37-Per tutto il tempo che resta

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Capitolo a Rating Rosso.

Ringraziai mia madre che, con innumerevoli rimproveri, mi costringeva a tenere in ordine la scrivania. In quel momento era completamente vuota, così fu semplice per Jacob adagiarmici sopra senza simulare le scene dei film in cui qualsiasi oggetto presente sulla superficie veniva scaraventato a terra senza un minimo di pietà. Siamo tipi raffinati, noi.
Quando le mie gambe nude aderirono alla superficie fredda sussultai, stringendo le spalle di Jacob ed affondando il viso nell'incavo del suo collo, baciando e mordendo ogni lembo di pelle fino a lasciare dei segni rossi.

Le sue mani premettero sulla mia schiena, accarezzandola fino al gancetto del reggiseno. Lo sciolse e mi privò dell'indumento, lasciandolo cadere di lato e concentrandosi subito sul mio seno poco prosperoso, stringendolo tra le mani mentre le sue labbra tracciavano il percorso della mia cicatrice, concludendo il tutto stampando un bacio sopra il mio ombelico. Si ritrovò in ginocchio davanti a me, le mani aperte sulle mie cosce e lo sguardo nel mio.

Si lasciò scappare un gemito quando portai la mano destra ad accarezzargli i capelli, mentre l'altra era ancorata alla scrivania, per sorreggermi. Le sue mani salirono fino alle mie mutandine, e mi sollevai leggermente per permettergli di toglierle. Iniziò una lenta tortura di baci, tracciando una scia che partiva dal mio ginocchio e finiva nella mia intimità. Mi morsi l'interno delle guance per non urlare, ricordandomi dei miei genitori a sole due porte lontano da noi.

Indugiai con la mano sui suoi capelli, tirandoli per fargli smettere quella piacevole tortura. Alzò lo sguardo, un sorriso strafottente a incurvare le labbra lucide, sulle quali passò la lingua come se avesse appena mangiato una caramella di zucchero. Si sollevò facendo pressione sulle mie cosce e infilò una mano nella tasca posteriore dei pantaloni neri che ancora indossava. Ne estrasse il suo portafogli e lo aprì, iniziando a frugare all'interno con espressione corrucciata.

"Porco Oliver". Imprecò sotto voce, facendomi ridacchiare. Puntò i suoi occhi nei miei e sapevo cosa stava per chiedermi, così scossi la testa.

"È la mia settimana fertile, scordatelo".

"Dove li tiene tuo padre?". Chiese, spostandosi da me e recuperando la sua camicia dal pavimento per passarmela.

"Scherzi? E se se ne accorge?". La afferrai, infilandola e sorprendendomi per quanto mi stesse grande.

"Noi uomini non ce ne accorgiamo mai". Rispose fin troppo serio. In effetti, Jacob.

"D'accordo, proviamo nel bagno principale, ma fai silenzio". Lo avvertii, avviandomi poi verso la porta ed entrando a piedi nudi nel corridoio, attraversandolo per raggiungere il bagno con Jacob a pochi passi dietro di me.

Aprii ogni cassetto e trovai una confezione di condom taglia XL nel mobiletto sotto il lavandino, tranquillamente adagiata accanto alla schiuma da barba. Ne entrassi uno e lo passai al mio ragazzo, mentre come dei ladri tornavamo in camera mia e ci chiudevamo all'interno. Mi coprii la bocca con le mani per non scoppiare a ridere, mentre Jacob toglieva frettolosamente le scarpe e mi raggiungeva, facendomi tornare alla posizione iniziale sulla scrivania. Feci per togliere la sua camicia ma mi bloccò le mani, fermando i miei movimenti.

"Tienila, sei sexy con i miei vestiti addosso". Sorrise, lasciando il preservativo sulla scrivania e portando le sue mani al bottone dei jeans, slacciandoli e abbassandoli fino alle caviglie, per poi toglierli con i piedi.

"Uh, non ce la faceva più, poverino". Finse di essere addolorato e portò le sue mani ai boxer per togliere anche quelli, ma lo fermai.

"Dovrà aspettare ancora un po'.". Sussurrai, sfiorando la stoffa con il palmo della mano ed infilandola all'interno, percependo il calore della sua pelle contro la mia mano. Lo sentii fremere e subito dopo la sua fronte si poggiò contro la mia, gli occhi chiusi e i denti a mordere il labbro inferiore per sopprimere i gemiti causati dai movimenti della mia mano. Lasciai un bacio sulla sua guancia e ciò lo fece sorridere ed aprire gli occhi.

"Pronta?". Chiese, afferrando il preservativo solo dopo che io annuii. Strappò la bustina e, estraendo il contenuto, lo indossò con facilità. "Non fare commenti, ma tuo padre è messo leggermente meglio di me". Sorrise.

"Potresti non menzionare mio padre mentre facciamo sesso? È imbarazzante". Arrossii fino ai capelli, avvolgendo le braccia attorno alle sue spalle. Rise silenziosamente, per poi tornare serio e scontrare le nostre fronti.

"Ti amo, per tutto il tempo che resta". Disse.

"Per tutto il tempo che resta". Ripetei, confermando ciò che mi aveva detto. Dopo quelle parole si posizionò tra le mie gambe e si spinse dentro di me, tappando la mia bocca con la sua e iniziando a spingere regolarmente, forte abbastanza da scuotere il mio corpo, ogni volta, con innumerevoli brividi.

Mi aggrappai a lui come se fosse un salvagente in mezzo a un maremoto, stringendo il suo corpo e spingendolo quanto più possibile vicino al mio. Eravamo per la prima volta nella mia camera, la stessa in cui per diciassette anni ero rimasta chiusa ed estranea al mondo. Come avevo fatto a finire così? Tra le braccia di un ragazzo che non avrei neanche pensato di sognare? Come aveva fatto lui a fregarsene di tutti e a guardarmi con quegli occhi scuri e profondi? Come aveva fatto a farmi innamorare di lui dopo pochi scambi di parole?

Perché si, io mi ero innamorata di lui da quella verifica di storia, per i suoi post-it gialli pieni di frasi sgrammaticate e snervanti, per la sua insistenza nell'accompagnarmi a casa, per l'appuntamento, per i frullati alla ciliegia e per il parco vicino casa, per l'altalena, per le sue labbra, per il sapore di limoni, per la sua voglia di vivere e di stare bene, perché mi ha fatto amare il football, per mamma e papà, per Greg, per Olly e Samantha, per Tanya e le sue amiche, per la professoressa Ray, per le feste, per il letto d'ospedale e per Luigi XIV. Tutto era successo in fretta, o forse ero io che cominciavo a staccarmi dalla mia vita, a vederla come uno spettatore, qualcuno che non sa come andrà a finire e spera in un lieto fine, ma con un po' di malinconia.

SPAZIO AUTRICE
Sto piangendo, questo capitolo è particolarmente emozionante per me, spero di avervi trasmesso la stessa cosa. Cosa ne pensate?
Continuo a 50 like e 50 commenti.

Finché il cuore batteWhere stories live. Discover now