È incredibile di come riesca a farmi rabbrividire con un solo tocco.

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Martina pov's
Ritorniamo a Cogoleto, rientrati a casa la prima cosa che mi balza all'occhio sono le lattine di birra sparse per terra e poi Mirko fattissimo sul divano che fuma <Io vado agli allenamenti, ci vediamo dopo> dice Mario rivolgendosi a falco che sta rollando sul tavolo pieno di oggetti.

Mi siedo vicino a Mirko <allora?>
Gli chiedo per rompere il ghiaccio <Cosa?> Tiene gli occhi chiusi, come se non gli e ne importasse niente della mia presenza <Come va?> Chiedo semplicemente, lui mi guarda, i suoi occhi verdi mi spiazzano,sono incorniciati dal rosso e mi passa la canna <Incasinato> io faccio un tiro e gli e la ripasso <Perché?> <Per tutto> dice guardando il pavimento <se vuoi puoi dirmi...> Non mi dà il tempo di finire la frase che mi interrompe scuotendo la testa <Lascia stare, ti scoppierebbe la testa a sentirmi> mi fa tenerezza questo ragazzo, vuole fare tanto il duro ma in realtà ha solo bisogno di qualcuno che lo sappia comprendere.

<Ecco la mia creatura!> Dice Falco interrompendo la discussione,mi giro e vedo,non una canna,ma un razzo fra le sue mani. Guarda il big joint innamorato

<No, dai dimmi> insisto ritornando a concentrarmi su Mirko, voglio sapere i mostri che lo tormentano.

<Va bene...> Comincia a raccontarmi.

Ludovica pov's
Io e Diego siamo rimasti soli in macchina, Martina e falco sono saliti in casa mentre Mario l'abbiamo appena visto scendere dal palazzo con il borsone.

<Andiamo un po' al mare?> Mi chiede improvvisamente,la sua domanda mi coglie impreparata <Ma siamo appena tornati> gli accenno un mezzo sorriso <Quindi? La giornata è lunga e se non basta la notte è giovane> il mio sorriso si allarga ancora di più. Non so perché sono felice, se perché non mi sentivo così da anni oppure perché semplicemente mi basta lui per esserlo. <Va bene> scendiamo dal Pandino rosso, Diego chiude a chiave e lo seguo fino alla spiaggetta qui di fronte.

Sul lungomare c'è un ragazzo con una cassa al massimo che spinge la tecno, Diego si mette a ballare, mi viene da ridere. Si muove in modo goffo.

Mi porge la mano <No, io non ballo> lui sbuffa e ruota gli occhi al cielo <Dai non fare la rognosa> mi prende di forza e mi fa roteare su me stessa, poi mi prende i fianchi e mi fa muovere.
È incredibile di come riesca a farmi rabbrividire con un solo tocco.

Ci prendiamo una birra da un bar poco distante e facciamo una passeggiata sulla riva. Il cielo è nuvoloso, tira un po' di venticello facendo formare il rumore delle onde del mare che io amo tanto.

Vediamo una coppia di genitori molto giovani con un bambino avanti a loro che corre. La coppia si tiene per mano e lei ha il pancione. Vorrei avere una famiglia così anche io primo o poi.

<Guarda che bella famigliola felice. Magari la mia fosse così> abbassa lo sguardo e decido di toccare l'argomento,forse un po' bruscamente <Ma i tuoi non ti dicono niente?> Chiedo dopo aver esserci messi a ridere per un bambino che era caduto
<Perché?> Mi chiede lui girandosi verso me <Perché sei sempre in giro> lui abbassa lo sguardo e sospira <Non ne parlo con molta gente> <Oh> abbasso lo sguardo

<Se non ti va di parlarne non c'è problema> poi alza lo sguardo e mi sorride confortandomi <I miei si sono lasciati da quando ero piccolo, da lì sentivo voci ovunque,erano i nostri che continuavano a perseguitarmi. Sai, l'anno scorso sono scappato di casa, non mi trovavo più bene. Mio padre lavorava sempre, mia madre è morta, e invece vorrei fare qualcosa di più per mia sorella. Tutto questo mi fa sentire oppresso e pizzicato da quando mia mamma non c'è> io annuisco capendo la situazione. Non se la vive bene.

Ho Portato Il Mare A MilanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora