Capitolo 46 - Il mondo è bello perché è vario

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<<E infine?>> sussurra, ormai a pochi centimetri dal mio corpo.

<<Hai paura, sei terrorizzato all'idea di amare ancora. Ne sei rimasto scottato e non hai più fiducia nelle donne, non le consideri più molto, ti diverti una notte e poi te ne vai. Scappi, ma forse è arrivato il momento di affrontare tutto. Basta avere paura.>>

Paulo sorride piano, è quasi un riflesso involontario di chi non vorrebbe farlo. Solleva una mano e mi accarezza una guancia, azzerando la distanza in un baleno.

<<Hai ragione, basta scappare e basta avere paura.>> afferma, un attimo primo di far incontrare le nostre labbra.

Sobbalzo, sgrano gli occhi e resto immobile. Non credo mi ci potrò abituare, ha le labbra morbide e decise. Il suo palmo mi circonda la guancia e poi si sposta sulla nuca, con l'altra mano risale lungo la spina dorsale. Mi aspetto che chiuda gli occhi e invece ci fissiamo, dovrebbe essere strano ma in questo caso non lo è.

Sta aspettando la mia reazione, e mi viene solo da sorridere. Gli accarezzo il labbro con la punta della lingua facendo finalmente divampare quel fuoco che è rimasto quiescente così a lungo. Gli butto le braccia al collo mentre le nostre lingue giocano a rincorrersi, i nostri petti si scontrano e rischio quasi uno svenimento. Ho le sinapsi in sovraccarico, potrei esplodere come una bomba da un momento all'altro.

Approfitto del momento, che non si sa mai che ci ripensi. Azzardo una palpatina al suo lato b, e quando mi rendo conto che il proprietario in questione non dice nulla gli strizzo un gluteo.

<<Vai subito al punto eh?>> ridacchia Paulo sul mio collo.

<<Volevo solo capire se era sodo come sembrava, non montarti troppo.>> borbotto, nascondendo il volto in fiamme. Alzo il viso verso l'alto lasciandogli campo libero.

<<Se non ricordo male una volta mi hai chiamato Mr culo perfetto.>> mi provoca, stringendomi di più contro di sé.

<<Ah si? Non ricordo.>> mento, orgogliosa del mio cervello. Riesco ancora ad articolare frasi di senso compiuto, merito quasi un premio.

<<Piccola bugiarda impertinente.>> mormora, riprendendo l'assalto alle mie labbra.

Continuiamo a baciarsi per un bel po', senza quasi riprendere fiato. Inutile dire che l'ho palpato abbastanza per affermare con sicurezza che questo ragazzo è tutto un muscolo, è scolpito ovunque. Ormai la canottiera grigia giace a terra, e ci guardiamo intontiti e inebriati. Nemmeno l'alcol mi fa sentire così.

<<Sono sudata, ho bisogno di una doccia.>> riesco a dire, all'improvviso consapevole di aver sudato come un maiale in palestra.

Paulo sorride in modo strano, annuisce e mi indica una porta chiusa. Non ci vuole un genio per capire a cosa sta pensando e diamine...a me starebbe più che bene. Tanto è inutile girarci intorno, ormai non si torna indietro.

<<Fai come se fossi a casa tua.>> dice, allontanandosi di un paio di passi. Mi da le spalle e va verso un divano.

Alzo un sopracciglio, parecchio confusa. Allora ho davvero travisato tutto. Resto interdetta ma lo seguo, gli passo davanti e raggiungo la porta chiusa. Con la mano sulla maniglia e lo stomaco in subbuglio cerco di darmi una calmata, un contegno.

<<Se hai bisogno di aiuto basta chiedere.>> esclama, con due occhi che parlano da soli.

Un brivido mi scuote dalla testa ai piedi, spalanco la porta del bagno e la lascio aperta, non c'è bisogno di dire altro. Paulo entra e la chiude, si sfila i pantaloncini e io faccio lo stesso con i miei. Col cavolo che iniziavo dal reggiseno sportivo.

<<Non devi essere nervosa, non ti mangio Europa.>> pronuncia il mio nome come se fosse una parola proibita.

Mi sta stuzzicando, perché sa che vorrò provare il contrario. Ha imparato che tasti premere, come farmi scattare o mettermi a mio agio. Pericoloso. Stiamo giocando decisamente in modo pericoloso.

<<Io nervosa? Ma non scherziamo dai. Quello agitato sei tu, ed è impossibile nasconderlo.>> rispondo, indicando con il mento la protuberanza nei boxer scuri.

Paulo ha la decenza di arrossire, ma non demorde, non cede. Si avvicina alla doccia, qualcosa di enorme che potrebbe ospitare almeno sei persone, e aziona il soffione a pioggia. Ci sono persino delle lucine che cambiano colore in base al calore dell'acqua, ora è sul rosato.

<<Ma non voglio nasconderlo. Tu invece puoi tirarti indietro quando vuoi.>> esclama, sfiorandomi un braccio con la punta delle dita.

Sorrido sfrontata e mi sfilo il top con  un movimento lento ma deciso, restando senza alcuna difesa, completamente esposta ai suoi occhi che mi fissano con una lentezza esasperante. Ho quasi paura che svenga da un momento all'altro, perché non batte nemmeno le ciglia. Faccio scorrere il vetro della doccia ed entro, lasciandolo lì fuori a contemplare il nulla.

L'acqua è calda e piacevole, le luci hanno una sfumatura rossa quasi da film a luci rosse. Libero i capelli dall'elastico e mi allungo a prendere i flaconi sul ripiano in marmo. All'improvviso il vetro appannato si apre e Paulo, in tutta la sua gloriosa nudità, fa la sua apparizione.

<<Io...>> blatero, concentrata su una parte specifica del suo corpo. Cristo Santo, ma è legale?

Il calciatore non dice niente, mi prende e mi spinge fino alla parete gelida di piastrine. Le sue mani sono ovunque, le sue labbra sulle mie e giuro di sentire della musica classica. Una canzone delicata adatta al momento, roba da filmoni romantici, stile Nicholas Sparks. Spero solo che non ci siano morti, che ogni volta dopo una gioia qualcuno ci lascia le penne.

<<Mi farai impazzire.>> esclama, staccandosi un secondo per guardarmi negli occhi. E non so cosa vede di preciso, i capelli sono bagnati e appiccicati al collo e alle spalle, non devo avere un bell'aspetto.

Definitivamente rincoglionita mi piego sulle ginocchia e gli bacio la cicatrice bianca sul fianco, il piccolo ricordo della nostra disavventura con le meduse. Paulo sgrana gli occhi e mi fa rialzare per potermi baciare con foga, focoso più dell'acqua bollente che ci cade addosso.

Non ci capisco più nulla, non so neanche più dove inizio io e finisce lui. Ma una cosa la so: non sono mai stata più felice in vita mia.

Spazio autrice: non so come scusarmi per aver saltato non solo il capitolo del fine settimana ma anche quello del lunedì, ma purtroppo ho avuto degli imprevisti e non ho potuto dedicarmi al capitolo. Spero però di essermi fatta perdonare, perché finalmente ho regalato un gioia 😂
Fatemi sapere cosa ne pensate e alla prossima ❤💎

Colpita da una stella 🌌 /// Paulo Dybala (Completa)Where stories live. Discover now