Capitolo 52 - Fino in fondo

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<<Davvero?>> mormora, la voce rauca. Non osa toccarmi, non ancora almeno. E non capisco più se stiamo scherzando oppure no.

<<Fregato.>> gli sussurro all'orecchio, prima di scattare e superarlo.

Corro verso il bersaglio, quel coglione senza palle che ancora è lì, a fumare e parlare con qualcuno che è nascosto alla mia vista. Sono quasi arrivata, manca davvero poco...quando mi placcano da dietro. Cado in avanti e riesco ad evitare di finire faccia a terra, cerco di togliermi il ragazzo di dosso ma stranamente non ci riesco. Non credevo che Paulo fosse così veloce e nemmeno in grado di sapersela cavare in un corpo a corpo. L'ho sottovalutato e ora ne pago le conseguenze.

<<Sei stata brava, mi hai distratto abbastanza da scappare.>> esclama, tra l'arrabbiato e il sorpreso.

Sta volta l'ho combinata grossa perché mi guarda davvero come se volesse scrollarmi per le spalle. Mi tiene a terra, di schiena, con le mani bloccate ai lati del viso. Mi parla sfiorando l'orecchio con le sue labbra calde, il corpo buttato di peso sul mio e alla fine non mi è andata poi così male dai...

<<Lasciami andare!>> gli intimo, fuori controllo.

Quando mi arrabbio sul serio divento ingestibile, quindi le poche volte che succedeva mi chiudevano in casa, in palestra. Mi lasciavano sfogare finché non ne potevo più e la rabbia diminuiva fino a scomparire.
Ma qui, ora, non ho nulla a disposizione per calmarmi. La presenza del calciatore peggiora solo la situazione, la tensione mi serpeggia sottopelle.

<<Guarda. Guarda bene Europa e vediamo se ho fatto bene a fermarti.>> esclama, furioso.

Alzo gli occhi su Aaron, ha finito di fumare e circonda le spalle di Clara. Salutano la sua famiglia e si dirigono verso il nostro albergo. Sento la sua risata cristallina da qui e il mio cuore si contrae, non se lo merita. Con un verso di esasperazione poggio una guancia sulla sabbia e rilasso i muscoli. Paulo mi lascia andare, considerandola una resa. Mi metto seduta e passo le mani tra i capelli, non so davvero cosa fare.

<<Mi hai ingannato prima.>> dice Paulo, restando in piedi.

Rimango in silenzio, senza nemmeno guardarlo. Gli ho omesso delle cose ma non l'ho mai ingannato, non sono come lui. Bipolare, complicato e...mi viene da piangere e da urlare allo stesso tempo.

<<Hai giocato sulla mia attrazione per te, è stato meschino.>> continua, e per poco non gli scoppio a ridere in faccia.

<<Il bue che dice cornuto all'asino. Hai iniziato prima tu!>> sbotto, fulminandolo con un occhiataccia. 

<<Io ero sincero, ti stavo provocando ed è vero ma...sarei andato fino in fondo.>> ammette, gli occhi chiari seri.

Spalanco la bocca, sconvolta. È stato diretto, una qualità che di solito apprezzo, ma che ora mi mette in profondo disagio. Lo osservo dal basso verso l'alto e sento un brivido percorrermi la schiena, e non per colpa dell'aria fresca della sera. Il pensiero che avrebbe mantenuto la parola e mi avrebbe intrattenuta mi fa arrossire.

<<È questa la differenza tra me e te, Europa.>> dice, piegandosi sulle ginocchia.

Occhi negli occhi, mi si mozza il respiro. Vorrei rispondere qualcosa ma ho la gola secca e la testa in confusione, riesco solo a guardarlo stupita. Paulo si apre in un piccolo sorriso, mi sfiora una guancia con l'indice e il suo tocco è fuoco. Brucia, ma non fa male. Mi sistema una ciocca di capelli dietro l'orecchio e si avvicina decisamente troppo, i nostri visi quasi si toccano.

Senza dire altro preme le labbra bollenti contro le mie, senza alcuna delicatezza. Dovrei respingerlo, dopotutto sono ancora arrabbiata ma il cervello ha ufficialmente smesso di funzionare. Schiudo le labbra e lascio che la sua lingua giochi con la mia, godendomi ogni attimo. Paulo intensifica il bacio, infila una mano tra i capelli e la posa alla base del mio collo. Con l'altra mi tira verso di sé, il seno che cozza con il suo petto solido.

Colpita da una stella 🌌 /// Paulo Dybala (Completa)Where stories live. Discover now