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Jimin si trovava nello spogliatoio nel bel mezzo della lezione di educazione fisica, colpito da una sete tremenda proprio durante la sessione di addominali. Mentre portava la bottiglia alle labbra per colmare quel suo bisogno improvviso, ne approfittava per controllare il cellulare e per vedere se avesse ricevuto dei messaggi. I due giorni precedenti aveva scritto decine di messaggi a Yoongi, il quale non aveva né visualizzato né risposto a nessuno. Proprio nel momento in cui stava per arrendersi e lasciare perdere, il maggiore gli scrisse un messaggio. Era breve e conciso, e comunicava un'informazione ben precisa.

Vieni nel bagno del mio piano tra 10 minuti.

Jimin era abbastanza seccato e stranito da quel messaggio, si aspettava quantomeno una spiegazione per tutto quel tempo senza averlo calcolato di striscio. Immaginò che probabilmente gli avrebbe chiarito le idee durante quella sorta di "appuntamento" nei bagni scolastici, quindi mise il telefono in tasca e iniziò ad incamminarsi verso il luogo indicato.

Vide la porta dei servizi maschili alla destra del corridoio e con cautela vi si avvicinò.
Era aperta, quindi gli bastò sporgersi sulla soglia per vedere Yoongi a qualche metro da lui, poggiato sul calorifero. Le sue guance si accaldarono e potè sentirsi un minimo in imbarazzo in quella situazione scomoda per entrambi. Il corvino gli sorrise, sollevando gli angoli della bocca verso l'altro. Jimin fece qualche passo con lo sguardo rivolto verso il pavimento, per poi andare a posizionarsi accanto a lui. Il più grande gli mise il braccio sulla spalla e gliela accarezzò delicatamente con le dita. Il grigio non aveva intenzione di perdonarlo così facilmente; non si era fatto vivo per giorni interi e in quel momento pretendeva di saperne il perché.

"Ti ho scritto un po' di messaggi in questi giorni." gli intimò deciso.

"Ti ho risposto." ribattè Yoongi, con un sottotono ironico che irritò Jimin.

"Ma quando?"

"Chiedendoti un appuntamento qui. Non è il posto più romantico che tu abbia mai visto?" gli rispose mostrandogli le gengive superiori. A Jimin venne da fare lo stesso, quindi chiuse gli occhi e strinse le labbra, provando a resistere.

Rivolse lo sguardo altrove, mentre il silenzio regnava tra i due.

"Ho avuto...avevo bisogno di starmene un po' per i cazzi miei." continuò Yoongi, tentando di giustificare la sua assenza.
Jimin annuì, continuando a tenere lo sguardo fisso verso la porta del bagno.

"Domenica ho detto a Jisoo di te." dichiarò il maggiore, e a quel punto Jimin tornò ad essere interessato all'argomento.

"E abbiamo deciso di prenderci una pausa."

"Mi dispiace." fu tutto quello che il grigio riuscì a dire a Yoongi. Non sapeva se essere felice del fatto accaduto o sentirsi in colpa, nel dubbio si dimostrò dispiaciuto.
Yoongi, al contrario, inarcò le sopracciglia.

"Ti dispiace?" domandò sorpreso.

"Beh, sì, mi sento un po' responsabile di questa cosa."

Yoongi piegò il collo e rise in silenzio.
Poi girò il viso, rivolgendosi a Jimin e avvicinandosi pericolosamente al suo naso.

"Ma guarda che a me non dispiace." confessò sorridendo, sempre più attaccato alla faccia del minore. Jimin arrossì.

"No?" chiese timido.

"No." riprese il corvino, toccandogli la guancia con una mano e facendola scorrere dall'alto verso il basso.

"Io ho voglia di stare con te."

Il cuore di Jimin prese a battere all'impazzata nel suo petto, premendo contro la cassa toracica e salendo fino alla gola e alle vene del collo.

"Tu non hai voglia di stare con me?"

a n s w e r  -  y o o n m i n Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora