2. Non esistiamo più

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Oggi avrei dovuto vedermi con Isabél,era da poco tornata dal viaggio di nozze. Entrai nel bistrot e la vidi seduta al tavolo all'angolo accanto alla vetrina. Quando si accorse di me,si alzò e venne ad abbracciarmi. Ordinammo due panini giganti e cominciammo a chiacchierare.
Is:"Gianluca è un amore. Ogni sua azione è dettata solo dall'amore"
A:"Mi fa piacere che tu ti sei divertita tesoro" - sorrise e continuò a rosicchiare il suo panino. Guardavo la mia principessa con occhi sognanti. Era diventata tutto quello che sarei diventata io se solo ne avessi avuto la possibilità. Una vera signorina. Che a soli diciassette anni era già una signora.
Is:"Mamma vado un attimo alla toilette" - si alzò prima che potessi rispondere e sparì. Mi sbagliavo,era più raffinata di quanto sembrasse. Io avrei detto 'vado al cesso'.
Guardai fuori dalla vetrina del bistrot ed era ancora lì,circondato da mille ragazzine che gli chiedevano foto. Che schifo,era nauseante.
Veniva da questa parte.
X:"Desidera altro signora?" - il simpatico vecchietto dietro al bancone mi rivolse il suo sorriso sdentato.
A:"Un altro caffè grazie" - mentre tenevo d'occhio la porta d'ingresso Isabél tornò e disse che doveva scappare via. Rimasi sola col mio caffè tra le mani a guardare quella dannata porta. Non volevo incontrarlo. Eppure non mi muovevo da lì.
Con la mente avrei voluto essere già fuori di lì ma con il cuore..
Il cuore voleva che lui entrasse nello stesso momento in cui sarei andata via io.
Mi voltai verso il bancone per pagare tutto. Mi rigirai di scatto e il mio caffè si rovescio tutto su una camicia bianca. Troppo perfetta. La stessa di ieri.
P:"Cazzo!" - una marea di gente si precipitò da lui, tutte pronte a pulire la sua preziosa camicia.
X:"Guardi che ha fatto signora!" - si sbilanciò il vecchietto dietro al bancone lasciandomi perplessa. Tutti mi guardarono e una ragazza mi passò un fazzoletto.
X:"Non vuoi dare una mano visto che è colpa tua?"
A:"Dovrei pulire la camicia a questo?!" - piano piano cominciarono ad allontanarsi.
X:"QUESTO è Piero Barone. Come minimo dovresti baciare i suoi piedi sciocca!"
A:"Piero Barone ha delle mani forti e funzionanti,può fare da solo." - si guardarono tutte scioccata aspettando una sua reazione. Mi fissò a lungo.
P:"Tranquille signore io..Io non mi faccio neanche sfiorare da questa. Non è alla mia altezza.." - una ragazzina gli accarezzò il braccio.
X:"Bravo,finalmente hai smesso di perderci la testa!" - rivolse un sorriso amaro alla sua amichetta e abbassò gli occhi. Sono tornato per te diceva.
A:"Non sono alla tua altezza e non vorrei mai esserlo. Se fossi stata al tuo posto avrei preferito rinunciare alla carriera piuttosto che fingermi qualcun'altro."
Fuggii da là dentro e andai a nascondermi in una piccola stradina. Mi appoggiai con le mani al muro e mi morsi il labbro per reprimere tutta la rabbia. Me le torturai fino a farle diventare rosse ma non servì a niente. Una lacrima solcò la mia guancia e strinsi gli occhi per trattenerle. Lanciai un urlo strozzato e tirai un pugno al muro. La mano cominciò a sanguinare.
P:"Ehi.." - mi voltai e lo trovai di fronte a me con mezza camicia bagnata.
A:"Cosa vuoi?" - asciugai in fretta le lacrime. Non meritava di sapere che stavo male per lui.
P:"Ti sei fatta male?"
A:"È solo un graffio"
P:"Stai sanguinando. Magari te lo sei sfogato."
A:"Ho detto che è solo un graffio!" - indietreggiò guardandomi ferito. Lui.
P:"Non fare così. Mi fai male" - gli tremava la voce.
A:"Ora non fare la vittima. Credi di essere l'unico che ha dei sentimenti? Come pensi che mi sia sentita io eh? Credi che mi sia piaciuto?"
P:"Non sapevo cosa fare,quelle aspettavano che io ti cacciassi!"
A:"Beh lo hai fatto! Non eri tu quello fedele alla nostra amicizia? Dove sono finiti i 26 anni passati fianco a fianco?!"
P:"Sei stata tu a voler chiudere tutto! Hai voluto che me ne andassi e l'ho fatto,adesso non lamentarti!" - si accorse di aver alzato troppo la voce e sospirò.
A:" Te l'ho detto perché sapevo che non l'avresti mai fatto. Ma mi sbagliavo"
P:"Sono stanco di stare male. Io ti amo Aurora,cazzo se ti amo. E mi sei mancata da morire. Mi manchi anche ora che sei qui. Non voglio più litigare con te."
A:"Non cercare di farmi pena,non funziona più ormai. Vattene,torna da dove sei venuto".
Ma la voce mi tradiva. Tremava e le lacrime scendevano.
P:"Ti sono mancato?"
A:"Vattene." - ma in realtà volevo che mi abbracciasse,che i nostri cuori si legassero come prima,che si stringessero per curare tutte le ferite causate negli anni.
P:"Ti sono mancato?"
A:"Vai.."
P:"Dimmelo"
A:"Si che mi sei mancato! Mi sei mancato da far schifo! Mi hai rovinato la vita. Sei un pezzo di merda,abbracciami."
Sorrise. La mano continuava a sanguinare. E di colpo mi trovai quella camicia bagnata addosso e il suo volto tra i miei capelli.

***

||L'AMORE PORTA GUAI 3||Where stories live. Discover now