21-Batte solo per te-Prima parte

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ATTENZIONE!
In questo capitolo sono presenti scene a contenuto maturo. Avviso che se Wattpad dovesse mandarmi il fatidico messaggino in cui mi obbliga a mettere il bollino rosso e così a togliere la mia storia dalle classifiche, sarò costretta a creare un libro a parte in cui inserire i capitoli un po' più spinti e pubblicarli qui nella loro forma tagliata. Buona lettura!

"Liz...aspetta, ehi, non così".

Facendo una leggera pressione sulle mie spalle, Jacob mi fece staccare da lui.
Lo guardai, tanto delusa quanto in imbarazzo.

"Io...ho già paura di farti male solo abbracciandoti, figuriamoci così". Mi disse. Abbassai lo sguardo sulle mie mani.
"Questo non significa che non ti toccherò mai più, solo che in una macchina è...".

"Hai ragione, scusa, sono un'idiota". Dissi velocemente.

"No, non lo sei". Mi sorrise, scostandomi delle ciocche ribelli dagli occhi.
"Sei solo vittima del mio fascino, è normale, insomma, mi hai visto?". Aprì le braccia, sorridendo in modo beffardo e guadagnandosi un pugno sulla spalla.

"Il tuo ego è talmente grande che non riesco a respirare per quanto spazio occupa". Alzai gli occhi al cielo, scendendo dal suo bacino e tornando seduta al mio posto.

"È uno scherzo?". Chiese, diventando improvvisamente serio. "Cioè, tu...tu riesci a respirare vero?".

"Jacob, sto bene". Gli rivolsi un sorriso rassicurante. Lui annuì, anche se c'era ancora un velo di preoccupazione nei suoi occhi.

Guardai fuori dal finestrino. Il cancello della villetta, uno di quelli vecchi, era aperto, probabilmente perché qualcuno lo aveva manomesso. Senza pensarci troppo scesi dall'auto sotto lo sguardo confuso del mio ragazzo, che mi raggiunse.

"Voglio entrare". Dissi, voltandomi per guardarlo.

"Sei impazzita? E se ci fosse l'allarme?". Chiese, ricredendosi quando vide il cancello aperto e alcune finestre rotte. "Beh, sicuramente non c'è ma è comunque proprietà privata e noi abbiamo scuola". Continuò.

"Da quando ti preoccupi per la scuola?". Aggrottai le sopracciglia, ricavandone una smorfia da parte sua.

"Nessuno viene qui da almeno vent'anni, dai, J, entriamo". Gli feci gli occhi dolci, avvicinandomi e prendendogli una mano.

Sbuffò, ma si lasciò trascinare da me oltre il cancello, fino ad arrivare al portone.
Bastò una leggera spinta di Jacob per aprirlo, rivelandoci una casa in vecchio stile, con i mobili coperti da teli bianchi.

"Bene, hai fatto la tua inquietante visita, ora possiamo andarcene?". Chiese Jacob, dopo svariati minuti in cui mi ero guardata intorno.

"C'è una scala". Lo ignorai, cominciando a salire per arrivare al piano superiore. Sentii i suoi passi dietro di me quasi immediatamente.

Al primo piano c'era un lungo corridoio, che ospitava almeno dieci stanze. Iniziai a guardarle tutte, finché non ne trovai una con un grande letto a baldacchino, sul quale, come per il resto dei mobili, era posto un telo bianco.

Entrai nella stanza, avvicinandomi al letto, per poi tirare il telo fino a farlo cadere a terra. C'era un piumone molto elaborato, rosso con rifiniture dorate, e almeno cinque cuscini.

Sobbalzai quando Jacob sfiorò la mia mano, facendomi voltare nella sua direzione ed avvicinandomi quanto più possibile a lui.

"Quello sembra comodo". Commentò, avvolgendo la mia vita con un braccio e spostandomi i capelli dal viso con la mano libera.

"Dì la verità, Garrett, non volevi che la tua preziosa macchina si rovinasse, non è così?". Chiesi, inclinando la testa di lato per poterlo guardare meglio negli occhi.

Finché il cuore batteWhere stories live. Discover now