Storia Della Magia (Devon Scott)

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Ci interessiamo di magia un po' tutti, per curiosità, per il bisogno di trascendenza che c'è in ciascuno di noi, o perché siamo circondati da cose che non riusciamo a capire, né tanto meno a controllare. Progrediamo continuamente a livello tecnologico, ma sul nostro destino personale non possiamo molto di più dei nostri antenati nelle caverne: continua a sembrarci oscuro e a volte terribile.

La magia nasce proprio dal bisogno di appellarsi a qualcosa di superiore, che può tutto; di fronte agli eventi spiacevoli della nostra vita, che sono moltissimi (abbiamo solo l'imbarazzo della scelta), noi cerchiamo aiuto.
Dall'inizio degli anni Settanta c'è stato un vero e proprio revival del paranormale; è cresciuto in proporzione geometrica il numero dei maghi, degli astrologi, dei gruppi di studio, dei corsi di esoterismo. Questo termine ha assunto un significato molto generico e vi si fanno rientrare le cose più disparate: fatture e controfatture, lettura della mano, divinazione con la sfera di cristallo, malocchio, spiritismo, ufologia, pranoterapia, rituali di sesso e sangue di cui abbonda un certo cinema, società segrete, usanze di tribù che vivono isolate dalla civiltà, radiestesia, satanismo, filosofie orientaleggianti, amuleti, talismani e molte altre cose ancora: il tutto mescolato in un informe groviglio a cui viene appiccicata l'etichetta di articolo occulto.

Lo storico inglese Lawrence Stone ha detto che il ritorno in auge della magia in questi ultimi anni è dovuto al fatto che viviamo "sul filo del rasoio di una società tecnotronica, razionale, impersonale, governata dal computer, efficiente, ma sterile, che non lascia spazio alle emozioni, all'amore, alla compassione, né al senso del mistero e della meraviglia, che sono alla radice di tutta la grande letteratura, dell'arte e della musica"
Ed è forse proprio per questi motivi che, anche se non lo vorremmo, ci crediamo, perché la magia è più vicina al nostro cuore ed alla nostra mente di quanto lo siano la logica e la ragione, quando lottiamo contro l'impossibile, contro le avversità, quando rifiutiamo di sentirci sconfitti, quando ci ribelliamo ad una sorte che sembra essere già segnata e combattiamo con la sola forza della nostra volontà.

Lo storico inglese Lawrence Stone ha detto che il ritorno in auge della magia in questi ultimi anni è dovuto al fatto che viviamo "sul filo del rasoio di una società tecnotronica, razionale, impersonale, governata dal computer, efficiente, ma ster...

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LA MAGIA NEL MONDO ANTICO

Narra una leggenda che migliaia di anni fa "Uomini di cristallo" scesero dalle stelle per stabilirsi a Thule, una terra vicina al Polo Nord. Questi saggi maestri furono l'elemento di equilibrio fra i primi abitatori della Terra; con le loro conoscenze tecnologiche impedirono ai grandi cataclismi di distruggere il pianeta e gli uomini che lo popolavano; per merito loro l'umanità conobbe un'"età dell'oro".
Ma alcuni di questi saggi si lasciarono sedurre dalla magia nera e convinsero gli indigeni a ribellarsi ai Maghi Bianchi: lo scontro distrusse Thule e pose fine al periodo felice. I pochi sopravvissuti si rifugiarono in un'isola chiamata Iperborea, nome che significa "al di là di Boreas", il vento del Nord, posta fra l'Islanda e la Groenlandia.
Diodoro Siculo scrisse che l'isola aveva dimensioni simili alla Sicilia; era una terra fertile e feconda, dotata di un clima meravigliosamente temperato, tanto da produrre due raccolti all'anno. Vi erano montagne trasparenti come diamanti, regnava sempre un piacevole calore ed i fiori profumavano l'aria; gli abitanti erano bellissimi e molto longevi. Alcuni erano perfino dotati di chiaroveggenza, dono dato loro da Apollo, il dio greco che gli Iperborei veneravano sopra ogni altro, che visitava l'isola ogni diciannove anni, "quando si completa il ritorno delle stelle allo stesso posto nella loro orbita", accolto con danze e canti dagli abitanti.
Un giorno terribile un'immane catastrofe spazzò via Iperborea: una meteorite provocò un violentissimo e repentino raffreddamento, e quel paradiso terrestre scomparve sotto i ghiacci.

La concezione di una razza primordiale venuta dalle stelle, portatrice di una spiritualità trascendente e del bagaglio delle conoscenze "magiche", è comune a molti popoli.
Atlantide, Thule ed Iperborea sono miti nati in Occidente, ma ce ne sono di simili anche nella tradizione orientale, come Mu-Lemuria, il continente scomparso situato fra l'Asia e l'America, del quale l'Australia, l'Isola di Pasqua, le Hawai e la Polinesia sarebbero un residuo.
I racconti di terre misteriose, nascoste ai più o scomparse nella notte dei tempi, si trovano nel folklore di vari paesi e con tratti inspiegabilmente costanti, malgrado la diversità delle civiltà in cui si sono sviluppati: sono tutti paradisi, terre ricchissime, che godono di un clima salubre e favorevole allo sviluppo dell'agricoltura; gli abitanti sono tutti belli e longevi, dotati di poteri mentali particolari; il governo è illuminato e vive in armonia ed in pace con tutti.

Le leggende sui visitatori venuti migliaia di anni fa dalle stelle parlano sempre dei buoni e timorosi indigeni che li hanno accolti con tutti gli onori e considerati come dei. Ma quanti anni ha l'uomo?
In Europa si sono trovati resti di individui del genere homo sapiens, risalenti a 250.000 anni fa; ma l'uomo che più si avvicina a quello di concezione moderna ha "soltanto" 40.000 anni. L'uomo preistorico, vissuto cioè nel periodo che precede l'uso dei metalli, usava solo strumenti di pietra e sulla pietra incideva e dipingeva. Organizzato in piccole tribù, la sua vita dipendeva dalla caccia; era una vita nomade, poiché egli era costretto a spostarsi per seguire le migrazioni degli animali che gli fornivano cibo per nutrirsi e pelli per coprirsi. Il suo unico imperativo era la sopravvivenza di se stesso, della propria prole e della propria tribù.

Le pitture rupestri di questo periodo rappresentavano scene di caccia. A che scopo l'uomo del Paleolitico si prendeva la briga di dipingerle? Lo storico dell'arte Arnold Hauser afferma che la pittura era per l'uomo preistorico "una prassi magica: nell'immagine da lui dipinta il cacciatore credeva di possedere la cosa stessa; credeva che l'animale vero subisse l'uccisione eseguita sull'animale dipinto".
L'inseguimento e la cattura della preda incisi sulle pareti della sua caverna non erano altro che "l'anticipazione dell'effetto desiderato; l'avvenimento reale doveva seguire il modello magico. Non si trattava, quindi, di sostituzioni simboliche, ma di vere azioni dirette ad uno scopo, atti reali che ottenevano effetti reali".
Le immagini erano una specie di trappola in cui la preda era destinata a cadere. Lo stesso scopo magico avevano le danze nelle quali i partecipanti indossavano maschere d'animale e fingevano una cattura ed un'uccisione "in effigie" della preda. La pittura del paleolitico viene chiamata naturalistica per la sua aderenza con la realtà: avendo uno scopo magico, il modello doveva avvicinarsi il più possibile a quello reale.

Col periodo Neolitico, 7000 anni avanti Cristo, l'uomo cominciò a darsi le prime forme articolate di organizzazione sociale.
Scoperte le possibilità dell'agricoltura e dell'addomesticamento degli animali a lui utili, decadde la necessità di spostarsi continuamente. I raccolti consentirono di immagazzinare scorte; si divisero i compiti fra i membri del clan, si ebbe il primo artigianato della ceramica.
Nacquero forme di culto più complesse, che abbisognavano di idoli e suppellettili funerarie, di amuleti protettivi e di simboli sacri; si svilupparono riti utili al gruppo, come quelli per aumentare la fertilità della terra.

Il Neolitico viene considerato un enorme passo avanti compiuto in tempo relativamente breve dall'uomo verso la civiltà; il Paleolitico medio, per esempio, si protrasse per 70.000 anni, mentre il Neolitico ne durò solo tremila, per sfociare nell'età del rame, la più antica delle età dei metalli.
Nell'area mediterranea furono i popoli della Mesopotamia che scoprirono e padroneggiarono le tecniche della lavorazione dei metalli, quattromila anni prima di Cristo. Il primo fu il rame nativo, che poteva essere lavorato a freddo; vennero poi il bronzo ed il ferro. Con l'età del rame e con l'invenzione dei primi tipi di scrittura (detta "pittografica" perché formata da disegni indicanti l'oggetto descritto o il simbolo corrispondente) finisce la preistoria, che è la storia dell'umanità intera, e comincia la storia dei popoli e degli individui.

Devon Scott
Il testo "la magia nel mondo antico" è tratto da Tradizioni perdute di Devon Scott, edizioni Lunaris.
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