Capitolo 16

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Elsa's pov

"I baci sul collo li ha inventati il diavolo"
-Crisi,CR7

Salii sul pullman, mentre mio fratello continuava a ignorarmi e non parlarmi. Invece di stare a stretto contatto e di scherzare come due fratelli normali, preferiva ignorarmi e di stare con i suoi amici, mentre io avrei assunto la parte del soprammobile a cui nessuno da importanza. Se vi dicessi che Leonardo era arrabbiato era poco, era completamente furioso per essere stata a stretto contatto con un giocatore della sua squadra rivale e per non averglielo detto. Era per questo che avevo deciso di non raccontargli nulla di Rizzi, sapevo che andava su tutte le furie eppure sono stata una sciocca perché sapevo che un giorno lo avrebbe scoperto. Ma trovavo tutto questo assurdo, come poteva odiare un ragazzo solo perché apparteneva a una squadra rivale? Come poteva proibirmi di frequentare persone con cui mi trovavo bene? Ok, magari io e Rizzi ancora non ci tolleravamo, però era nata una sorta di 'amicizia', quindi non vedevo il motivo per cui non possa continuare a frequentarlo.

Vedere la faccia di mio fratello delusa è come ricevere una pugnalata al cuore, sembrava di aver a che fare con mia madre in questo momento: anche una minima sciocchezza la fanno pesare; solo perché sono diventata 'amica' di Lorenzo Rizzi è  arrabbiato e deluso. Per questo lui e mia madre vanno molto d'accordo: sono fin troppo severi da toglierti il fiato di dosso, capivo il suo ruolo di fratello maggiore ma non poteva comandare a bacchetta la mia vita.

Sconsolata, andai a sedermi nei posti in fondo, in cerca di consolazione da qualche mio amico o anche da mio fratello. Fortunatamente trovai posto vicino ad Bruno, era un mister che si faceva rispettare e un buon consigliere, magari mi avrebbe consigliato o avrebbe convinto mio fratello a parlare con me. Vidi Leonardo che guardava verso la mia direzione e scuoteva il capo amareggiato, in quel momento avrei preferito sprofondare nella sedia per fuggire da lui o prenderlo a schiaffi per il suo comportamento da idiota. Bruno continuò a fissarmi, magari se n'era accorto che qualcosa non andava dalla mia faccia, ma non proferì parola. Volevo chiedergli un consiglio, magari lo avrei seccato o questa volta non sarebbe stato in grado di capirmi oppure mi avrebbe rimproverata a sua volta. Ma questo drappo in gola che avevo era tremendo, dovevo vuotare il sacco con qualcuno per sentirmi meglio, lui mi sembrava l'unica persona disponibile al momento.

"Massimiliano."picchietai le dita sulla spalla  per attirare maggiormente la sua attenzione. Appena si voltò verso di me il suo sguardo si addolcì.

"Dimmi tutto, piccola Elsa."da quando mio fratello giocava nella Juventus ed io ero solo una bambina di 5 anni, iniziò a chiamarmi piccola Elsa. Secondo lui ero una bambina vivace, soprattutto allo stadio e secondo lui un giorno mio fratello sarebbe stato capace di trasmettermi la sua stessa passione, il calcio. Aveva ragione.

"Secondo te, Leonardo è capace di restare arrabbiato per molto tempo?" Lo fissai per qualche secondo e vidi molta confusione sul suo volto, forse era meglio se non gli rivolgevo questa domanda, magari non saprà darmi una risposta valida. D'altronde lui era solo il mister e allenava la squadra, non sapeva le vite private dei ragazzi.

"Dovresti saperlo tu, è tuo fratello. Io alleno i ragazzi ma non ricopro anche il ruolo di psicologo."esordì ridendo, mentre io mi incupii capendo che mio fratello avrebbe riferito tutta alla mamma, entrambi mi avrebbero ribadito che dovrei cambiare e che non adoravano la mia personalità.

"Si, scusa."risposi in preda ai singhiozzi. Sembrerei un'idiota per aver pianto per un litigio di mio fratello, ma lui era dolce, solo che dava troppo peso al conto della mamma, cercava di migliorarmi perché era 'per il mio bene'.

Due Battiti Cardiaci In Un CuoreWhere stories live. Discover now