CAPITOLO 24

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RED POV'S

Mi svegliai lentamente; ero ancora per metá nel mondo dei sogni ma quando cercai di alzarmi sentii stringermi la vita in una morsa ferrea. Tentai di liberarmi ma fu tutto invano. Cercai di girarmi,un' altra azione inutile.

"Buon giorno, piccola" mi sussurrò qualcuno all'orecchio. Silver! Come ci ero finita a dormire accanto a lui?! In una camera al secondo piano?!

"Come ci sono finita qui?!" Chiesi quasi urlando mentre cercavo di divincolarmi, mi giravo e gesticolavo freneticamente con le mani.

"Hei calmati! Ti ho portata io qui, ho aspettato che ti addormentassi e..."

"Ma io ti ho sentito andare via!"

"Ho fatto finta! Davvero credevi che io ti lasciassi lì?"

"Ehmm... sì?" Sbraitai.

"Shh, Janosh dorme ancora." Disse tappandomi la bocca con una mano.

"Lasciami."

"Ok...-tolse il braccio-Non ti fidi ancora abbastanza di me, vero?" Chiese mordendosi un labbro e spingendo la testa oltre la mia spalla per guardarmi negli occhi.

"Sai, per me non è facile fidarmi subito di una persona, soprattutto se l'ho visto caricare il braccio per darmi un pugno un'attimo prima e un'attimo dopo venirmi a fare da guardia del corpo...Non è facile per me aprirmi con altre persone."

"Immagino, Ben ti avrà insegnato a non fidarti di nessuno... ma di me ti puoi fidare, come te lo posso dimostrare?"

"Troverai un modo, potresti cominciare con il farmi decidere dove dormire senza contraddirmi." Borbottai e lui rise.

"Ho fame, facciamo colazione?" Chiese.

"Ok."

Una volta arrivati in cucina, mi misi ad armeggiare le tazze e mi misi ad apparecchiare la tavola.

"Cosa vuoi mangiare?"

"Latte o cioccolata calda, e biscotti?"

"Perfetto. Vai a lavarti e vestirti."

Salii al piano di sopra, arrivai in fondo al corridoio e sentii dei passi strascicati. Qualcuno starnutì alle mie spalle, mi girai e mi ritrovai davanti a uno Janosh versione zombie; con le occhiaie, i capelli spettinati, una coperta a quadri in testa a mo di fantasma.

"Credo di avere il raffreddore e un po'di febbre..."

"Mmm.... aspettami qui finché mi vesto, poi andiamo a fare colazione."

Mi vestii velocemente e tornai da Janosh in corridoio. Tra un po' non si reggeva più in piedi.

"Appoggiati a me."

Gli dissi e lui obbedì.

"Silver, abbiamo un' imprevisto..." dissi

"Oh no, Janosh, hai bisogno di riposo. Non possiamo andare lì così..." Disse gesticolando.

"E non puoi guarirmi tu con la magia?!" Chiese Janosh tossendo.

"No, è un rischio inutile da correre, hai solo bisogno di riposare, se il tuo organismo non è in buone condizioni, i miei incantesimi potrebbero fare l'effetto contrario."

"E dunque, che si fa?" Chiesi.

"Si riparte solo quando Janosh starà almeno un po' meglio; fino ad allora resteremo qui."

Sgranai gli occhi e sia io che Janosh lo guardammo impietriti. Silver mi si avvicinò.

"Che c'è, Reddy? Non ti va di dormire di nuovo al mio fianco?" Sussurrò.

"No no, dormo sul tappeto se necessario!"

"Come vuoi, pensaci, la giornata è ancora lunga." Sbuffai.

"Io esco, Vado a farmi un giro." Dissi.

"Da sola?" Chiese con la testa leggermente inclinata da un lato.

"Si, problemi?"

"Vabbè che ho detto che siamo "al sicuro" qui, ma siamo sempre troppo vicini a Rand e al branco. Sarebbe troppo rischioso che tu andassi da sola in città, perciò, verrò con te. Dovevo fare alcune commissioni lo stesso."

"Uff..."

"Ora andiamo. "

" Janosh, mi raccomando fai il bravo mentre siamo via."

"Va bene, Reddy... avevo già intenzione di bruciare la casa, ma se proprio lui non vuole rovinarla, allora non lo farò." Disse Ridacchiando.

" Bella questa, Janosh! " ci battemmo il cinque procurandoci un'occhitaccia da parte di Silver. Continuammo a ridere con nonchalance. Poi uscimmo

LUKE POV'S

Erano passati due giorni da quando Red, Silver e Janosh erano partiti, e Stephen era con il morale a terra. Anche io ero poco collaborativo nei confronti del piano, ma lui, superava i miei standard. In due giorni, era diventato apatico, semi-depresso; solo con me si apriva e si sfogava. Non parlava con nessuno; nè con Ben, nè con Vlad, nè con Kim, nè con Marsha, perfino con Sam non parlava molto! Se gli chiedevi di fare qualcosa la faceva. Se gli chiedevi qualcosa tipo" come stai? " o " che hai?" Rispondeva in malo modo, si isolava, cercava di calmarsi poi veniva da me e cominciava a delirare. È sempre così da quando se n'è andata Red. Addirittura riesce a sentire quanti chilometri lo separano da lei, e lo sente quando si allontana, e li conta, e poi viene da me,me li dice e comincia a piangere.

Sentii bussare alla porta della camera di una casetta che zio Ben aveva comprato tempo addietro.

" Avanti." Sapevo già chi era.

Stephen entrò dalla porta, barcollando, stava succedendo di nuovo. Sentiva la distanza che lo separava da lei. Ogni volta che succedeva diventava pallido come un cencio, aveva forti dolori all'addome e alla testa e non si reggeva in piedi. Mi alzai, gli misi un braccio intorno alle spalle e lo sorressi fino a farlo sedere sul letto.

" Sta succedendo di nuovo... 420, 421, 422, 423, 424..." Continuò a contare.

" Non puoi continuare così, Stephen. Lei ti vorrebbe forte, ti vorrebbe veder dare una mano a tutti noi per proteggerla, in fondo è questo un motivo per cui vivi, sei il suo guerriero, ed è quello che ci accomuna. " gli dissi per rassicurarlo.

" Io... io non lo so... mi sento perso senza di lei..." disse balbettando sottovoce.

" Che ne dici se andiamo a mangiare qualcosa? "Proposi.

" S-si, può andare..."mormorò insicuro.

" Aspetta qui, vado a prendere la caraffa con il thè caldo e qualcosa da mangiare."

Uscii dalla camera, corsi giù dalle scale e andai in cucina. Presi la caraffa, dei biscotti alla cioccolata e le tazze, poi feci per avviarmi, quando vidi la radiolina che usavamo per per comunicare con gli altri e il portatile con la webcam.

Mmm... ho un'idea...

Portai i biscotti la teiera e le tazze in camera, presi il cellulare e scesi in salotto.

Il branco della RossaHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin