11. Un doloroso tuffo nel passato

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Quella mattina il risveglio non fu facile, beh non fu un vero e proprio risveglio. Avevo passato praticamente tutta la notte in bianco a dimenarmi nel letto non riuscendo a prendere sonno. Continuavo a vedere il suo viso ovunque mi girassi. Continuavo a ripetere a me stessa che era  soltanto la mia immaginazione. Non poteva. Non doveva tornare.

A essere inquieta quella mattina non ero solo io. Sentivo che anche lei era agitata dalla sera prima.  I ricordi mi avevano tormentata per l'intera notte. Ma non erano soltanto i miei ricordi, anzi la maggior parte erano suoi e tutti includevano la sua, o meglio dire la mia collaborazione con Savitar. Dopo una buona dose di caffè decisi di raggiungere il resto del Team ai Laboratori. Barry era ancora in prigione, noi non avevamo un piano e io non potevo di certo stare con le mani in mano. 

Come tutti i giorni da quando Barry era in prigione non era accaduto niente di rilevante. Iris era andata a trovarlo come ogni giorno alla stessa ora e a parte qualche criminale qua e là, la giornata non aveva portato a nessun miglioramento. Di Devoe non c'era ancora traccia e l'idea di far uscire Barry di prigione era ancora un'utopia. Decisi di staccare prima, dopo la notte insonne avevo solo bisogno di riposo. Durante il tragitto per casa mi era parso di vederlo, d'altronde però anche durante quel giorno avevo avuto la sensazione di averlo vicino. Ma non poteva essere veramente lui. Ecco perché non l'avevo ancora detto a nessuno. L'avevo visto un paio di volte soltanto. Forse frutto della mia fantasia. Forse era semplicemente la mia mente che si prendeva gioco di me. Eppure sembrava così reale. Eppure ogni volta che incrociavo il suo sguardo il mio cuore palpitava quasi a voler andare incontro a quella figura a cui avevo dato tutto. L'avevo sentita per tutto il tragitto verso casa. E quando finalmente arrivai e aprii la porta, mi rannicchiai giù. Ad un tratto la sentii, le barriere cadevano e lei riaffiorava.

Frost si trovò accovacciata a terra e proprio come mesi prima sentiva i propri sentimenti andare in pezzi. Cercava di contenersi ma proprio come l'ultima volta perse il controllo, un ricordo si fece strada nel suo cuore. Era poco dopo la morte di Savitar e lei continuava a non sapere chi era.

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Era appena rientrata, la giornata era stata lunga e Caitlin come al solito aveva rimuginato sul passato. Era persino stata a trovare Cisco, o meglio a spiarlo mentre prendeva il solito caffè al solito bar. Proprio come l'ultima volta non era riuscita ad entrare. Durante la strada lei si era presentata e la dolce Caitlin si era sbrigata il più possibile per arrivare a casa in tempo. Dopo aver oltrepassato la porta lei era apparsa. Si sentiva strana in quei tempi e non capiva cosa le stesse accadendo. Quando si trasformava l'unica sensazione che riusciva a sentire era il freddo, eppure a lei dovrebbe solo renderla più potente. Decise di fare una doccia, l'acqua calda avrebbe aiutato.

Portò la testa all'indietro sotto il getto caldo dell'acqua. Aveva solo bisogno di calore, quello che dalla sua morte gli mancava. Sentiva il gelo nelle ossa e il dolore si era propagato ovunque. Chiuse gli occhi e portò tutto il corpo sotto l'acqua bollente. I capelli si fecero più pesanti e a mano a mano i fremiti iniziavano a scomparire. Non voleva sentire niente. Voleva solo piangere. Ma lei non piangeva, lei era Killer Frost. Una cattiva spietata senza sentimenti. Forse c'era fin troppo di Caitlin in lei. Forse i suoi sentimenti avevano superato tutte le barriere tra le loro due personalità. O forse soltanto si era legata troppo a lui. L'origine dei suoi mali. Da quando Iris l'aveva ucciso lei sentiva un vuoto dentro di se che non era riuscita a colmare in nessun modo. Un altro flashback. Si rannicchiò ai piedi della doccia e diede sfogo alla sua sofferenza. Non sapeva chi era, Killer Frost o Caitlin, in quel momento però entrambe sentivano lo stesso male. Non c'erano barriere tra loro, solo ricordi che si intrecciavano e provocavano ad entrambe un dolore straziante. Un dolore proveniente da tutte quelle ferite riaperte. Era da sola e aveva perso tutto ciò che aveva potuto amare. Ultimamente si era chiesta spesso se era in grado di amare, se sotto tutto quel gelo vi si trovasse un cuore. Tutta quella sofferenza provata in quel momento forse era la risposta, era in grado di amare e aveva amato.

Aveva amato e adesso era tutto finito. Si alzò e chiuse l'acqua, non poteva finirla tutta d'altronde non avrebbe cambiato il suo stato. Tra non molto quella sensazione sarebbe tornata e lei non avrebbe potuto fare niente per evitarla. Avrebbe solo ridato a Caitlin il controllo. Preferiva così in quel periodo, almeno lei riusciva ad attenuare tutto quel dolore. Si mise davanti allo specchio, cominciò a spazzolarsi i candidi capelli e si guardò attentamente. Una volta i suoi occhi erano sempre del colore del ghiaccio brillante, adesso erano spenti. Era come se qualcuno le avesse consumato tutta la sua energia. La verità era che Killer Frost si sentiva svuotata e stava prendendo in considerazione la possibilità di tornare dai suoi amici o meglio di dare a Caitlin la possibilità di tornare a casa da loro.

****

Il ricordo svanì. Si alzò e iniziò a girovagare per casa. E se non fosse solo un'illusione? E se fosse tutto reale? La verità è che lei aveva paura proprio di questo, della verità. Savitar, Barry, o qualunque versione fosse, aveva significato troppo per lei e adesso dopo tutto quello che aveva affrontato e superato non poteva ricadere così in basso. Il fatto era che se Savitar glielo avesse chiesto lei quel salto l'avrebbe fatto senza esitazione, lanciandosi dritta nel vuoto. Il cellulare squillò, era Cisco. Chiuse gli occhi, era  per lei il momento di andare.

Vidi il display accendersi e il nome di Cisco comparire. Lo presi in mano e aprii la chiamata.
~ Ei Cisco. Ci sono novità?~
~ No. Purtroppo no. Ma non ho chiamato per Barry. Ho chiamato per te. Stai bene? Oggi mi sei sembrata strana, infastidita da qualcosa.~
~ No, no. Sto bene. Voglio solo catturare Devoe e trovare un modo per far tornare Barry tutto qui. Sta tranquillo Cisco.~
~ Sei sicura? Sai che con me puoi parlare. Se c'è qualcosa che ti turba puoi parlarmene in qualsiasi momento.~
~ Si, lo so e ti ringrazio per questo. Adesso scusami, ma sono davvero stanca e ho bisogno di dormire. A domani Cisco.~
~ A domani Caitlin.~
Chiusi la chiamata sollevata di averlo tranquillizzato. Quegli interrogativi rimanevano però in sospeso. Decisi di andare a fare una doccia, magari avrei lasciato scivolare via qualche pensiero.

Finita la doccia, mi tuffai nel mio pigiama. Ricordo ancora come se fosse ieri quella notte al karaoke con Barry, dopo mi aveva riportato a casa e da bravo ragazzo si era preso cura di me, quella sera era stato proprio lui a mettermi il pigiama. Mi misi a letto cercando di non pensare a niente e a nessuno. Mi girai su un fianco e l'ultimo sguardo lo riservai alla foto con Ronnie che tenevo ancora sul mio comodino.

I giorni successivi li ricordo tutti esattamente uguali. Niente Devoe, niente Barry e niente colpi di scena o meglio nessuna nuova sorpresa. Ma la sensazione di vedere per strada Savitar era rimasta costante. Non sapevo se era il caso di parlarne con Cisco, ma avevo paura della sua reazione. In fondo aveva anche cercato di ucciderlo. Decisi di tenerlo per me, non c'era motivo di farlo preoccupare e per di più la nostra priorità era far uscire Barry di prigione.

~ Qualche giorno dopo...
Era passato tanto tempo dall'ultima volta che l'aveva visto. Ora lì davanti a lui Frost sentiva quasi una strana sensazione: Sollievo? Felicità? Non saprebbe nemmeno descriverlo, non aveva mai provato quelle sensazioni. Tutto scomparve quando Barry disse a lei e a Cisco che sarebbe rimasto lì in prigione fino a quando non avrebbero trovato una soluzione legale. Voleva riportarlo a casa, ma lui era Flash, lui faceva sempre la cosa giusta così non volle replicare. Si girò ed entrò nella breccia con Cisco. Sapeva però che il team non si sarebbe arreso e che presto si sarebbe rivisti. Forse la prossima volta avrebbe capito cosa le stava succedendo.

Aprii l'armadio e scelsi un bel vestito, ero così contenta che tutto fosse tornato alla normalità. Finalmente Barry era fuori. E dovevo ammettere che non vedevo l'ora di vederlo. Quelle settimane mi avevano fatto riflettere. Senza di lui i laboratori erano così vuoti. Ricordo ancora la prima volta che lo vidi lì, disteso su quel letto. Mi prendevo cura di lui giorno e notte e piano piano mi sono abituata alla sua presenza e all'effetto che aveva sulla mia vita. Ecco perché avevo costantemente paura di perderlo. Dopo Ronnie, Cisco e Barry sono diventati la mia famiglia e non potrei mai sopportare di perdere uno dei due. Vidi l'ora e mi affrettai. Dovevo andare.

Dopo la festa tornai a casa a piedi, avevo voglia di camminare un po' all'aria fresca. Sentii qualcuno sfrecciarmi vicino, sapevo esattamente chi era. Si fermò a circa venti metri da me, alzò il viso e mi guardò dritto negli occhi. Era lui. Era vivo.

Spazio autrice: Buongiorno a tutti con questo nuovo capitolo. Scusate il ritardo ma ho dovuto dare degli esami. Spero come sempre che vi piaccia. Scopriremo di più su Savitar? Volevo introdurlo da un po' e spero la sua presenza vi piaccia. Fatemi sapere le vostre impressioni. Andrò in vacanza 😍 quindi per il prossimo ci rivediamo a Gennaio, spero di riuscire ad ultimarlo presto. Buone feste in anticipo a tutti voi. Baci 💋 alla prossima.

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