Sei troppo curiosa bimba

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Martina pov's
Guardo il telefono sperando in un suo segnale di vita. Alzo lo sguardo e si incrocia con quello di Mario che guarda anche lui nervoso lo schermo del mio cellulare
<Non si accende, è morto completamente> dico mettendomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

<Tu non hai un telefono?> Lui si guarda le nocche tutte rotte e scuote la testa <Me l'hanno rubato> poi passo la mia attenzione verso la lampada mezza fulminata che lampeggia <Questa è colpa tua> dico alzandomi, mi appoggio con le braccia al lavandino sporco <Colpa mia? Sei tu che hai fatto la bambina> <Oh bello tu mi hai preso il telefono, se te ne stavi al tuo posto questo non succedeva> <Senti, se non era per me quel telefono era già al mercato nero!> <E per questo ti ringrazio, ma tu potevi ridammelo senza troppe storie> lui sbuffa e si siede sul gabinetto.

All'improvviso comincia a tirare fuori barre, è a mani incrociate con lo sguardo verso il basso

"Andiamo tutti via e chi rimane insulta chi viene, non condividiamo gli stessi emisferi.
Esco di casa così stanco e fa così caldo,
Che fra, dovrò fermarmi almeno un poco.
Lei voleva stare bene con me, ma le ho dato forfait che stare assieme non è un gioco.
E sono un perfetto sconosciuto, imperfetto per te che mi hai conosciuto,
Ogni pretesto è un modo per chiedere aiuto,
Ogni tuo gesto è un modo per splendere al buio"

Lo guardo confusa <È un mezzo testo che ho scritto> <Sei bravo incubo> sghignazzo alla pronuncia del suo nome
<Che cazzo ridi?> <Scusa e che Incubo è un po'... ridicolo> lui fa spallucce <Non so con che nome potrei chiamarmi>  <Mhmh che ne dici di Duate? Suona molto americano> lui mi fa un sorriso <Cazzo bel nome!> Noto che non da tregua alle ferite sulle nocche.

<Ti farai uscire sangue se continuerai a stuzzicarti le ferite> <Mi fanno male> dice guardandomi <Come te le sei causate?> <Faccio pugilato> <Oh bene pugile, con tutta la forza che hai perché non ci liberi da questo bagno?> Dico guardandomi intorno, la puzza del bagno chimico mi sta nauseando <Perché se ci fossi riuscito saremmo già fuori> io sbuffo.

<Di dove sei Martina?> <Di Sesto> <Quel paese vicino a Cinisello? Lì ci abita Gionata un mio amico> io sorrido perché lo conosco, com'è piccolo il mondo <E tu?>
Prima che possa dire una parola sentiamo delle voci fuori, mi precipito alla porta urlando.

Ludovica pov's
Diego si rolla una canna e cominciamo a vagare senza meta in una città sconosciuta. Lo guardo mentre lecca la cartina per chiuderla e compatta il suo interno, poi se l'accende.

I suoi lineamenti sono delicati e riscaldati dal fuoco dell'accendino sono ancora più belli. Diego non è brutto, per niente.

<Vuoi?> Mi porge la canna <No, non fumo> lui la riscalda <Perché tu fumi invece?> <Dio mi ha cacciato in casa e mo ci devo stare,tanto vale passare il tempo> sbuffa il fumo che si disperde nel cielo buio, stasera ci sono un sacco di stelle, come direbbe Martina "domani fa caldo".

<Tu che fai? Nella vita intendo> Mi chiede non guardandomi, continua a bruciare quella canna <Studio> <Io ho mollato> dice con il suo personal in bocca <Perché?> Il suo sguardo si concentra su di me ora
<Beh, sto provando ad entrare in una villa e ad andare via dalla strada. Poi è inutile che un ragazzo va a scuola per scaldare il banco> <Ma tu di dove sei? Sento una cadenza che non è di qui> dico cambiando argomento visto che non la penso per niente come lui, ma voglio evitarlo per non cadere in discussione <Genova> <E che ci fai qui?> Chiedo sconvolta dalla risposta, non me l'aspettavo.

<Sono qui con Mario, Mirko, Ciccio e Matteo per sta stupida Battle di freestyle, che non è servita ad un cazzo. E comunque ci vengo da tanti anni a calvairate, Mario stava in affido e ogni tanto vengo a trovare lui e Mirko. È tutto un casino, fidati> <Ah> lui mi guarda con il mozzicone in bocca

Ho Portato Il Mare A MilanoWhere stories live. Discover now