Prologo;)

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Quando giochi a calcio, non dai conto a nessuno: non pensi all'arbitro che fischietta imperterrito, non pensi ai tuoi compagni di squadra, non pensi ai tifosi che ti incitano. No, ci siete solo tu e il pallone..

Elsa's pov

Il mio cuore appartiene al calcio, non posso fargliene una colpa. Adoro il calcio fin da bambina, dalla tenera età di 5 anni quando, entrai allo stadio per assistere a una delle partite di mio fratello. Vedevo un giovane Leonardo che correva con i suoi compagni di squadra dietro a un pallone, all'epoca ero troppo piccola per capire cosa stesse facendo. Infatti esclamavo nel bel mezzo dei coretti "Leo, dammi la palla" "Voglio la palla!" I suoi amici scoppiavano a ridere e lui mi mandava vari baci dal campo, mentre l'arbitro suonava il fischietto insistentemente.

Il mio è un nome davvero particolare: Elsa. Deriva dall'antico tedesco e il suo è un significato davvero particolare che mi ha accompagnata nel corso degli anni:"attiva". Attiva, ed io lo sono in tutte le sfaccettature.

Da quel momento fu amore a prima vista tra me e il pallone. Tutte le mie coetanee credevano nel colpo di fulmine quando incontravano l'amore, il mio era un colpo di fulmine "particolare": invece di andare dietro a un ragazzo palestrato correvo dietro a un pallone. Il mio sogno più grande era quello di entrare a far parte in una squadra femminile, magari una Juventus femminile. Non per soldi, non per la fama, solo per sentirmi libera in mezzo al campo e avere la soddisfazione di fare un gol, di passare le mie giornate a giocare a calcio ed essere me stessa.

In questo ambiente ognuno può divertirsi come vuole, fare squadra, entrare in competizione senza che sfoci in odio, ognuno può fare una battuta senza guadagnarsi occhiatacce o essere giudicati, anche se sono sempre stata una persona che non si è mai sminuita di fronte agli altri, teneva testa alta a tutti e non dava peso ai giudizi, sono solo parole dette al vento.

Mia madre non ha mai appoggiato questa passione. Lei è la classica donna con una carriera da mandare avanti, alla quale importa solo i soldi, le classi sociali e il lavoro. Mentre la famiglia è all'ultimo posto. No che non mi amasse, ma non percepivo il suo amore. Mai un "ti voglio bene", mai un "sei unica". Non mi chiede mai se sto bene, nemmeno quando avevo passato il mio periodo nero a causa del divorzio dei miei genitori. Le uniche domande che fa sono sempre le solite, ormai potrei presentarle a un quiz televisivo:"cos'hai a scuola?" "Che voto hai preso al compito di matematica?" "Lo sai che se non mi soddisfi ti mando un week-end per punizione da tuo padre?" Quanto detesto quella donna!

Menomale che c'è sempre stato Leonardo(anche se non è sempre stato presente a causa della carriera da calciatore, ma non posso fargliene una colpa), è sempre stato il mio punto di riferimento in tutto, mi guidava per ogni cosa e mi ha perfino accompagnato il primo giorno di scuola del primo anno di liceo. All'età dei 14 anni ero una ragazza spenta: mio padre non aveva ottenuto la mia custodia e mia madre tornava ogni sera ubriaca. Non cucinava, non stirava, non faceva le solite faccende domestiche, non ci prepara dolci, si ubriacava ogni sera ed io dovevo accudirla, visto che Leonardo era fuori con la squadra. Però l'ammiro, dopotutto continua a badare a me e mio fratello facendo l'impossibile, una mamma che si fa sempre in quattro per noi e non c'è mai stata lontana, tranne in quei periodi bui.

Leonardo ora ha una carriera da 12 anni, attualmente ha 28 anni ed io 17, ma sembro io quella più grande poiché sembra che abbia bruciato le tappe. Mamma non svolge nessuna faccenda domestica a causa del lavoro, Leonardo quando torna a casa e sono rare le volte in cui alloggia in casa nostra 3 giorni si rilassa totalmente, ed io non svolgo nessun'attività, se non quella di giocare a calcio coi ragazzi di 11 anni del mio palazzo(sembrerei infantile, ma non ho altre compagnie). Gioca in una delle squadre più forti della Serie A: la Juventus. È sempre stato il suo sogno, e ben presto anche io voglio far parte del suo mondo. Ho sempre sperato in futuro di fondare io stessa una squadra.

Molti dicono che sia un sogno impossibile, che dovrei smetterla di sognare e ci sono priorità più importanti come la scuola. Ma sento che il calcio è più di una passione, è il mio pensiero fisso quando mi sveglio al mattino, ogni volta che vedo mio fratello segnare un bel gol scatto in piedi felicissima, pensando di ritrovarmi anche io in quel campo con delle compagne di squadra. La scuola non fa per me, il calcio solo riesce a rendermi felice.

Ogni volta una persona mi chiede sempre se sono felice, do una risposta ben diversa riferita al calcio, lascio perplessi milioni di persone, ma non hanno capito che ne parlo perchè sono felice solo quando mi ritrovo davanti un pallone.

"Sei felice?"

"Se gioco a calcio, sì"

Due Battiti Cardiaci In Un CuoreWhere stories live. Discover now