3. Frost

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27 Luglio 2017
Caitlin Snow
Central City, ore: 18.23

Frost,
Ultimamente sei più forte del previsto, i ricordi sono sfocati come sempre, ma ho capito che ti stai dando da fare per Amunet. Quando leggerai questa lettera io avrò perso il controllo; ti prego prima di fare qualsiasi cosa, leggila, è anche nel tuo interesse. Amunet ci ha mentito, doveva solo aiutarci senza farci sporcare le mani con i suoi affari; invece ti sta raggirando, siamo sole io e te, dobbiamo imparare a convivere l'una con l'altra, non possiamo continuare in questo modo. Frost so che c'é del buono in te e so che sei ferita perché lo sono anch'io, tutta la storia con Savitar e Barry ci ha segnato e so anche che ti senti tradita, ma non puoi fidarti di Amunet o di chiunque ammiri i tuoi poteri, vogliono controllarti, anzi controllarci. Hanno capito le nostre debolezze, dobbiamo stare attente, molto attente... sento che stai arrivando, i dolori sono più forti. Ti prego Frost rifletti, non immischiarti in affari da cui non possiamo uscire. Pensa...

La penna le cadde dalle mani prima di riuscire a finire la frase, i capelli si tinsero di bianco e gli occhi si trasformarono in due sfere di ghiaccio. Killer Frost si guardò intorno, vide la lettera e lesse le prime parole, appallottolò il foglio e con una smorfia la depose nel cestino. Poi si alzò e si diresse verso la camera da letto per cambiarsi d'abito, odiava i vestiti di Caitlin, ecco perché ormai anche lei aveva una parte dell'armadio riservata. Si cambiò velocemente e uscì di casa. Aveva un appuntamento con Amunet per le 19.00 e non voleva assolutamente fare tardi.

Amunet la aspettava fuori dal locale, era indaffarata e andava di fretta, le consegnò un foglietto con un indirizzo e le ordinò di andare a controllare se era libero. Killer Frost annuì e iniziò ad allontanarsi lasciando una scia di ghiaccio dietro di sé, si fermò poco dopo ed aprì il biglietto. Quando lesse l'indirizzo restò immobilizzata per qualche istante, conosceva quel posto e anche molto bene, era stato il covo di Savitar per mesi. Mise via il foglio ancora un po' scossa e si diresse verso il magazzino.

Entrò come se non volesse fare rumore per paura di svegliare qualcuno. Attraversò le stanze una ad una con molta calma. Nessuno. Il magazzino era vuoto; mentre controllava le stanze fece molta attenzione ad ogni piccolo dettaglio in modo da essere sicura che non ci fosse traccia di quello che avevano fatto lei e Savitar mesi prima. Arrivata nella stanza più grande controllò con cura ogni angolo. Mentre apriva e chiudeva cassetti si fermò, ce n'era uno che non voleva aprirsi, Killer Frost fece spuntare un piccolo ghiacciolo sulla punta del dito e iniziò a forzare la serratura, appena fu aperto controllò il contenuto. Dentro c'era una chiavetta con un nome sopra: Frost. Ad un tratto sentì dei rumori provenire da fuori, svelta mise la chiavetta in tasca e scappò via. Scrisse un biglietto ad Amunet che lasciò al pub e si incamminò verso casa. Era sicura che all'interno ci fosse un messaggio di Savitar ed era agitata alla sola idea di vederlo. Andò in salotto, accese la tv ed inserì la chiavetta, si sedette sul divano ed aspettò.
Savitar comparse e iniziò a parlare.

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