20. Andrew

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Questo capitolo è la vostra punizione per non aver sclerato al bacio muke .

——






Luke aveva la schiena attaccata al muro e l'unica parte del suo corpo che non toccava la parete erano i suoi fianchi, che erano stretti dalle dita di Michael. Ormai quello che era iniziato come un piccolo bacio innocente era diventato in poco tempo una pomiciata. Nessuno dei due aveva intenzione di staccarsi, perché sapevano che qualsiasi cosa si fossero detti avrebbe potuto rovinare le cose, cancellando quella sensazione di completezza che entrambi in quel momento provavano.

Luke si sentiva felice, non si sarebbe mai aspettato un gesto del genere, per quanto fosse stato il suo sogno da quando aveva conosciuto quel maledetto ragazzo dagli occhi verdi. Michael invece non sapeva come si sentiva, sicuramente avrebbe giurato che quel momento fosse perfetto. Aveva morso così tante volte il labbro inferiore del più piccolo, che dal piccolo buco del piercing un po' di sangue aveva iniziato a uscire. Se ne accorsero entrambi, ma non avevano comunque intenzione di smettere.

Le mani di Luke erano ancorate al collo di Michael e spesso si intrufolavano fra i suoi capelli, che trovava incredibilmente soffici e morbidi. E a Michael quel tocco faceva solo impazzire ulteriormente.

Era così strano, che fosse passato dal dichiarare con fierezza la sua eterosessualità a limonare con un ragazzino nella sua camera e addirittura ad avere pensieri poco casti e un'erezione che rischiava di svegliarsi.
Non ci stava pensando, in quel momento. Aveva solo bisogno delle labbra di Luke.

Si, sarebbero stati così per altre ore, se non fosse che dopo circa dieci minuti di baci e ansimi, alle loro orecchie giunsero dei rumori provenienti dal piano di sotto. Luke spinse Michael lontano dal suo corpo, leccandosi le labbra velocemente e avvicinandosi alla porta.
Michael allo stava osservando, non capiva perché avesse tutta quella fretta e pensò che ci fosse suo padre al piano di sotto.

Luke aprì la porta, non del tutto abbastanza per poter vedere cosa fossero i rumori.

"Ci avrei scommesso, rovina sempre tutto quell'uomo." Sussurrò indispettito, voltandosi verso lo specchio appeso in camera sua. Non era nelle condizioni adeguate per mettere piede fuori da quella stanza e Michael non era messo meglio.

"È tuo padre?" Domandò Michael. Dalle loro parole sembrava che non fosse appena accaduto niente, ma la tensione rossa presente nell'aria non lasciava molte intuizioni.

"Si, adesso farà finta di interessarsi a chi sei e a come ti ho conosciuto." Sbuffò, alzando gli occhi al cielo. Si avvicinò a Michael e gli sistemò i capelli. "Anche se penso che dalle nostre condizioni non abbia nemmeno bisogno di farsi delle domande." Sorrise malizioso.

"Ah, sta zitto, Luke. Ti esce sangue dal labbro, comunque." Michael sorrise beffardo, sorpassandolo e aprendo la porta.

Luke si leccò nuovamente le labbra. Non aveva mai parlato della sua omosessualità al padre,non aveva intenzione di parlare di qualsiasi cosa con lui.

"Ehi, ciao , Luk-"

Andrew guardò Michael sorpreso. Non lo aveva mai visto, di solito la sua casa ospitava solo Calum, Ben,Jack, Luke e in occasioni speciali Liz . Erano le uniche persone che avesse mai visto nella sua abitazione, perciò da un lato si sentì felicemente sorpreso nel vedere il ragazzo dai capelli rossi.

"Oh, ciao! Luke non mi aveva detto che avrebbe ospitato qualcun-" Andrew si trovò un'altra volta a interrompersi. "Luke, è sangue quello che hai sul labbro?" Domandò al figlio che era appena uscito dalla sua stanza.

"No, è Gesù Cristo." Rispose dispettoso, facendo stupire Michael. Non pensava che avesse quel genere di rapporto con il padre.

Andrew comunque non rispose, spostò la sua attenzione su Michael, che stava scendendo le scale per presentarsi. L'uomo non assomigliava molto a Luke, quindi pensò che il piccolo avesse preso molto dalla madre. Aveva i capelli quasi completamente grigi e Michael dedusse che fosse biondo, una volta. Aveva un viso piacevole, ma sembrava trascurato. Michael si volle presentare,sia per educazione si perché lo metteva a disagio vedere Luke indispettito in quel modo. La situazione era già fin troppo tesa, il suo ultimo desiderio era aumentare la tensione.

"Allora, come ti chiami?" Domandò Andrew. Notò che Michael era più grande di Luke, ma pensò solo di qualche anno. Michael sembrava -anche grazie al suo modo di vestire - molto più giovane di quello che in realtà era.

"Michael, piacere." Il tinto allungò una mano verso l'uomo che perse qualche secondo a osservare la sua stravagante capigliatura.

"Andrew, sono il padre di Luke." Si presentarono.
"Da quanto vi conoscete tu e Luke? Te lo chiedo perché lui non ha mai avuto molti amici e-"

Luke si sentì attaccato dall'affermazione del padre. "Non fare finta che ti interessi."

"Ci conosciamo da un po' più di un mese." Michael tentò di cambiare discorso.

Irritò Luke da una parte. Ma la mano del più grande che si appoggiava repentinamente sul suo fianco per calmarlo gli fece dimenticare quell'irritazione. Andrew notò la sua mano e si incuriosì ancora di più.

Sapeva molto più di ciò che Luke si era fermato a dirgli.

"Siete amici?" Domandò. Luke questa volte stette in silenzio. Guardò Michael e aspettò una sua risposta.

Michael non esitò nemmeno un secondo a rispondere. "Si, siamo amici." Sorridendo all'uomo.

Luke giurò di sentire un gradissimo pugno nello stomaco. Le farfalle che poco prima volavano in quel momento erano state calpestate dalle parole che proprio le labbra di Michael, -coloro che avevano fatte nascere quelle stupide farfalle- pronunciarono.

Cosa si aspettava? Che Michael dicesse di essere il suo ragazzo? Alla fine si conoscevano così poco, ed era tutto così sbagliato. Eppure giurò che se fosse stato al suo posto, avrebbe quasi sicuramente detto di avere qualcosa di molto di più di una semplice amicizia.

Luke era molto arrabbiato. La spontaneità e il sorriso con cui Michael aveva detto quelle parole lo aveva fatto irritare, molto di più di quanto lo fosse già solo per la presenza del padre.

"Papà noi ora usciamo, Michael se stava andando e io non rimango a dormire." Annunciò Luke secco.

Michael lo guardò stranito. Erano insieme da poco più di un'ora. Non capiva cosa avesse fatto di male.

"Okay, mi dispiace, è stato un piacere Michael. Spero di rivederti presto." Andrew regalò un sorriso a Michael.

"Oh, non succederà." Sussurrò Luke, ma Michael lo sentì.

Si avvicinarono entrambi alla porta, il più grande si preoccupò di salutare Andrew, Luke non lo fece.

Era davvero, davvero, irritato.

"Luke, mi spieghi cosa succede?" Domandò Michael quando finalmente furono fuori dalla casa.

"Cosa succede? Sul serio?" Il più grande notò che il biondo era seriamente arrabbiato. Odiava il fatto che i suoi occhi non lo stessero guardando come lo guardavano fino a poco tempo prima.
"Pensi di poter fare così? Di baciarmi e poi far finta che non sia successo niente?"

"Luke, non sto fingendo, dovevo scendere e scoparti davanti a tuo padre?" Domandò Michael, anche lui irritato. Lo sguardo di Luke bruciava sulla sua pelle e odiava quella sensazione.

"Beh sarebbe stato bel-" sussurrò quelle parole Luke, ricomponendosi subito dopo. "NO, non ti ho chiesto niente di tutto questo! Ma sicuramente noi due non siamo mai stati amici!"

Michael alzò gli occhi al cielo. Non aveva idea che Luke si sarebbe arrabbiato per quello, non si sarebbe mai permesso di dire a Andrew la verità per il semplice fatto che sapeva che Luke non avrebbe voluto. O almeno,lo credeva.

E comunque, nessuno aveva parlato di stare insieme.

"Luke, è la verità." Un altro pugno nello stomaco. "Noi siamo amici, cosa pensavi che fossimo?"










Sooooos odiatemi.

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