28-Un piccolo imprevisto

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Samantha's POV

I ragazzi della mia età erano tremendamente noiosi, se poi aggiungiamo il fatto che dovevo passare il tempo assieme a Sophia, la sorella minore di Debby, la situazione peggiorava.
Non che fosse insopportabile, anzi, era anche piuttosto gentile, ma non era proprio il tipo di persona con cui avrei voluto passare del tempo ad una festa.
Che poi perché Debby mi aveva invitata? Ero solo la sorella di Jacob, non eravamo amiche e neanche uscivamo insieme.
Guardai dalla parte opposta della stanza, il tavolo di mio fratello era pieno della gente più popolare della scuola che frequentava l'ultimo anno, tra cui anche Liz. Avrei preferito passare del tempo con lei, ma non volevo staccarla da mio fratello.

"Vado a prendere da bere". Congedai Sophia, alzandomi dal divanetto per dirigermi all'open bar. C'era una vasta scelta di bevande adatte a una ragazzina di sedici anni, ma al momento l'unica cosa che mi attirava era la birra, così ordinai un bicchiere di quella.

Il ragazzo del bar ci mise pochissimo a servirmela, così, una volta preso il bicchiere, fui felice di portarlo alle labbra per rinfrescarmi un po'. Prima che potessi prendere anche solo un sorso, qualcuno mi strappò il bicchiere di plastica dalle mani, lasciandomi confusa.

"Ti sembra il caso di servirle questa roba? Non vedi che è una ragazzina?".
Come avevo immaginato, Oliver Carson stava discutendo con il barista.

"Io faccio solo il mio lavoro, amico, è una festa privata". Alzò le spalle questo, continuando a preparare gli ordini.

"Olly". Lo chiamai.

"Il lavoro che posso farti perdere? Quel lavoro?". Alzò la voce.

"Olly".

"Dovresti almeno guardarle in faccia le persone prima di servirgli alcolici". Continuò.

"Calma, amico, è una birra non Assenzio!". Alzò le braccia al cielo.

Olly fece per ribattere ma io afferrai la sua camicia, strattonandolo per convincerlo a seguirmi in una zona più appartata della festa.

"Qual è il tuo problema?!". Esclamai, una volta fermi in un punto in cui la musica era più bassa. "Dici che non ti importa di me ma poi non posso neanche ordinare una birra che tu spunti come un cane da guardia e sbrani chi ho davanti!".

Avevo utilizzato un tono di voce abbastanza alto, tanto che Olly era rimasto in silenzio a guardarmi.

"Non ho mai detto che non mi importa di te, Samantha". Scosse la testa.

"No? Baciarmi come fai con tutte le tue troiette mi rende importante?". Chiesi sarcasticamente.

"Sei scappata via, Sam". Esclamò. "Cosa dovevo fare? Credevo di averti spaventata". Disse, abbassando un po' il tono, accorgendosi di aver urlato.

"Non hai il diritto di scegliere cosa posso o non posso fare, chiaro?". Dissi dura, incrociando le braccia sotto il seno.

"Chiaro". Rispose piano.

"Non intrometterti più nella mia vita Olly". Continuai. "Non ho voglia di farmi prendere in giro".

"Non ho mai avuto intenzione di farlo".

"E allora perché mi hai baciata?".

"Perché tu mi...". Sospirò, guardandomi dritto negli occhi. "...piaci". Concluse.
Sbarrai gli occhi, presa alla sprovvista.

"Ma hai ragione, devo starne fuori". Scosse la testa. "Tu sei troppo piccola e sei la sorella del mio migliore amico".

"Da quanto?". Chiesi, ignorando le sue ultime affermazioni. I suoi occhi scattarono nei miei, facendomi sussultare per l'intensità del suo sguardo.

Finché il cuore batteWhere stories live. Discover now