13. Un'inaspettata sorpresa sotto la pioggia

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Spazio autrice: Buonasera lettrici e lettori. Devo scusarmi con tutti voi per l'ENORME ritardo di questo nuovo capitolo, ma tra esami e lezioni sono stata molto impegnata e non sono riuscita a pubblicare prima. Spero che questo nuovo capitolo vi piaccia. E' un po' un capitolo di svolta quindi spero vi piaceranno le sorprese all'interno. Bene, auguro a tutti voi una Buona Pasqua e una buona lettura. Baci 💋 alla prossima.

A svegliarmi quella mattina il dolce suono della pioggia. A malincuore scesi dal letto e andai in cucina per preparare il caffè. Mi sedetti e assaporai ogni sorso guardando la pioggia che aumentava. Mi concentrai solo su di essa, quel rumore costante e martellante, e come in trance tornai a quel giorno.

~ Qualche giorno prima...

Ero quasi arrivata a casa. Ero ancora preoccupata, ma il ritorno di Barry aveva dato un po' di serenità a quella giornata. Avevo i piedi doloranti per via delle scarpe così presi una scorciatoia per arrivare prima a casa. Sentii qualcuno sfrecciarmi accanto, un pensiero riempì la mia mente. Guardai avanti con il timore di dar voce a quel pensiero. Sgranai gli occhi incredula di chi avevo davanti. Era davvero possibile? Che fosse davvero tornato? Chissà se era veramente lui. Avrei voluto parlare, chiedergli qualcosa, ma ero come bloccata, come se mi avessero tolto la voce. Lui era lì con il suo sguardo gelido, mi fissava senza proferire parola. Diminuii le distanze fra noi facendo qualche passo verso di lui. Poi lui abbassò gli occhi come turbato da qualcosa. Si voltò  quasi a voler andare via. Feci ancora un passo in avanti abbastanza per poter prendere la sua mano.

~ No, aspetta! Non andare via.

Sentii la forza della velocità attraversare il suo corpo. La pioggia iniziò a cadere incessante. Lui era ancora voltato. Pensavo mi avrebbe lasciata lì, invece mi sentii trasportata nel vento. Ci fermammo all'asciutto in un vivaio coperto poco distante da lì. Nonostante la super velocità la pioggia era riuscita ugualmente a bagnarci. Lasciò la mia mano e si voltò verso di me. Eravamo così vicini, istintivamente poggiai la mano sulla parte sfigurata del suo viso, quella che tanto lo distingueva. Era lui, lo sentivo, non avevo alcun dubbio. Lui restò fermo a guardarmi. Il suo sguardo non era più gelido, i suoi occhi trapelavano altro. Forse avremmo dovuto parlare, ma entrambi sentivamo che quel gesto era già sufficiente e che niente lo avrebbe rimpiazzato. Restammo così per un po', fermi a contemplare l'uno la presenza dell'altro come in un sogno ad occhi aperti.

~ Io... devo andare.~ lo disse come se non volesse. Si era allontanato da me interrompendo il nostro contatto.
~ Aspetta... Come ti trovo?
~ Sarò io a trovare te.

La pioggia aveva appena smesso di cadere. Mi riservò un ultimo sguardo fugace e poi sfrecciò via.
Io invece restai lì immobile, non riuscivo a muovermi. Ero come bloccata in quel momento. Stava accadendo, era tutto così dannatamente reale. Una parte di me era spaventata a morte, ma l'altra era come sollevata del fatto che fosse ancora vivo. Il pensiero però andò a lei. Perché non si era mostrata stavolta? Forse anche lei si sentiva così. Forse anche lei era spaventata e sollevata allo stesso tempo. Guardai il cielo, c'erano ancora dei nuvoloni enormi che coprivano tutta Central City così decisi di affrettarmi e tornare a casa prima che ricominciasse a piovere.

Arrivai a casa appena in tempo. Deposi il cappotto all'ingresso e tolsi le scarpe, correre sull'asfalto bagnato con i tacchi a spillo non era stata una così buona idea e il dolore ai piedi era raddoppiato. Attraversai la casa fino alla camera da letto, tolsi i gioielli appoggiandoli sulla solita cassettiera accatto alla foto che tenevo di mio padre. Poi presi dei vestiti asciutti e andai a farmi una doccia calda.
Dopo andai in cucina. Sotto la doccia avevo continuato a pensare a quella chiavetta che Savitar mi aveva lasciato, non ricordavo dove fosse, così iniziai a cercarla in giro per casa. Ci misi almeno un'ora prima di riuscire a trovarla, ma alla fine ce l'avevo fatta. Presi il computer e accompagnata da una dolce cioccolata calda e una morbida coperta mi rannicchiai sul divano a guardare di nuovo quel video messaggio. Lo rividi più volte analizzando ogni singola parola. Era Barry, poteva anche essere sfigurato e pieno di rabbia, ma era lui. In fondo Savitar era un duplicato temporale, era la cosa più vicina a Barry che ci fosse. Forse per quello non mi ero mai sorpresa del sodalizio tra lui e Killer Frost. Se c'era una persona che poteva stare al mio fianco percorrendo il lato oscuro quello era di sicuro Barry.
Chiusi il computer posandolo insieme alla tazza sul tavolino che avevo accanto al divano. Fuori intanto infuriava un violento temporale da non far uscire neanche i cattivi. Così scivolai ancora di più nel mio comodo divano perdendomi nei miei pensieri.

" Stay "Where stories live. Discover now