9. Punto e a capo

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Quella notte non riuscii a dormire. Non sapevo se fosse per l'ansia di tornare a casa o per Melissa. Ignazio era andato a casa per riposare dopo il viaggio a Berlino. Volevo sapere chi aveva telefonato a Melissa e dove era andata. Non avrebbe dovuto importarmi ma era più forte di me, avevo degli strani presentimenti. Il suo telefono era sul mobile accanto al letto, lei dormiva profondamente. Mi alzai, ero tentata dal farlo. Allungai la mano, ma la ritirai subito. Non erano affari miei. Mi sdraiai nuovamente e sospirai. Dopo dieci minuti ero di nuovo in piedi a fissare il cellulare. Non se ne sarebbe accorta, continuavo a ripetermi. Solo un'occhiata veloce. Lo presi in fretta, fortunatamente era già sbloccato. Entrai nel registro delle chiamate e c'erano una serie di chiamate dello stesso numero. Era registrato con un cuore. Rilessi più volte questo numero, mi sembrava familiare. Melissa si mosse leggermente e lasciando in fretta il telefono mi sdraiai dandogli le spalle. Ora avevo più dubbi di prima.
La mattina dopo Ignazio venne accompagnato da Gianluca. Melissa era accanto a sua figlia, se pensavo alla sera prima mi tremavano ancora le mani. Restarono tutto il giorno a farci compagnia. Mio fratello era più sereno rispetto a mia figlia e pensai subito che lei ancora non gli aveva detto nulla.
A:"Io devo andare a parlare con l'infermiera, restate qui. Io e te dobbiamo parlare" - dissi poi indicando Gianluca. Mi guardò confuso ma mi diressi subito dall'infermiera.
Durante il tragitto di ritorno vidi che Melissa correva di nuovo via dalla stanza. Mi fermai davanti alla porta, vidi i ragazzi giocare coi bambini e ci pensai su. Mi sarei lasciata scappare questa occasione? Ovviamente no. La seguii fuori dall'ospedale e quando si fermò mi gettai dietro un auto parcheggiata lì. Era con un uomo. Di sfuggita sembrava familiare. Tanto familiare quanto il numero di telefono. Mi affacciai leggermente e quando ebbi una visione abbastanza buona mi concentrai. Quando scorsi il volto di lui un enorme macigno si posò sul cuore. Mi mancava l'aria, mi sentivo tradita, delusa. Rimpiazzata, era questa la parola esatta.
X:"Ho solo dieci minuti" - disse lui seriamente.
Mel:"Va bene, basteranno. Mi basta anche un secondo con te" - rispose con una dolcezza che non le avevo mai sentito prima. Lui restò immobile. Ogni parola che dicevano era un mattone in più sullo stomaco per me. Mi alzai lentamente e senza farmi notare tornai dentro. Avevo le lacrime agli occhi, me ne accorgevo solo ora.
Sentivo il cuore frantumarsi lentamente, per una sciocchezza del genere. Ero talmente stupida delle volte. Desideravo essere più forte, ma forte davvero. Essere capace di ignorare certe cose, cancellare la gente con uno schiocco di dita. Urlare a tutti che ero l'unica padrona della mia vita e che loro non erano nessuno.
Quando in realtà ero qui, ad attendere l'ascensore, a piangere, fragile come un fiore trasportato dalla tempesta.
Stavo per entrarci dentro quando sentii prendermi la mano e tirarmi indietro.
L:"Aurora, devo parlarti"
A:"Proprio ora?" - dissi tremando. Annuì ma quando si accorse che piangevo lasciò di colpo la mano.
L:"Stai bene?"
A:"Si. Cosa volevi?" - dissi asciugando in fretta le lacrime. Esitò un attimo e si mise le mani nelle tasche del suo camice.
L:"Io.. Io ci ho provato. Credimi, ci ho provato".
Lo fissai non capendo di cosa stesse parlando ma il suono della sua voce mi faceva stare già più tranquilla. Restò in silenzio per pochi secondo ma avevo così tanta voglia di stare da sola che mi sembraron eterni. Abbassai gli occhi, nonostante tutto non riuscivo a girare i tacchi e entrare nell'ascensore. Dovevo ascoltarlo.
L:"Scusa, ti sto facendo perdere tempo"
A:"Cosa c'è Lorenzo?" - I suoi occhi per la prima volta incrociarono i miei. Scintillavano di amarezza, come se fosse sul punto di piangere. Mi sentii improvvisamente a disagio, ci conoscevamo a malapena e non sapevo come reagire.
L:"Ho sbagliato. Ho sbagliato tutto con te. Ti giuro che non mi era mai successo, questa è la prima volta. Il fatto è che tu sei una donna talmente meravigliosa che è impossibile non ammirarti. Hai una forza che smuoverebbe mari e monti pur di fare tutto come dici tu. Vorrei punirmi per questo errore madornale ma non posso fare a meno di provare dei sentimenti per te. Tu mi piaci Aurora, mi piaci da morire. E forse sono impazzito io ma non posso fare a meno di credere che anche tu provi qualcosa per me. Se mi dici che non è così, ti giuro che sparisco. Non voglio essere la causa della tua tristezza. Io vorrei solo renderti felice se ne avessi mai la possibilità. Mi fai impazzire. È stato difficilissimo averti sempre a un passo e non poter fare nulla, vedere ogni giorno il tuo sorriso che non smette mai di sperare e che mi dà la forza di lottare per queste persone ogni giorno. Dal giorno che sei arrivata qui tutto è cambiato. Adesso sento di dovere qualcosa a ogni paziente solo perché immagino che sia tu."
Restai immobile a causa di quelle parole, le lacrime erano seccate sulle mie guance e un senso di serenità si faceva strada dentro di me. Erano giorni che pensavo a Lorenzo, lo ammetto. Ma anche lui pensava a me.
L:" Scusami sto dicendo una marea di stronzate e probabilmente sto per dire la più grossa. Io.. io credo di amarti" - prese di nuovo la mia mano e si avvicinò. Non sapevo cosa stesse succedendo, ma eravamo sempre più vicini. So soltanto che quando lui era a pochi centimetri da me, vidi un ombra alle nostre spalle con le fiamme negli occhi. Avrei dovuto saperlo sin dall'inizio che era tutto sbagliato. Avrebbe dovuto sapere sin da subito che io ero sbagliata.
Ma aveva commesso tanti errori anche lui, ed era per questo che riuscivamo a stare bene solo insieme. Eravamo due vulcani che esplodevano ogni due per tre e si davano addosso. Con l'unica differenza che io mi sarei spenta subito. Ignazio no, lui avrebbe continuato a gettare fuoco fin quando non si sarebbe consumato dall'odio.

Ma, che fosse colpa degli altri o mia, non importa. Ciò che conta è che quel giorno mi ritrovai di nuovo sola, proprio come tutto era cominciato.

***

||L'AMORE PORTA GUAI 3||Where stories live. Discover now