8. Un cuore a pezzi

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Mi alzai presto quella mattina. Era da un paio d'ore già che mi rigiravo tra le coperte cercando di recuperare il sonno perduto. Erano stati giorni pesanti e nonostante fossi stanca il mio cervello non voleva proprio smettere di pensare. Da giorni mi ossessionava con un unico pensiero, Barry Allen. E ogni volta che cercavo di addormentarmi lui tornava a tormentarmi. Il matrimonio era ormai passato. Iris era diventata la signora West-Allen e io dovevo solo accettarlo. Quel matrimonio doveva essere un nuovo inizio. Dovevo smetterla di pensare a Barry, ma mentirei se dicessi che al matrimonio ero felice di essere al fianco della sposa. Prima dell'entrata di Iris continuavo ad osservare Barry. E perché no ho anche pensato: e se ci fossi io al suo posto? Se fossi io a dover diventare la signora Allen. Era strano: i fiori, gli amici, tutte le decorazioni ed io ero a pochi passi da lui. Il mio ruolo era un altro però. Io stavo dietro alla sposa. Dietro alla signora Allen. Poi Kara iniziò a cantare, Iris fece la sua entrata e tutti volsero lo sguardo verso la graziosa sposa che attraversava la navata; tutti tranne me. Per un attimo mi voltai e tutta la mia attenzione si focalizzò sullo sposo. Aveva gli occhi lucidi. Sapevo che era praticamente da una vita che aspettava quel momento, ma in quell'istante mi si spezzò il cuore lo stesso. Pensavo di farcela, di poterlo superare. Continuavo a sorridere, a ripetermi che dovevo essere felice per loro. Ma una terribile sensazione alla bocca dello stomaco continuava a tormentarmi. Nel tempo antecedente al matrimonio avevo saputo ricoprire il mio ruolo di damigella d'onore ed ero anche riuscita a spostare l'attenzione da Barry, nonostante il matrimonio in questione fosse proprio il suo. Ecco perché in quelle settimane avevo maturato il pensiero di aver solamente confuso quelle sensazioni provate per Barry. In quel momento però mi accorsi di stare mentendo a me stessa e di non essermi affatto dimenticata di lui. Rimasi immobile a guardare, a sognare. Una vita in cui anch'io potevo sentirmi così. Invece mio marito non c'era più. Non mi sarei mai più sentita come aveva la fortuna di sentirsi Iris ogni giorno: amata, protetta e con la certezza di un futuro insieme.

Feci una doccia veloce e poi scesi in cucina a prepararmi la colazione. Non avevo molta fame così preparai soltanto un caffè fumante. Avevo ancora un po' di tempo per me prima di avviarmi ai Laboratori, ma dopo tutto quello che era successo e la momentanea mancanza di Flash, tenevo costantemente il cellulare sotto controllo pronta ad entrare in azione. Chiusi gli occhi e mi concentrai solo sull'aroma del caffè che aveva riempito l'intera casa. Delle lacrime iniziarono a bagnarmi il viso e una terribile sensazione di solitudine pervase l'intero corpo. Era da tanto ormai che mancava Ronnie, ma quella mattina la solitudine che permeava la mia casa era più straziante del solito. Noi non avevamo avuto tutto questo, non eravamo mai andati in luna di miele e in quello che doveva essere il giorno più bello della mia vita lo avevo perso completamente. Avevo imparato ormai a convivere con quel dolore, ma la recente scomparsa dell'uomo che aveva officiato la nostra cerimonia aveva fatto riemergere quelle dolorose ferite. Non solo quelle di Ronnie, ma tutte quelle di cui ero in possesso. Presi il cappotto e mi avviai verso la porta, dovevo andare in un posto prima di dirigermi a lavoro e non potevo trattenermi oltre a casa.

~ Poco dopo Caitlin si trovava di fronte alla tomba del Professore Martin Stein.

Rimasi ferma davanti a quella lapide per alcuni minuti nel silenzio invernale. Non dissi molto, gli avevo già detto addio. Ma quella mattina avevo bisogno di stare da sola e dare un silenzioso addio. Un ultimo saluto e poi mi incamminai verso un'altra tomba. Quando arrivai le lacrime ricominciarono a scendere. Nonostante non avessimo trovato il corpo di Ronnie la prima volta che era stato creduto morto il Dr. Wells aveva insistito per far costruire una lapide anche per lui. Ogni giorno per nove mesi ero andata a trovarlo, ma poi il risveglio di Barry mi aveva allontanato da quella abitudine. Anche qui rimasi in totale silenzio, non c'era niente da dire. Il dolore che riempiva il mio cuore era già abbastanza. Sentii vibrare il cellulare. Dovevo andare agli Star Labs così mandai un ultimo bacio a Ronnie e mi incamminai verso la macchina.

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