Capitolo 05

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Elsa's pov

Ti direi che il calcio è uno sport semplicissimo, ma non è affatto così...

Per tutto il viaggio ero stata nel silenzio assoluto, riflettendo sul mio comportamento da "immatura" che avevo avuto un questi giorni, che ho da sempre in realtà. Vedevo mio fratello felice e spensierato con i suoi compagni di squadra, avevo provato anche io a interagire e l'unica cosa che sono riuscita a fare è quella di ridere a crepapelle. Successivamente avevo rovesciato del latte addosso a un vecchio e stavo per cadere addosso a un bambino, inutile dire quanto Leonardo fosse imbarazzato, mentre Paulo continuava a ridere e Mattia mi dava delle leggere pacche sulle spalle. Ora starete pensando che mi avesse sussurrato una bella parola di conforto all'orecchio, invece di dirmi "tranquilla, non è colpa tua.", mi aveva detto "imbranata come sei riusciresti anche a cadere dall'aereo!" Bhe, me lo aspettavo.

Una persona imbranata come me non potrebbe mai avere speranze con un bel ragazzo, sono troppo imbranata e sfigata per i suoi gusti. Con Mattia avevo sempre avuto un bel rapporto, anche se mio fratello m'impediva di starci a stretto contatto perchè ai suoi occhi sono ancora la dolce e tenera sorellina innocente, che non può ancora provare esperienze coi ragazzi. Non intendevo il sesso, ma almeno un fidanzato lo vorrei.

Però Mattia mi aveva sempre sostenuta e la stessa cosa anche Paulo, anche se per un periodo fu difficile per entrambi starmi vicino: avevano preso una cotta per me e volevano che decidessi con stare, lanciando la classica monetina testa o croce. Alla fine persero la testa per Valentina, una modella ucraina di bell'aspetto, lasciando definitivamente l'ossessione per me.

Leonardo gironzolò avanti e indietro per l'hotel di Napoli, il più importante e prestigioso della città: UNA Hotel Napoli. Affacciato sul lungo mare della città. Onestamente ero rimasta sorpresa dalla visione di questa città: mi aspettavo di vedere persone con collane al collo e pistole in mano, con della droga davanti... . Invece avevo notato semplicemente persone che passeggiavano per il lungo mare, anche se un bambino con il cappello del Napoli ci guardava male, sarà perché ero in compagnia con la Juventus, la squadra più odiata del Sud. Stessa cosa vale per noi, il Napoli è la squadra più odiata di Torino. Tra odio reciproco, non può nascere l'amore. Da bambina chiesi a mio fratello se potessi comprarmi il cappello del Napoli, all'epoca non capivo nulla, ero solo una bambina. Leonardo, come una persona molto normale, mi portò in chiesa perché avevo dei peccati da espiare. Lo raccontai a Paulo, rise per una settimana intera e lo taggava su Twitter sotto tantissimi post. Ok, riconoscevo di non essere molto normale, ma con dei pazzi non migliora la situazione.

"Allora, io e Mattia dovremmo stare al centro campo come difensori, Rinaldi dovrebbe fare l'attaccante con Paulo, Jo in difesa, Costa anch'esso in difesa..."mio fratello stava ripassando quel maledettissimo schema da mezz'ora. Capisco che fosse molto in ansia, quando non giocava in casa andava facilmente in panico. I giornalisti a Torino lo conoscevano molto bene e non pubblicavano mai qualcosa di cattivo su di lui se sbagliava qualcosa durante una partita. Invece negli altri posti era conosciuto solo come il famoso difensore della Juve. Gliene combinano di tutti i colori, scrivevano articoli su articoli basati sulle menzogne, notizie assurde.

"Andrà tutto bene."gli risposi, rassicurandolo con un gesto della mano. Sfilai il telefono dalla tasca e notai ben 30 chiamate perse, una sola persona poteva arrivare a far tanto: Rita Miller. Mi diressi verso la porta della camera d'albergo, ma mio fratello non mi avrebbe sicuramente permesso di andar via non prima di aver risposto al suo interrogatorio.

"Dove pensi di andare?"ecco, era lì vicino alla porta per farmi il solito interrogatorio da FBI. Lo ribadii: doveva fare il poliziotto, non il calciatore. Alzai gli occhi al cielo ed esordii un:"a fare un giro per l'albergo." "Senza averlo sistemato?"rispose, indicò i panni buttati a casaccio su letto e le valigie sparse per la camera. Questa camera d'albergo era molto piccola, solo un bagno, un salotto con una piccola televisione e due letti matrimoniali per me e mio fratello. Non sapevo dove mettere i miei vestiti e avevo pensato di poggiarli sul letto. Ero sempre stata disordinata, le faccende di casa anche quelle più banali le avevo sempre odiate. Di conseguenza mi comportavo così negli altri luoghi, del parere degli altri me ne importa ben poco.

"Poi sistemerò"risposi vaga uscendo dalla camera.

"Dovresti essere più ordinata sorellina!"urlò di rimando, ma me ne fregai delle sue parole. Se pensa di comportarsi da mammina si sbaglia di grosso. Detestavo sottostare agli ordini degli altri e m'importa ben poco delle raccomandazioni che gli ha fatto mia madre. Già non mi permetterà di uscire, non posso permettergli di darmi degli ordini come se fosse mia madre.

Scesi verso la reception, non sapevo esattamente cosa fare e la mia voglia di restare chiusa in quella camera era pari a zero. Non volevo nemmeno uscire a fare una passeggiata per Napoli, non conoscevo questa città, è nuova ed è pure molto pericolosa, mi è bastato Gomorra come programma Tv per spaventarmi. Avevo paura di ritrovarmi qualche persona con una pistola al collo verso il lungo mare. Mi sedetti su una delle tante poltrone presenti nel salone, ero così annoiata e decisi di chiamare Rita. Uno squillo. Due squilli. Poi udii la sua voce squillante così fastidiosa a telefono. Sicuramente aveva qualche gossip succulente da raccontarmi.

"Elsaaaaa!"urlò la mia migliore amica a telefono, coprii il microfono per non fare figure di merda appena arrivata.

"Non urlare idiota!"urlai di rimando, la mia amica doveva calmarsi, non poteva sul serio gridare per una cosa idiota. I suoi gossip erano pure divertenti, ma non poteva sul serio gridare per una notizia. Ora mi dirà che Miguel se n'era andato ed era felicissima, o che era arrivato un ragazzo dalla Romania ed era pieno di brufoli o un figo.

"Vincenzo se n'è andato e non tornerà più...al suo posto è venuto Luke Hemilton, un ragazzo dell'Australia, occhi azzurri, viso angelico, capelli biondi..."un momento, quante cose mi sono persa?

In una settimana Vincenzo se n'è andato, Miguel altrettanto e vengono nuovi ragazzi nella scuola. Rita doveva assolutamente tenermi aggiornata.

"Potresti togliere il tuo culo dalla mia poltrona, dolcezza?"una voce roca e graffiante mi costrinse ad alzare lo sguardo verso l'alto.

Mi ritrovai un ragazzo moro dagli occhi neri, taglio di capelli moderno, devo dire che è molto basso. Sarà alto 1,63 m, sempre meglio del mio 1,53 m.

"Elsaaa!"gridò Rita, riattaccai il telefono e fissai meglio il ragazzo sconosciuto di fronte a me. Non poteva essere così arrogante da dire a una ragazza di alzarsi da una poltrona nemmeno di sua proprietà, è così privo di cervello. Sperai solo di non avere problemi con lui, mi bastavano già i miei e non ci voleva uno arrogante all'appello.

"Come scusa?"

Due Battiti Cardiaci In Un CuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora