Capitolo 51

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Leonardo's pov

"So don't give up
Well I, won't give up
No, now don't give up.
Well I-'Cause there must be angels
Well there must be angels.
Well there must be heaven in this hell that I'm livin'.
'Cause heaven seems to be so forgiving."
-Tom Walker

Ottobre 2018

Aprii la valigia, assicurandomi di aver inserito tutto il necessario all'interno.
Contai sulle dita del palmo della mano di aver portato tutto con me: bagnoschiuma, asciugamani, ciabatte, pettine(non ero io ad essere vanitoso ma serviva a Paulo), shampoo... oh merda!
Non avevo visto affatto quel flacone verde di shampoo, merda avevo dimenticato l'oggetto più importante da casa, forse me l'aveva fregato Elsa.

Chissà a cosa le sarebbe servito, dato che il mio fosse un prodotto unicamente anti forfora e lei no ne aveva tra i capelli. Forse a Rita le sarà venuto qualche progetto in mente di scienze e utilizzeranno il mio shampoo per uno dei loro assurdi esperimenti. Intanto io non potevo lavarmi a secco, l'unica possibilità che mi restava era quello di chiederlo a Paulo o a Mattia, per l'ottava volta di seguito in 9 partite.

"Leo, ci sei ancora fra noi o ti sei catapultato su Marte?"mi richiamò per l'ennesima volta Mattia, agitando una mano per aria assicurandosi di non essermi incantato ancora una volta.

"Oi dimmi fra'."dissi, il mio migliore amico alzò ancora una volta gli occhi al cielo: odiava ripetere le stesse cose per due volte di seguito, ma la colpa non era affatto mia se ogni due secondi rischiavo di incantarmi.

"Dicevo, questa sera ci sei dopo gli allenamenti per una cena al ristorante?"la sua proposta era allettante, nonostante mi sentissi stanco dopo la partita Juventus-Chievo a Verona, avevo proprio una gran voglia di godermi un'ottima cena al ristorante.

"Ci sta dai."risposi, per un attimo gli occhi del mio migliore amico s'illuminarono.

"Finalmente! Estoy tan feliz de tu presencia en el restaurante. Salías una vez a la semana."esclamò Paulo con il suo solito accento argentino e mi abbracciò come se non mi vedesse da una vita. Sorrisi comunque, sebbene non avessi capito le sue parole e l'unico vocabolo spagnolo che conoscevo era 'despacito'.

Era vero, i ragazzi spesso si lamentavano della mia assenza dopo le partite, specie in questi ultimi due anni. Ad ogni uscita e serata in discoteca per festeggiare la nostra vittoria o pareggio, o per tirarci su della sconfitta, partecipavo con piacere. Ormai era diventato una sorta di rito. Si erano anche aggiunti il mister e il presidente li assieme a noi, da quanto le loro mogli li avevano piantati in asso parevano ringiovaniti e trascorrevano le loro serate libere in qualche pub di Torino.
Frequentandoci tutte le mattine per gli allenamenti e condividendo le stanze assieme durante le trasferte aveva contribuito a rafforzare il nostro legame, era così bello goderci una serata tranquilla senza avere tutte quelle preoccupazioni e le mille ansie dei gol che ti tormentavano.
Dei problemi in famiglia altrettanto.. .

"Davvero amico; non ce la facevo più a vederti così... così riservato."esordì a sua volta Mario Mendes, feci un pò di fatica a capire le sue parole a causa della sua bocca piena di salame appena mangiucchiato.

"Ehi! E così tu mi avresti offerto il tuo panino con mozzarella, insalata, pomodori e salame? Maiale! Sono indignato!"sbottò Federico, causando le risate generali di tutti. Quei due comici erano un'accoppiata vincente!
Dopo un pò ripensai alle parole del mio amico: riservato. Che significava?

Due Battiti Cardiaci In Un CuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora