1.Perché sei qui?

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Successe così,per caso. Accadde tutto così in fretta che non ebbi neanche il tempo di realizzare che lui era tornato.
Tutti i giorni mi toccava stare sola ad occuparmi dei bambini e avevo sempre desiderato,che qualcuno entrasse da quella porta per farmi compagnia. Ma quella volta maledissi questo desiderio.
Quel pomeriggio rimase stampato nella mia mente a vita,ogni singolo passaggio.
Stava tramontando il sole,ero in casa da sola a preparare la cena ai piccoli mentre Julio guardava i cartoni animati sul divano. Sentii un rombo d'auto e credendo fosse Ignazio non gli diedi importanza. Però successe una cosa strana. Suonò il campanello. Lui non lo faceva mai,aveva sempre le chiavi con sé. Credendo le avesse dimenticate,andai ad aprire e trovai l'ultima persona che avrei voluto vedere. Dopo sei mesi,aveva avuto il coraggio di tornare.
Lo guardai dalla testa ai piedi. Scarpe eleganti,smoking nero stiratissimo,barba accennata intorno alle labbra,sorriso meno sbilenco del solito,dentatura perfetta,occhiali rotondi con la montatura nera,ciuffo perfetto. Non aveva niente fuori posto.
Mi guardò sorridendo e senza il permesso,entrò dentro casa. Andò vicino al divano,abbracciò Julio. Poi si recò in cucina,accarezzò la testolina di Mia e baciò quella di Piero che rise esaltato. Mentre io,poggiata allo stipite della porta guardavo la scena incredula.
Venne verso di me col sorriso,prese una mia ciocca di capelli tra le dita e iniziò a giocarci.
P:"Allora? Non sei contenta che sono tornato?" -lo guardai scioccata e,sempre sorridendo andò a sedersi accanto a Julio.
A:"Emm..si..dovrei?" - tornai a preparare la cena ai piccoli e mi raggiunse in cucina. Era così tranquillo,come se non fosse successo mai nulla.
P:"Beh? Come te la passi?"
A:"Bene..si insomma,le solite cose. La casa,i bambini,tutti i giorni così. Non è cambiato nulla." - annuì soltanto. Si aspettava che gli facessi la stessa domanda ma avevo paura. Continuava a guardarmi con la coda dell'occhio,non vedeva l'ora di dirmi qualcosa. Batteva il piede per terra,si guardava intorno.
P:"Tu non vuoi saperlo?"
A:"Cosa?"
P:"Non vuoi sapere cosa ho fatto?"
A:"Non credo."
P:"Andiamo Aurora,non fare così. Guarda che mi sei mancata! Non devi nasconderlo solo perché non lo avevo ancora detto"
A:"Tu dovresti mancarmi? A me le persone mancano solo quando vanno via per una ragione valida,non quando svaniscono."
P:"Eh vabbé,visto che non vuoi chiederlo te lo dico io. Lavoro adesso."
A:"Ma non mi dire." - diedi la pappetta a Mia mentre lui mi guardava,pronto a lanciare chissà quale notizia.
P:"Sai cosa faccio?"
A:"Vuoi parlare a monosillabi o mi dirai tutto insieme?"
P:"D'accordo tesoro. Sono un modello." - mi colse alla sprovvista e per sbaglio lanciai un cucchiaio di pappetta negli occhi di Mia mentre la facevo mangiare. Le lavai subito il faccino e guardai Piero con uno strato di invidia negli occhi che si vedeva anche a chilometri di distanza.
A:"Cosa sei tu????"
P:"Un modello tesoro."
A:"Non chiamarmi così! Da quanto?!"
P:"Da mesi ormai! Sono famosissimo. Visto? Dal povero sfogato inutile che ero,sono riuscito a diventare qualcuno alla fine. Me lo dicevi sempre anche tu,no? Dovevo farmi una vita mia. Ed è quello che ho fatto." - abbassò gli occhi per qualche secondo e notai un'ombra di delusione. Sembrava come se me lo stesse rinfacciando. Come se dicesse 'bene,mi hai sempre fatto a merda,mi hai sottovalutato per anni e guarda ora? Io sono famoso mentre tu sei rimasta la povera casalinga di sempre'. E aveva ragione. Stavo morendo d'invidia. Mi portò sul divano e mi raccontò tutto dall'inizio. Aveva fatto così tante esperienze. Dovevo essere felice per lui,per il mio migliore amico. Ma quel migliore amico,mi aveva lasciato per sei mesi per diventare più importante di me e questo non lo sopportavo. Questa era solo un sogno. Un brutto sogno.
Raccontava tutto col sorriso sulle labbra,un sorriso che non aveva da anni. Mentre a me dava fastidio. Mi aveva superato. Da piccoli,tra noi due ero sempre io la più forte,la più coraggiosa. Quella che non aveva paura di niente. Ero io quella sfacciata e testarda. Quella che commetteva piccoli 'reati' fregandosene. Lui era quello codardo. Aveva sempre paura. Si limitava a difendermi dalle critiche degli altri,ma non aveva mai picchiato nessuno. Io si,io picchiavo tutti. Stava sempre dietro di me lui,ai miei piedi. Mi seguiva ovunque andassi. Non faceva una cosa se non la facevo anch'io. Tutti dicevano che sarei stata io quella che avrebbe fatto carriera,mentre lui sarebbe rimasto una persona comune,un ragazzo di paese,niente di ché. E non potevo credere che era successo l'opposto. Lui aveva fatto carriera,io ero una ragazza di paese. Piero Barone aveva una vita sotto i riflettori adesso,aveva vinto.
Continuava a parlare allegramente e lo interruppi seriamente.
A:"Piero. Perché sei qui?"
P:"Beh,Marsala è sempre il mio paese,abito qui."
A:"Non dico qui a Marsala. Perché sei qui,a casa mia?" - sorrise guardandosi le scarpe. Ero riuscita a metterlo in imbarazzo finalmente,non stavo messa così male allora.
P:"Non è facile da spiegare. La mia vita é perfetta,o almeno,così sembra. Ma non è così. Non è perfetta. Manca qualcosa ancora. Secondo te perché sono tornato?" - alzai le spalle disorientata,come se fosse la prima volta che vedevo Piero.
A:"Dimmelo."
P:"Per te. Manchi tu a renderla perfetta." -alzai gli occhi al cielo e sbuffai.
A:"Ci risiamo."
P:"Si,ci risiamo Aurora. Sono bravo a far finta di essere felice,vero?"
A:"Credevo che visto che non ti facevi più sentire,mi avevi dimenticata."
P:"Perché avrei dovuto chiamarti? Hai detto tu che non volevi avere più niente a che fare con me. E poi,ormai sono famoso. Non posso far vedere di essere innamorato perso di te."
A:"È una vergogna vero?"
P:"No. Tu sei Aurora. Famoso o no,tu sei sempre la mia cucciola." - scossi la testa sorridendo nervosamente. Credeva davvero fosse stato facile recuperare tutto?
A:"Non puoi tornare qui dopo tanto tempo e pretendere che sia tutto come prima."
P:"Ma io non pretendo questo,io pretendo te." - non ebbi neanche il tempo di ribattere che sentimmo la porta sbattere. Mi voltai,era Ignazio. Rimasero secondi interminabili a fulminarsi con lo sguardo. Dopodiché,venne verso di me e mi abbracciò.
I:"Piero."
P:"Ignazio." - lo salutò con un cenno del capo sorridendo.
I:"Se sei venuto per Isabèl lei non è qui. Adesso vive con Gianluca."
P:"No,non sono venuto per Isabèl."
I:"Allora per cosa? Non c'è niente che ti lega a questo posto."
P:"Esatto. Non c'è niente." - mi fissò sorridendo. Faceva paura. Si alzò e si diresse verso la porta.
Si voltò un'ultima volta e mi fece l'occhiolino.
P:"A presto tesoro."
Ignazio rimase scioccato da tutto quanto.
I:"Che voleva?"
A:"Non lo so.." - mi guardò di sottecchi ma lo ignorai. Prima o poi sarei impazzita,erano anni che ci ero vicina.
Misi a dormire i bambini e uscì fuori,sul balcone.
Quella visita di oggi mi aveva completamente rovinato la giornata. Poco dopo Ignazio mi venne dietro e posò la testa sulla mia spalla.
I:"Ehi,sicura di star bene?" - sospirai,non sapevo cosa rispondere. Mi prese il viso tra le mani facendomi voltare e mi guardò intensamente.
I:"Aurora,cos'ha detto Piero?"
A:"È un modello capisci?? Un modello!"
I:"Lo so..dov'è il problema? Finalmente si è levato dalle scatole." - scossi la testa e entrai dentro,come faceva ad essere sempre così superficiale?
Mi buttai sul letto nascondendo il viso nel cuscino.
A:"Tu non capisci.."
I:"Oh invece si che capisco. Non accetti il fatto che lui sia più importante di te o almeno,è ciò che dici tu. Ma dimmi,perché dovrebbe essere migliore di te? Solo perché ora è famoso? Per questo? No Aurora. Sarà anche famoso ma dentro è la solita persona di merda,quello che se ne è andato,che ha lasciato sua figlia. Non è poi così speciale." - mi sollevai leggermente. Ignazio aveva ragione. Eppure c'era qualcosa di cui ancora non ero convinta. Qualcosa che non riusciva a lasciarmi in pace.

***

||L'AMORE PORTA GUAI 3||Where stories live. Discover now