Capitolo 39

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Elsa's pov

"Siamo troppo pazzi e sognatori per affrontare la realtà. A volte un pò troppo monotoni per divertirci."
-Elsa

"E adesso siete contenti che tutta Napoli sta spargendo questa notizia su di noi, infangando il nome della nostra squadra? PUTTANAH MAIALAH! Non me ne va una giusta." Sbottò per la milionesima volta Max Bruno, colpendo di tanto e in tanto un sedile del pullman.

Marchetti lo incitava alla calma, ma i suoi tentativi sembravano vani. Aveva tutte le ragioni per essere arrabbiato con la sua squadra, comparire su tutti i telegiornali per essere stati coinvolti in una rissa. Il titolo di giornale faceva intendere la vicenda: 'Rissa e Insulti tra Napoli e Juventus, che siano delle squadre nemiche?' Eppure la mamma si era raccomandata un sacco di volte di non finire nei guai, a quanto pare Leo non amava astenersi dalle risse.
La squadra continuava a fischiettare in silenzio, indecisi su cosa dire e come agire una volta giunti allo stadio San Paolo, dove i tifosi non gliel'avrebbero fatta passare liscia.

"Ok, forse abbiamo esagerato. Ma possiamo sempre chiedere di rimuovere la notizia, lo sai che a volte tendono ad esagerare per ingigantire la vicenda."mormorò mio fratello, guadagnandosi un'occhiataccia da parte mia.

Neanche io ero contenta dei loro comportamenti da bambini, ero rimasta delusa dai loro atteggiamenti stupidi nei confronti di una squadra rivale. Sembrava di non conoscerli più, questi non erano i ragazzi che ho sempre conosciuto e questo non era mio fratello che aveva da sempre vissuto in casa. Questi non potevano essere loro, non poteva essere la squadra che avevo da sempre ammirato e sostenuto.

Sperai solo che dei brutti alieni si fossero impossessati di loro e quelli fossero solo dei brutti cloni. Ma quanto pare non avevo mai conosciuto mio fratello per davvero, a quanto pare ero stata una stupida nel credere che in questo tour mi sarei divertita senza nessun controllo da baby-sitter.
Dire che ero ferita era poco, un'altra volta mi avevano dimostrato di non fidarsi di me, impedendomi di frequentare chi volessi.

Costava tanto darmi fiducia? Eppure non ero una ragazza che amava sempre mettersi nei guai, frequentando gente pericolosa, so perfettamente con chi vado incontro, e i giocatori del Napoli non erano pericolosi.

"Questa volta no. Vi assumete le vostre responsabilità. Ho sempre cercato di coprire le vostre cazzate, per il bene della squadra e della vostra reputazione, ma adesso ne ho abbastanza delle vostre stupide cazzate."sbottò nuovamente Bruno , dando man forte ad Marchetti ed entrambi tornarono ai loro posti.

"Ragazzi, e se diciamo al mister che gli vogliamo tanto bene? Che dite, ci perdonerà?"domandò George , mentre mio fratello e Paulo si batterono una mano in fronte per la sua stupidità.

Era logico che Allegri fosse arrabbiato più di tutti con il numero 3. Lui era il capitano e doveva dare il buon esempio alla squadra, non farsi coinvolgere nelle risse e supplicare il mister come se non fosse accaduto nulla. Ma la cosa che mi faceva più rabbia era che nessuno ascoltava davvero le parole del mister, nessuno era preoccupato della reputazione della squadra, come se le loro gesta fossero state imprese eroiche di cui andarne fieri. Non poteva essere così!

"Non avete nulla da dire?"esordii, richiamando l'attenzione della squadra anche se con scarso successo. Chi era preso dal loro telefono e chi guardava fuori dal finestrino, ma nessuno se ne preoccupava davvero.

Due Battiti Cardiaci In Un CuoreWhere stories live. Discover now