Capitolo 49

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Elsa's pov

"Dimmi perché resti con me.
Sono uno stronzo,lo sai più di me."
-Nashley

"Mi raccomando Elsa, i compiti."disse per la milionesima volta mia madre, facendomi roteare gli occhi al cielo.

I compiti, compiti e compiti. Solo queste erano le sue uniche parole. Quando avrebbe smesso di pensare alla scuola e di concentrarsi sul mio futuro, quello vero? Forse mai. Lei e la scuola ormai erano diventate un'unica cosa, non smetterà mai di tormentarmi.

E adesso che ci sarebbero stati gli esami di maturità ad attendermi, mi avrebbe rotto le scatole chiedendomi fino allo sfinimento quale fosse l'università adatta a me. O non capiva o fingeva di non farlo, fin da bambina il mio ed unico sogno era quello di diventare una famosa calciatrice, proprio come mio fratello.

Papà lo aveva accettato, non poteva farlo anche lei? Oppure fingere che questa decisione le andasse giù, sarebbe stato meglio per entrambe.

"Rita come sta andando a scuola? Ho saputo da sua madre che la sua media è un pò calata ultimamente: un impreparato in fisica e un cinque in francese. Dovrebbe mettersi in carreggiata con lo studio, questo è l'anno più tosto, Elsa.

Però sono certa che recupererà, studentessa più eccellente dello studio di lei non ce n'è."ormai il suo discorso sembrava una cantilena, sempre la stessa storia. 'Rita è magnifica, Rita studia tantissimo, Rita è una campionessa, la prodigia della famiglia.'

"Potresti chiederle di darti una mano nello studio, lo farà volentieri. Dopotutto, a questo servono le amiche. No?"chiese nuovamente, a quel punto alzai gli occhi al cielo. Ormai stanca di questa situazione.

Io ero migliore amica di Rita e basta. La nostra era un'amicizia indissolubile, legata dal filo rosso come raccontava l'antica leggenda giapponese. Non aveva secondi fini, perché mia madre non riusciva a capirlo?

Per lei gli amici erano solo un piccolo trampolino per arrivare al successo, solo per interesse. Mi spiaceva per lei ma non ero fatta di questa pasta. Allo stesso tempo sarebbe stato inutile discutere, ascoltava solo ciò che volesse. Forse avrei avuto più fortuna con i muri... .

"Non so quante volte me lo abbia detto mamma, ho capito. E no, non userò mai la mia migliore amica per eccellere nello studio, non so se lo capirai mai. Comunque hai più notizie di Leonardo?"

Da diversi giorni la sua camera era vuota, andava agli allenamenti da come potevo evincere dalla foto pubblicate su Instagram e dormiva a casa di Paulo.

Una volta tornati nella nostra città ha provato a rassicurarmi e a portarmi agli allenamenti. Tentativo invano, non ero in perfetta forma. Così per lasciarmi metabolizzare la cosa se n'era andata da Paulo, convinto che la sua presenza in casa mi avrebbe fatto star male.

Volevo solo stare per conto mio, ma adesso sentivo la sua mancanza. Star sola non significava privarmi della presenza di Leonardo.

"Dice che quando vuoi torna a casa, sente la tua mancanza."fece una pausa per poi ricominciare a parlare, "però vuole lasciarti tempo, per metabolizzare mentalmente il ritorno e i vari avvenimenti accaduti lì."

"Può tornare anche adesso a casa, ho bisogno di lui in questo momento."

"Menomale! Perché già questa sera sarebbe rientrato a casa. Capisco quel piccolo incidente in mezzo al campo e lo scandalo tra te e quel, quel portoghese... quell'attaccante forte... come si chiama? Christian? Carlo?"

Due Battiti Cardiaci In Un CuoreWhere stories live. Discover now