CAPITOLO 7

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Giovedì pomeriggio

RED POV'S

Entrammo dalla porta principale, io , Janosh e Stephen eravamo stati tutto il pomeriggio fuori. Io e Janosh eravamo in ritardo per l'allenamento. Stephen non sapeva che eravamo dei licantropi, almeno non ancora... Sentii singhiozzare... Proveniva dalla cucina... svoltai l'angolo... rimasi a bocca aperta...

JANOSH POV'S

Zio Ben, seduto su una sedia del tavolo della cucina,le braccia incrociate poggiate sul tavolo con la testa sopra. Piangeva. Dietro di noi la porta si chiuse improvvisamente. Red aveva sussurrato qualcosa a Stephen che se ne era andato borbottando di voler restare con lei. Accanto a Zio Ben si era materializzato un ragazzo della loro età, capelli marrone ramato simili a quelli di Red, disordinati e scompigliati, alto e muscoloso. I suoi occhi marrone scuro guizzarono da me a Red e si fermarono su di lei scintillando. Sorrise. Zio Ben alzò la testa, gli occhi arrossati e le lacrime che gli rigavano il viso. Sospirò.

" Red... " la guardai. Era sul punto di piangere. Schizzò via prima che qualcuno potesse dire nulla. Stava salendo le scale di corsa. Chiuse la porta, probabilmente della sua camera, e fece scattare la serratura. Rimasi immobile. Con un aria sconvolta e interrogativa stampata in faccia.

"Ciao. Sono Luke. Tu sei Janosh , giusto? " disse il ragazzo. Annuii.

" Janosh, Luke... è il fratello gemello di Red ... Pensavamo che suo padre lo avesse ucciso. Non ne sapevamo niente..."disse Zio Ben singhiozzando. Feci per salire le scale per andare da Red, ma qualcuno mi prese per il braccio sinistro.

" Lascia che ci vada io a parlarle..." era Luke. Annuii e mi feci da parte. Poi mi voltai e andai verso Zio Ben per consolarlo.

LUKE POV'S

Salii le scale cercando di non far rumore.

Arrivai al piano di sopra e mi ritrovai di fronte un corridoio che dava su due direzioni opposte. Due di porte delle camere erano vuote, senza nessun segno distintivo. Sulla destra ce ne era una con il nastro giallo e nero e la scritta " Danger !". L'altra era quasi uguale, cambiava solo la scritta; "Vietato svegliarsi prima delle 6 il week end ! "

Cercai di entrare nella prima porta, quella con la scritta:"Danger! "  ma non ci riuscii perché oltre ad essere chiusa a chiave, era bloccata dall'interno. Ci misi un po ' ad entrare, ma alla fine ce la feci. Lei era dentro. Era seduta per terra e sussultò quando entrai. Mi misi seduto a gambe incrociate, come lei, standole di fronte. La guardai negli occhi. Notai che erano dello stesso colore dei miei. In quel momento riuscivo a percepire , a sentire, le parole che non dette in quel momento. Le lacrime cominciarono a scendere sul suo viso. Pensai che mi abbracciasse, ma invece corse verso la finestra, la spalancò e fece per saltare, quando arrivai lì lì per prenderla...

" Non scappare dai tuoi pensieri, dai tuoi errori, dai tuoi problemi, non scappare da me... impara ad affrontarli...Non voglio perderti, non di nuovo..."sussurrai.

Saltò dalla finestra. Mi sporsi velocemente pieno di preoccupazione. Era atterrata in piedi, su un campetto da basket e stava recuperando un pallone. Saltai anch'io.

Prima che io potessi parlare, mi corse incontro e mi abbracciò. Mi strinse forte e mise il suo viso nell'incavo del mio collo. La strinsi più forte, e affondai la testa fra i suoi capelli.

" Mi sei mancata sorellina..."sussurrai.  

Il branco della RossaWhere stories live. Discover now