eight

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Jimin sollevò le palpebre piano, mentre l'intensa luce del sole filtrava dalla finestra.
Era coperto solo per metà dalle bianche lenzuola aggrovigliate di un letto che non era il suo.
Si era svegliato per il freddo, essendo ormai il primo novembre.
Si girò su se stesso più volte tra le coperte, cercando di coprirsi, finché il suo braccio non andò a scontrarsi contro una figura distesa accanto a lui.

Jimin si voltò in moto da poterlo osservare in viso. Aveva i lineamenti distesi, le labbra che sporgevano leggermente in avanti e la sua pelle era chiara e liscissima, mentre i neri capelli scompigliati gli incorniciavano il volto assopito.
Il più piccolo non riuscì a trattenere un sincero sorriso davanti a quell'immagine di immensa dolcezza.
Allungò la mano fino a tastargli i capelli morbidi, per poi accarezzarli delicatamente.
Non voleva svegliarlo, desiderava solo potersi godere la persona che forse era diventata sua, dopo tutto quel tempo trascorso a farsi domande.
Non era ancora sicuro delle sensazioni che provava, sapeva solamente che quando stava con lui si sentiva in paradiso.
Era come se lui fosse l'unica persona con cui poteva essere completamente se stesso e con cui si poteva lasciare andare senza pensare alle conseguenze.

Jimin fece passare la mano paffuta tra i capelli di Yoongi, che spostò verso il collo fino a raggiungere la guancia.
Lo toccava e lo accarezzava e non poteva credere di averlo lì sdraiato accanto a lui.
Nessuno avrebbe potuto fermarlo, nessuno avrebbe potuto giudicarlo.
Erano soli, lontani dal resto del monto, separati dalla realtà dalle mura di una casa nel centro di Busan.
Yoongi, agli occhi di Jimin, era semplicemente perfetto, una creatura mozzafiato.

Il corvino non tardò ad accorgersi della situazione.
Arricciò il naso e aprì un solo occhio per controllare che cosa stesse succedendo, con un fare quasi felino.

Abbassò lo sguardo e vide la mano di Jimin sfiorargli delicatamente la guancia.
Intenerito dal suo comportamento, fece un sorriso imbarazzato e spostò la propria mano da sotto le coperte fino a portarla sopra quella del ragazzo dai capelli grigi.
Jimin si avvicinò a lui e gli sfiorò piano le labbra con le sue, mentre un brivido gli provocò la pelle d'oca sulle braccia e sulla nuca.
Erano screpolate come al solito, eppure a lui sembravano una delle cose più morbide e dolci che avesse mai toccato.

Il maggiore gli strinse il collo con le mani, per poi far scontare di nuovo le loro bocce e continuare a baciarlo.
Era un bacio casto, le loro labbra si erano semplicemente sfiorate, ma Jimin sentì una scossa elettrica partire dalle sue labbra fino ad attraversare tutta la lunghezza della spina dorsale.
Gli leccò il labbro inferiore e gli accarezzò la guancia, mentre Yoongi spingeva il proprio volto contro il suo.
Il tutto aveva un retrogusto di familiarità, nonostante i due ragazzi si conoscessero soltanto da un mese o poco più.

Ad un certo punto, Yoongi si staccò e senza dire nulla si tolse le coperte di dosso per poi alzarsi e dirigersi fuori dalla stanza.
Jimin si mise con il busto eretto e le gambe incrociate e attese l'arrivo del maggiore.
Pensò a tutto quello che era accaduto la sera precedente, alla piscina, a quel bacio tanto atteso e a come Yoongi avesse tanto insistito a farlo fermare a dormire a casa sua.

Mentre Jimin era incantato a guardare tra le tende gialle della camera da letto del corvino, quest'ultimo fece il suo ingresso dalla porta.
Tra le braccia portava un vassoio con sopra due tazze colme di cappuccino e due brioches.
Jimin gli sorrise genuinamente e osservò Yoongi avvicinarsi a lui e sedersi al suo fianco.
Posò il vassoio su uno spazio vuoto del letto e porse un cappuccino e un cornetto a Jimin.

I due si iniziarono ad inzuppare le brioches nel latte e caffè e a mangiarle in modo lento, alternando momenti di pace a momenti in cui si fissavano intensamente sorridendo.
Jimin abbassò lo sguardo per intingere nuovamente il dolce nel cappuccino, quando sentì un liquido appiccicaticcio e tiepido sulla guancia.
Spostò il capo e potè notare Yoongi che con un dito intriso di cappuccino gli disegnava delle piccole strisce sugli zigomi.
Dapprima spostò la mano del maggiore con un movimento rapido, asciugandosi la guancia con la manica del pigiama che Yoongi gli aveva prestato.
Guardò Yoongi in silenzio e scoppiò a ridere, ricambiando il gesto.
Dopo qualche minuto, i visi di entrambi erano completamente sporchi di caffè e a malapena riuscivano a respirare.

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