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  You ain't the ruler of my country, who made you the queen?  

"Avete già scelto gli esami da conseguire qui?", sussurrò Karl, il ragazzo svedese, mentre si sedeva tra Floralie e Jalaja. Matthew alzò lo sguardo, tirando fuori il naso dal libro di storia in cui l'aveva seppellito circa un'ora prima, e li guardò tutti e tre. 

"No, io no", rispose Floralie, mentre esaminava con attenzione la pagina internet che aveva aperto sul tablet. "Però sto considerando tutte le varie opzioni. Pensavo di fare un esame di Cultura Irlandese e Celtica, magari un altro di Storia o non so.. non c'è molta scelta in realtà", sbuffò e poggiò il mento contro la mano, facendo scorrere lentamente la pagina con il dito. 

"Io rimarrò solo pochi mesi, devo fare solo un esame", disse Jalaja, alzando le spalle e continuando a sorseggiare la tua tazza di té bollente. Il vapore che ne fuoriusciva le appannava gli occhiali ogni qualvolta ne prendeva un sorso. 

"Io sono davvero indeciso, insomma, vorrei studiare anch'io Storia, ma sono davvero negato", mormorò Karl, contraendo il viso in un'espressione quasi di agonia. Matthew continuò ad osservarli tutti e poi tornò con lo sguardo sul libro. 

"Potrei aiutarti io a studiare Storia", propose il ragazzone americano, guadagnandosi un'occhiata da Jalaja. Dopo un istante si sentì un gemito di dolore da parte di Matthew e lui e la ragazzina indiana si scambiarono uno sguardo, lui confuso, lei sembrava volesse dirgli qualcosa che lui capì solo dopo qualche secondo. "Oppure potrebbe aiutarti Floralie", suggerì poi, schiarendosi la gola. Jalaja annuì con un sorriso sulle labbra e Floralie li guardò entrambi stranita, non comprendendo il perché di quella frase.

"Lo faresti?", chiese Karl, girandosi a guardare Floralie con i suoi occhi di ghiaccio. "Voglio dire, non ti scoccia?", aggiunse, notando che lei non rispondeva. Quando stava per aprire bocca arrivò la ragazza francese, Monique, al loro tavolo, e li guardò tutti quasi con disprezzo, nemmeno le avessero ucciso il pesciolino rosso. 

"Ciao ragazzi, non so se ve ne rendere conto, ma siamo in una biblioteca", disse loro, appoggiandosi alla spalla di Floralie, stringendole la spalla quasi fossero amiche. Ma non lo erano. Per niente. "Quindi dovreste passare il tempo a leggere, non a parlare. E tu, Jaia, per l'amor di Dio, hai portato del caffé qui? Potresti rovesciarlo sui libri", sputò le parole con uno sdegno che Floralie non aveva mai sentito prima. Monique le lasciò la spalla e si girò per andarsene, ma le parole di Floralie la fecero bloccare.

"E' Jalaja, non Jaia, e quello è té, non caffé", la corresse, alzandosi dalla sedia e standosene in piedi davanti a lei. Floralie era più alta di lei di quasi dieci centimetri, così Monique dovette alzare un po' il viso per poterla guardare in faccia. Floralie la guardò con aria di sfida ed incrociò le braccia al petto. Karl, Matthew e Jalaja li guardavano in silenzio, ma si poteva percepire nell'aria la tensione tra le due ragazze. "Jalaja è perfettamente capace di bere la sua bevanda senza fare alcun danno, in realtà ne siamo capaci tutti, non siamo maldestri come qualcun altro", Floralie le sorrise e poi abbassò lo sguardo sulla camicetta succinta che indossava Monique. "E quella cos'è? Non sarà mica una macchia di caffé?", dovette trattenersi dal riderle in faccia. 

"A dire il vero è una macchia di cioccolata", specificò Philippe, arrivando alle spalle di Monique e osservando Floralie con aria incuriosita. "La mia cara Monique è come una bambina, non posso portarla da nessuna parte che combina subito qualcosa", a quelle parole di Philippe, Monique prese e se ne andò senza dire nemmeno una parola. Dalla sua bocca uscì solo uno sbuffo scocciato, esasperato, quasi incredulo. 

"Dì alla tua cara Monique che qui non siamo più al liceo", gli disse Floralie, lanciando un'occhiataccia anche a lui, prima di rimettersi seduta al suo posto. Pensò che Philippe se ne fosse andato, invece fece il giro del tavolo per poterla guardare in viso. 

There You Are. || Chris EvansOnde histórias criam vida. Descubra agora