«Sì ok bellissimo, ma come torniamo nel nostri corpi?» la voce Calum mi riporta nella situazione, e mi rendo conto che, finalmente, ha fatto una domanda intelligente. Sono impressionata.

Luke rimane in silenzio, prima di ridacchiare e portare lo sguardo verso il cielo e sorridere.

«Bel tempo oggi vero?» fa il vago, indicando le nuvole «Una nuvola a forma di gattino!»

«Rispondi alla domanda, mago dei miei stivali» sibilo, avvicinandomi a lui con fare minaccioso.

Luke si gratta il braccio e sospira.

«Durante il prossimo transito di Venere sul Sole» risponde con ovvietà.

«Ovvero tra quanto?» chiedo sospettosa.

«Bhe...difficile dirlo con precisione...dovrebbero essere cent'anni» risponde abbassando sempre più la voce, come se non potessimo sentirlo.

«Stai scherzando vero?» urlo, facendomi male alla gola e finendo per tossire.

«Oddio morirò donna» piagnucola Calum, in preda ad un attacco di panico. «Sento così tante cose qui dentro, ma cosa sono Kate?» mi chiede Calum, appoggiando una mano sul cuore.

«Sentimenti Calum, forse tu non li hai» rispondo massaggiandomi le tempie per il forte mal di testa che mi sta martellando la testa. Non potrò più disporre della mia bellezza sopraffina, non ho più a disposizione il mio quoziente intellettivo, non avrò più i miei bellissimi capelli rossi. L'unica cosa positiva, è che non avrò più il ciclo mestruale. Forse, in effetti, è andata peggio a Calum. Ma chi vogliamo prendere in giro? Lui si trova con un corpo meraviglioso e io lo rivoglio!

«Calmi»

Mi avvicino furiosa a Luke, che si guarda attorno nervoso.

«Come pretendi che rimanga calma?» sibilo, con il tono di voce basso.

«C'è sicuramente un altro modo per spezzarlo» dice Luke, grattandosi la nuca.

«Sarà meglio che tu lo scopra in fretta» lancio un'occhiataccia a Luke, prima di rivolgere lo sguardo verso Calum, che batte il piede impaziente a terra.

«Ti conviene tenere un occhio aperto quando dormi Luke, ogni istante potrebbe essere l'ultimo» sibila Calum, gli occhi chiusi in due fessure.

«Quindi è questo che la gente vede quando sono arrabbiata?» chiedo, osservando estasiata quello che era il mio volto. Calum mi rivolge un'espressione schifata.

«Ami troppo te stessa» sputa fuori quasi con disgusto.

«Bhe, perché non dovrei?» ribatto io, acida, avvicinandomi a Calum. «Mi hai vista bene?»

Non se lo merita il mio corpo, proprio per nulla.

«Sei solo una viziata»

«Ripetilo!»

«Smettetela» Luke sembra esausto, ma credo non si sia reso conto che è tutta colpa sua: io e Calum potevamo continuare ad ignorarci ma no, lui ha deciso che dovrò avere a che fare con questo energumeno finché non troviamo una soluzione a questo scempio. Perché non gli lascerò governare la mia vita come vuole, può scordarselo!

Mi massaggio le tempie e cerco di rimanere calma e riflettere, ma mi viene meno facile ora che non posso nemmeno giocherellare con i miei capelli.

«Ok Hood, qui ci serve un piano di battaglia» comincio sospirando, sedendomi sul marciapiede. Lui mi fa un cenno scocciato, come a dirmi di continuare.

«Io sto nella 43esima strada di Noriega» spiego, e penso a come cercare di descrivere casa mia quando osservo Calum annuire.

«Sì, lo so» dice, guardando davanti a lui verso l'Oceano Pacifico che si scorge all'orizzonte.

«Io abito alla 38esima strada di Judah» e, mentre lo dice, è come se avessi un'epifania nella mia mente e ricordo di esserci stata, quando ero molto piccola evidentemente. Eppure è strano, dato che io e Calum ci odiamo da sempre.

«Mio fratello di chiama Michael» riprendo poi, sospirando, con l'obiettivo di dargli almeno delle piccole basi su ciò che deve sapere in generale su di me. Si fa largo il pensiero di mio fratello, e al fatto che non potrò essere lì quando avrà bisogno di me. Mi sento male all'idea, ma deglutisco e scaccio il pensiero.

«Mia nonna si chiama Prince» dico poi, cercando di non trasparire paura dalla mia voce.

Calum annuisce e mi fissa per qualche secondo, forse si aspetta che io dica altro ma non lo faccio e rimango in attesa.

«Mia sorella si chiama Mali-koa» cede poi Calum, sospirando.

«Mia madre si chiama Joy, mio padre David»

Annuisco, segno che ho capito, e credo che entrambi ci siamo arresi all'idea che per ora, l'unica cosa che possiamo fare è vivere la vita dell'altro sperando che si scopra una soluzione per farci tornare nei nostri rispettivi corpi il prima possibile. E un brivido mi scuote: "Sempre che ci sia una soluzione".

Osservo Calum, che ha un ghigno stampato nel mio bellissimo faccino.

«Ah ho un cane di nome Duke»

Osservo terrorizzata il cane di Luke, che continua a guardarmi e ad emettere suoni strozzati. Decisamente non poteva andare peggio di così.

Stars Align// Calum HoodWhere stories live. Discover now