6-Jacob e le ciliegie

15.4K 675 179
                                    

Notizia dell'ultimo minuto:
io adoro Dirty Dancing.
Cosa c'entra adesso?
Beh, non potevo mica far credere ai miei genitori che sarei andata in ospedale con un look così curato, quindi ero uscita di casa assieme a Greg, vestita come una stracciona, ed ora mi stavo cambiando nei sedili posteriori della macchina, esattamente come Baby.

Quando, finalmente, riuscii a far entrare la maglietta dentro la gonna, scavalcai e tornai sul sedile del passeggero, accanto a Greg, che guidava a vuoto.
Jacob sarebbe passato a prendermi davanti casa mia alle 20:30 ed io ero sicura che per le 20:15 i miei genitori sarebbero usciti a cena, quindi la situazione era sotto controllo.

"Per quanto dovrò continuare a guidare verso Fanculo?". Chiese Greg, poggiandosi svogliatamente contro il sedile.

"Ancora due minuti, poi potrai lasciarmi davanti casa ed io aspetterò che arrivi Jacob". Ripetei per la terza volta mentre mi aggiustavo i capelli.

Passammo davanti casa e, assicuratici che i miei non ci fossero, scesi dalla macchina.

"Liz, ripetiamo alcune regole fondamentali". Cominciò, abbassando il finestrino per potermi sentire.
"Non camminare per più di venti minuti senza fermarti, niente corse, bevi molta acqua, tieni a freno i sentimenti".

"Scusa Greg, l'ultima mi è sfuggita". Dissi ironicamente, e lui alzò gli occhi al cielo.

"Cerca di divertirti e chiamami per qualsiasi cosa". Disse.
"Ah, Liz?".

Mi richiamò, così tornai a guardarlo, aspettando che parlasse.

"Io non ti coprirò mai più, quindi comportati di conseguenza".
Poi partì, lasciandomi sola nel vialetto.

Aveva ragione, eccome se ne aveva, ma in quel momento cercai di non darci peso. Diedi uno sguardo all'orologio che mi aveva regalato Greg al compleanno. Era tipico degli sportivi perché misurava le pulsazioni ed era decisamente comodo visto che potevo rendermi conto da sola di come il mio cuore si stesse comportando.
Guardai l'ora e lessi 20:30 e, neanche il tempo di alzare lo sguardo che la Range Rover di Jacob si era parcheggiata davanti a me.

"Sei un orologio svizzero?". Commentai ironicamente mentre lui scendeva dall'auto.

"La puntualità è un punto a mio favore". Alzò le spalle dedicandomi un sorriso smagliante. Mi presi un attimo per guardarlo meglio e notai come il suo fisico da sportivo risaltasse coperto da una camicia bianca.

"Bello spettacolo, vero?". Alzò ritmicamente le sopracciglia.

"Questo, Garrett, è un punto a tuo sfavore". Lo indicai.

"La bellezza?".

"No, scemo, la modestia!". Lo ripresi, facendogli scappare una risata.
Si fece improvvisamente serio e tornò a guardarmi.

"Beh, Murphy, tu si che sei uno spettacolo". Si morse il labbro inferiore facendomi scorrere i suoi occhi addosso.
Sapeva di sicuro come mettere una persona in imbarazzo.

"Grazie, ma smettila di guardarmi così". Spostai lo sguardo dal suo, che rise di gusto.

Mi fece salire in auto e poi lui mi seguì, accendendo il motore.

"Non mi hai ancora detto dove andremo". Dissi, allacciando la cintura di sicurezza.

Non mi rispose, continuando a guidare con tranquillità e precisione. Io non avevo la patente perché darla ad un malato di cuore era come darla ad uno schizofrenico: non sai mai cosa potrebbe accadere.

Si fermò poco dopo davanti un pub poco distante dal parco, nel quale, però, non ero mai entrata.

"Sai vero che lo avremmo raggiunto a piedi in cinque minuti?". Commentai.

Finché il cuore batteWhere stories live. Discover now