31-Il torneo di fine trimestre

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Avevo indossato la maglietta di Jacob, con il numero 40 e il suo nome scritto sulla schiena. Sam, al mio fianco, aveva la maglietta di Olly ed era alle prese con il disegnarsi dei segni neri sulla faccia con una matita per gli occhi.

"Così sembro un soldato?". Chiese, avvicinandosi alla mia faccia per mostrarmi i due segni neri sulle guance.

"No". La rassicurai. "Sembri una sprovveduta che fa il tifo per il suo ragazzo". Sorrisi, ricevendo una smorfia da parte sua.

Sbuffò accasciandosi sulla seduta scomoda degli spalti e soffiando sui suoi capelli mori che le erano finiti davanti alla faccia.

"Bene, signorina". Mi fece una smorfia. "Vedo un quarterback bello carico che corre in questa direzione, pronta per il bacetto?". Sporse le labbra nella mia direzione, simulando quello che doveva essere un bacio appassionato.

Feci appena in tempo a voltarmi verso il campo che un Jacob in divisa si parò davanti a me, poggiando le braccia sulla staccionata che lo divideva dagli spalti dove, invece, stavo io.

"Sei in prima fila". Osservò, rivolgendomi un dolce sorriso, che ricambiai.

"Avevi dubbi?". Assottigliai lo sguardo, facendogli scappare una risata.
"Pronto per l'ultima partita del tuo ultimo trimestre?". Chiesi poi, poggiandomi a mia volta contro la staccionata e sporgendo il viso nella sua direzione.
Il fatto che fossi sugli spalti mi rendeva più alta di lui di qualche centimetro, e la situazione era decisamente buffa.

"Il tuo scopo è rilassarmi o mettermi ansia, Murphy?". Chiese retorico, facendo scomparire il suo sorriso e sostituendolo con un'espressione confusa.

"Vai a spaccare qualche culo, baby". Gli feci un occhiolino, facendolo ridere divertito.

"Bell incoraggiamento, grazie". Sorrise.

"Bene, sono felice, ho cercato a lungo la frase giusta da dirti e...".

"Murphy?".

"Si?".

"Zitta e baciami".

Sorrisi, prendendo il suo volto tra le mani e avvicinandolo con prepotenza al mio, fino a premere le nostre labbra insieme. Cercai di trasmettergli tutta la sicurezza e l'amore che avevo, accarezzandogli le guance con entrambi i pollici. Sorrisi sulla sue labbra quando tutti gli studenti esultarono, iniziando a gridare incoraggiamenti alla squadra e il loro nome in coro.

"Disintegrali, quarterback!". Gli sorrisi un'ultima volta, prima che lui mi voltasse le spalle per iniziasse a correre verso il centro del campo per raggiungere i compagni di squadra.

Il football mi faceva schifo, letteralmente. Non ne capivo il senso o lo scopo, se non quello economico, non che amassi qualche altro sport. La mia malattia mi aveva concesso il dolce dono della pigrizia e la pensione di invalidità mi aveva dato la possibilità di creare un account Netflix, a cosa sarebbe servito uno sport?
Eppure avevo esultato, eccome. La nostra squadra aveva vinto e i ragazzi erano stati fantastici. Mettendo da parte il rancore, anche le cheerleader erano state brave.

Il fischio del coach segnò la fine della partita e così anche la vittoria del torneo da parte della T. Hudson High School, che aveva ufficialmente la miglior squadra di football dello stato di New York. E, sempre modestamente parlando, il miglior quarterback.

Vidi Jacob urlare soddisfatto mentre alzava la coppa assieme ai compagni che, poi, alzarono lui. Sam fece un veloce scatto, scavalcando la recinzione e ritrovandosi sul campo con un salto.

"Tu ce la fai, nonnina?". Chiese, guadagnandosi una smorfia da parte mia. Feci i suoi stessi movimenti, un po' più impacciatamente, e la raggiunsi. Quando fu certa che fossi sul campo corse verso la mandria di maschi sudati, saltando tra le braccia di Olly, colto alla sprovvista, e facendo cadere entrambi sul prato sintetico. Risi alla scena mentre in modo più moderato del suo mi avvicinavo alla squadra.

Passai davanti al gruppo di cheerleader e mi fermai, insicura sul da farsi. Alla fine, mossa non so da cosa, mi voltai verso le ragazze e sorrisi.

"Liz!". Debby mi corse incontro, abbracciandomi velocemente prima di correre verso il suo fidanzato Cody e dare spettacolo al centro del campo, senza neanche darmi il tempo di complimentarmi per la performance.

"Quei due scoperanno come conigli questa sera, provo già pena per la mia povera casa". Quel commento arrivò dalla mia destra, dove Tanya osservava la raccapricciante scena offerta dalla sua migliore amica.

"Tu sai della festa, vero?". Mi chiese poi.

"Ehm, in realtà..."

"Ora lo sai, alle undici, Jacob conosce l'indirizzo". Disse cercando di utilizzare un tono scocciato. Fermi. Tanya Stewart mi aveva appena invitata ad una festa in casa sua? La guardai pensando che scoppiasse a ridere da un momento all'altro e mi insultasse, ma restò seria, scrutandomi con i suoi occhi nocciola.

"Grazie, Tanya". Le sorrisi. "E complimenti per oggi, sei davvero brava". Dissi. Ci guardammo per un attimo, entrambe imbarazzate, per poi stringerci in un leggero abbraccio, quasi impercettibile.

"D'accordo, basta così, non esageriamo". Disse lei, ed io acconsentii immediatamente. Quella situazione era decisamente troppo strana. "Ti sta aspettando". Disse poi, indicando Jacob con un cenno del capo.

La congedai con un sorriso, andando incontro a Jacob con una certa fretta. Quando stavo per lanciarmi tra le sue braccia lui mise le mani avanti.

"Stavi abbracciando la mia ex fidanzata?". Chiese con tono cauto. Sembrava quasi sconvolto e non potevo di certo biasimarlo.

"E mi ha invitata alla sua festa". Aggiunsi, facendo sì che la sua bocca si spalancasse.

"Quindi ora sono costretto ad andarci". Sbuffò, guardandomi come un cucciolo offeso. Gli sorrisi, avvicinandomi e allacciando le braccia al suo collo.

"Già". Annuii. "Ma prima ho un regalino". Sussurrai a pochi centimetri dalle sua labbra. Un suo braccio si agganciò ai miei fianchi, attirandomi a se con prepotenza.

"Si? E dov'è?". Chiese con un sorrisetto.

"Non lo so, magari a casa tua?". Feci ironicamente, accarezzandogli la nuca con i polpastrelli. "Tu ti faresti una doccia...".

"...tu la faresti con me".

"Io prenderei in prestito un vestito di Sam, e poi ci prepareremmo per andare alla...".

"Ehi, ehi, torniamo alla doccia". Si staccò da me incrociando le braccia sul petto.
"La doccia è più divertente, e dista poco dalla mia camera da letto. Le feste di Tanya non sono poi così divertenti, c'è tanto alcol, tanta gente, tanto sesso, e la sua casa è enorme e dista da qui almeno mezz'ora. Non ci tengo a guidare per tutto questo tempo".

Alzai gli occhi al cielo, avvicinandomi nuovamente a lui ed avvolgendo il suo busto con le braccia, feci scorrere le mani dalla sua schiena fino ad arrivare sopra il sedere e scendere fino ad esso.

"Jacob?". Sussurrai. Lui avvicinò il volto al mio, aspettando forse che lo baciassi.
"Niente festa, niente regalo".

SPAZIO AUTRICE
Scusate tantissimo se non ho aggiornato per un intero mese, ma gli impegni scolastici mi hanno polverizzata. Poi si sono aggiunti anche problemi di salute e, ultimamente, personali, per i quali sono stata lontana da Wattpad.
Spero comunque che il capitolo vi sia piaciuto.
Continuo a 50 like e 50 commenti❤️

Finché il cuore batteWhere stories live. Discover now