<<Che diavolo ci fai lassù senza le funi di sicurezza?>> domanda una voce arrabbiata che conosco bene.
Butto un occhio giù e ciò che vedo mi fa battere il cuore dieci volte più veloce del normale. Paulo è lì, con le braccia incrociate al petto. Nel suo completo elegante stona, è troppo perfetto per essere in una palestra, al cospetto di una ragazza coperta di sudore e con i capelli legati appiccicati alla fronte.
<<Esattamente quello che vedi, arrivo in cima.>> rispondo dura, perché questo non è far suo.
<<È pericoloso Europa, scendi immediatamente.>> ordina, fulmiandomi con lo sguardo.
Quasi scoppio a ridere, è ridicolo.
Chi si crede di essere per darmi degli ordini?
Non è nessuno per me. Nessuno.
Presa dalla rabbia e da un moto di follia, arrivo in cima in pochi secondi.<<Sei completamente pazza, e lo sapevo già, ma questo è troppo! Stai mettendo a repentaglio la tua salute, scendi subito.>> continua, adirato. Persino da quassù riesco a vedere la mascella serrata e le sopracciglia aggrottate.
<<Scenderò quando lo deciderò io, e poi la mia salute non è un tuo problema.>> rispondo, penzolando con le gambe nel vuoto.
<<Mi stai facendo venire un infarto, per favore Europa, scendi.>> cambia tattica e anche posizione.
Sembra sinceramente preoccupato, ma ormai ho imparato che nessuno è sincero e che lui a mentire è un maestro. Però i suoi occhi mi convincono a scendere, forse perché dicono più di quanto dovrebbero. Mancano un paio di metri quando metto male un piede e scivolo. Due braccia mi prendono al volo, senza farmi nemmeno sfiorare il suolo.
<<Te l'avevo detto che era pericoloso!>> sibila Paulo, stringendomi al petto, sento il suo cuore battere furioso contro il mio orecchio.
Dovrei ribattere per le rime, ignorarlo o urlargli contro, invece chiudo le emozioni dietro ad una porta invalicabile. Lo guardo in viso e senza nessuna espressione gli ordino di mettermi giù.
<<Che ti prende si può sapere?>> domanda, più confuso che arrabbiato.
Mi mette a terra, e mi guarda andare verso il sacco. Riprendo l'allenamento, ignorandolo. Voglio che se ne vada, che mi lasci in pace e allo stesso tempo so che non è ciò davvero voglio. Tiro un calcio al sacco da box facendolo oscillare vicino al suo bel faccino.
<<Perché sei qui da sola, invece di essere a pranzo?>> chiede, senza smettere di guardarmi. Nemmeno si sposta, il che conferma che non gli importa nulla della possibilità di essere colpito.
<<E tu perché sei qui? Non hai niente di meglio da fare?>> dico, con una voce così gelida da far paura persino a me.
<<No.>> risponde, senza esitazione.
<<Fatico a crederci.>> ringhio amara.
Con una mano blocca il sacco e mi guarda dritto negli occhi. Inarco un sopracciglio, questo non lo doveva fare. Nessuno può interrompermi nel pieno di un allenamento, specialmente una persona che mi ha fatto incazzare.
<<Che diavolo ti prende, si può sapere?!>> esclama Paulo, sfiorandomi un braccio. Gli sorrido cattiva, sperando per lui che ritiri la mano prima che sia troppo tardi.
<<Stai lasciando sola la tua accompagnatrice, ed è maleducazione sai? Quindi vedi di evaporare.>> sibilo, furiosa.
Paulo spalanca la bocca, interdetto.
Pensa sul serio che tutto ciò che fa sia giustificato?
Scuoto la testa e mi volto, decisa ad andare via, quando commette un grosso errore.
Allunga un braccio e mi stringe il polso, cercando di fermarmi.
E beh, lì non ci vedo più.<<Eu lasciami spiegare, non è come cre...>> Paulo si blocca, e un attimo dopo fissa il soffitto alto della palestra. L'ho solo proiettato davanti a me con una sola mossa.
<<Non c'è niente da spiegare, perché io non penso proprio nulla. Tu non sei niente per me, Paulo Dybala, niente. Quindi fammi un enorme favore: d'ora in poi stammi alla larga.>> lo guardo, dall'alto, scandendo bene ogni parola.
Posso vedere il suo sgomento, perché non se lo aspettava. Prima che possa riprendersi e dire qualcosa o alzarsi dal materassino, raccolgo le mie cose e punto dritta verso la porta. Con la mano sulla maniglia e il cuore ammaccato, non mi volto.
Tiro giù la maniglia, per dare un taglio netto a questa situazione assurda.
Spingo, ma la porta non intende aprirsi.
Riprovo. Nulla.
La prendo a spallate ma non si muove di un millimetro.<<Non è possibile!>> grido, con il palmo sulla superficie della porta di ferro della palestra.
Sono chiusa qui.
Con Paulo Dybala.
Merda.Spazio autrice: Eh, diciamo che questo capitolo è venuto fuori un po' dal nulla. Europa è arrabbiata, e sotto sotto ha pure ragione. Vedremo come si evolverà la loro "convivenza" forzata in palestra, alla prossima 😘💎🌌
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Colpita da una stella 🌌 /// Paulo Dybala (Completa)
FanfictionEuropa è una ragazza come le altre, solo più sfigata. Dopo il tradimento del suo ragazzo, partirà per una vacanza da sogno in un isola tropicale, dove dovrebbe rilassarsi, schiarirsi le idee, dimenticare e divertirsi. Ma ovviamente nulla va mai seco...
Capitolo 31 - Non lo nominare!
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