12. Don't let Caity die

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~ Noooooo!!~ urlai con tutto il fiato che avevo in corpo e corsi da lei in tempo perché cadesse tra le mie braccia. 
~ Cait, no ti prego resisti.~ vidi gli occhi di ghiaccio spegnersi e i capelli tornare del loro colore naturale.
~ Devo dirti una cosa.~
~ No conserva le forze, Frost... svegliati.~
~ No è importante. Devi sapere che tu sei stato la prima persona in cui ho riposto fiducia dopo che avevo perso fiducia nella vita.~ fece una pausa.
~ E quando sono rinata come Killer Frost mi sono fidata di te un'altra volta, perché sotto tutta quella oscurità eri ancora tu Barry. E in te vedevo casa, ho sempre visto casa.~
~ Cait, io.~
~ No, non dire nulla, va bene così.~ mi sfiorò il viso e mi guardò talmente intensamente da incidere quel momento profondamente nel mio cuore.
Stavo per dire qualcos'altro quando ad un tratto vidi solo nero intorno a me e una terribile sensazione di vuoto pervase l'intero corpo.

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Mi svegliai in un bagno di sudore, mi guardai un po' intorno. Ero a casa con Iris accanto che dormiva profondamente. Dalla luce capii che era quasi l'alba. Mi alzai per andare in bagno.
Era soltanto un sogno? La cosa strana era che non lo sembrava affatto. Era così reale da far quasi paura. Le sensazioni provate poi mi erano rimaste come cucite addosso.
Dopo aver sciacquato più volte il viso andai in cucina per bere un po' d'acqua, controllai Iris. Dormiva ancora. Facendo molta attenzione a non svegliarla mi misi le scarpe e una felpa e poi velocemente uscii di casa. Avevo bisogno di vederla, di vedere che era ancora viva.
Poco dopo mi ritrovai davanti all'appartamento di Caitlin, sapevo dove teneva la chiave di riserva così aprii la porta ed entrai. Andai in camera da letto e la vidi distesa che dormiva serenamente. La sentii respirare ad intervalli regolari e mi sentii molto meglio. Stavo per andarmene quando qualcosa attirò la mia attenzione: la foto sul comodino che ritraeva Caitlin e Ronnie. Erano così felici e ora per colpa mia quella famiglia non avrebbe mai avuto un futuro. Per colpa mia Caitlin aveva perso l'amore della sua vita. Mi ero completamente assorto in quella foto da non notare di essere rimasto troppo e di averla svegliata. Sussultai non appena mi chiamò.
~ Barry!!! Mi hai spaventata! Che ci fai qui? È successo qualcosa? Stai bene?~
~ No, tranquilla. Non c'è niente che non vada e io sto bene. Mi dispiace non volevo svegliarti. Volevo solo controllare che fosse tutto okay, sai con Devoe ancora in giro. Adesso vado.~
La vidi un po' confusa, ma tornò a dormire. Uscii velocemente di casa, controllando però di aver chiuso la porta per bene. Rimisi la chiave dove l'avevo trovata e mi incamminai verso il porto. Non mi andava di tornare a casa. Volevo stare un po' all'aria aperta. Sentivo un dannato bisogno di schiarirmi le idee.
Avevo una brutta sensazione su ciò che avevo visto quella notte. Per qualche assurda ragione avevo come l'impressione che sarebbe accaduto. Mi fermai a guardare l'acqua. Chiusi gli occhi e mi feci cullare dal dolce suono delle onde che si infrangevano a riva. La rividi nei miei ricordi e mi focalizzai sul nostro primo incontro. Non l'avrei mai permesso. L'avrei tenuta al sicuro a qualsiasi costo.
Ma la cosa che mi preoccupava di più era di non essere riuscito a vedere chi avesse ucciso Caitlin. Dovevo scoprire chi era così da poterla proteggere, non avrei rifatto lo stesso errore di Savitar. C'erano così tante domande che affollavano la mia mente, mi accorsi però che il sole era sorto da un pezzo e di aver dimenticato il cellulare a casa, così dovetti mettere da parte quei pensieri e tornare a casa.

Per mia fortuna quando tornai a casa trovai ancora Iris che dormiva. Non mi andava di spiegarle il motivo della mia uscita anticipata. Era ancora presto per andare a lavoro e la città sembrava tranquilla, così decisi di riposare un altro po'. Sentivo addosso ancora la stanchezza del giorno prima e di tutto ciò che era successo. Per non svegliare Iris decisi di stendermi un po' sul divano sperando di non avere altri sogni.

Ero in uno stato di dormiveglia quando accadde. La sentii. Quella voce, quella ragazza. Cercai di dire qualcosa, ma non riuscivo a parlare e neanche a muovermi. Dopo vari tentativi riuscii ad aprire di nuovo gli occhi. Ero sveglio, ma di lei nessuna traccia. Diedi una controllata a casa per sicurezza, ma non c'era traccia di lei. Cosa mi stava accadendo? Chi era? E soprattutto il sogno della morte di Caitlin era legato a lei? Non riuscivo proprio a venirne a capo.
~ Ei amore! Che ci fai qui?~ Iris si era svegliata ed era scesa giù. Mi alzai per salutarla.
~ Buongiorno. Niente, volevo farti una sorpresa dopo tutte le cenette che abbiamo dovuto annullare ma mi sono addormentato. Scusa.~
~ Oh Baby! Non è colpa tua e poi ieri hai avuto una giornataccia. Ricordi cosa ha detto Caitlin?~ per la prima volta quel nome mi fece trasalire davanti ad Iris, che in quel momento mi guardava stranito.
~ Barry? Tutto okay?~
~ Eh! Sisi ricordo cosa ha detto: devo stare a riposo. Ma sai che non mi riesce molto bene.~
~ Lo so. Ma devi provarci. Perché oggi non ti prendi un giorno di vacanza? Se succede qualcosa lo saprai. ~
~ Si mi sembra un'ottima idea. Vado a prepararmi.~ la baciai e andai a cambiarmi. In effetti non avevo proprio voglia di andare ai laboratori. Mi sentivo strano e frastornato dopo tutti quei sogni e non sapevo che reazione avrei avuto rivedendo Caitlin. Era meglio prendersi un giorno di pausa da tutti.

Mi incamminai da Jitters. Da quando ero stato sospeso dal mio lavoro il mondo sembrava quasi più noioso. Quel giorno decisi di non usare i miei poteri se non per le emergenze. Feci tutto con calma rispettando anche la fila per prendere il caffè. Ripensandoci l'ultima volta che avevo passato un giorno senza i miei poteri era stato dopo averli ceduti a Zoom in cambio di Wally. In quel frangente stava quasi per uccidermi e l'avrebbe fatto se Caitlin non fosse riuscita a fermarlo e poi lui l'aveva rapita. Ricordo come mi fossi sentito così inutile, come non riuscissi a dormire e come  l'idea che lei fosse in pericolo a causa mia mi divorasse dentro. Mi accorsi di non aver mai superato quelle sensazioni e che l'idea di perderla mi divorava anche adesso. Pagai e uscii dal locale di fretta. Volevo vederla. Non so cosa le avrei detto, ma avevo bisogno di lei. 

Passai dai laboratori senza farmi vedere. Volevo solo sapere dove si trovava. Stranamente lei non c'era. Così corsi a casa sua, ma non era neanche li. Iniziai a preoccuparmi. Non sapevo cosa fare, così andai a cercarla per l'intera città. 

~Forse il posto in cui la trovai l'avrei dovuto immaginare molto prima.

Il cimitero era praticamente deserto. Lei era in piedi davanti a quella lapide senza proferire parola. Aveva la testa inclinata verso il basso e qualche lacrima le bagnava il viso candido. Forse non avrei dovuto. Forse avrei dovuto semplicemente andare via. Ma dopo quei quattro anni passati insieme e gli ultimi avvenimenti l'unica cosa che mi sentii di fare fu andare da lei.
Mi avvicinai cercando di non spaventarla. Sentita la mia presenza si voltò subito verso di me. Voleva dire qualcosa, ma fui più veloce. La strinsi in un abbraccio proprio come avevo fatto dopo la sua morte. Lei non disse niente, appoggiò semplicemente la testa sul mio petto e iniziò a piangere silenziosamente stringendosi sempre di più a me.
Nessuno dei due aveva voglia di parlare, quel contatto era sufficiente. Dopo un po' lei si staccò da me e si asciugò le ultime lacrime. Poi alzò il viso e mi guardò negli occhi.
~ Grazie.~ disse solo quello. 
Le sorrisi e insieme ci incamminammo verso la sua auto. Arrivati lì lei si era già ripresa. Riusciva sempre a sorprendermi la forza con cui superava tutto.
~ Posso farti una domanda? ~
~ Si certo. ~
~ Come facevi a sapere dov'ero?~
~ Non lo sapevo. Ti stavo cercando e ti ho trovata qui. Scusami. ~
~ No, non devi scusarti. Ad ogni modo volevo chiederti un'altra cosa. Come hai fatto stanotte ad entrare in casa mia? Sei passato attraverso perché non ricordo di averti rivelato il nascondiglio della mia chiave di riserva.~
~ Ne sei così sicura!?~ istintivamente iniziai a ridere.
~ No, impossibile. ~
~ Beh dovevamo pur entrare in casa quella sera.~
~ Non posso credere che te ne ricordi ancora. ~
~ Scherzi vero! Ricordo quella sera nei minimi dettagli. Non ero io lo sbronzo.~ lei mi guardò e ridendo mi diede un pugno sul braccio.
~ Va bene Mr Allen. Si può sbagliare ogni tanto.~
~ Non sarò io a giudicarla Dottoressa Snow.~ rise di nuovo. Aveva una bella risata. All'inizio non rideva mai e farla ridere è sempre stata una delle mie vittorie più grandi.
~ Vuole per caso un passaggio Mr Allen?~
~ La ringrazio Dottoressa Snow, ma il mio dottore mi ha messo a riposo dal lavoro. Quindi camminerò un po' per la città. ~
~ Beh deve sempre ascoltare il suo dottore. Ho sentito dire che è una tipa in gamba. ~
~ Si abbastanza. ~
Sorridemmo entrambi. Aspettai che salisse in macchina e poi la guardai andare via. Non distolsi lo sguardo fino a quando la macchina non scomparve dalla mia visuale.

"Don't let Caity die." Erano le ultime parole che mi aveva detto Frost nel Flashtime. E non l'avrei permesso. Non l'avrei mai permesso.

Spazio autrice: Buonasera e buon anno a tutti voi 🥳. Ed eccomi con questo nuovo capitolo come promesso a Gennaio. Spero come sempre vi sia piaciuto. Mi sono accorta rileggendo i capitoli di evidenziare spesso il dolore di Caitlin, ovviamente non voglio renderla fragile. Lei è una donna molto forte, volevo solo mettere in evidenza tutto ciò che ha passato e tutta la sofferenza che non fa trasparire quasi mai. Spero la pensiate come me, in caso contrario potete espormi le vostre idee con un commento 😉. Fatemi sapere cosa ne pensate. 
Baci 💋 alla prossima.

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