno. La vostra cara autrice doveva per forza includere dei personaggi con delle diversità. OvViAmEnTe, CiOè. Se non ho un personaggio LGBTQ+ io non sono felice (psichiatra richiesto per una povera maniaca).
Notte,
~L'autrice💕
P.S. Aggiornerò moooooolto più spesso

The gifted freaks clubWhere stories live. Discover now