In the noon: il maggiordomo, intrusione

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La testa gli pulsava fortemente, procurandogli un fastidio atroce che lo costrinse a non muoversi per dei minuti. Non ricordava molto di quanto era successo prima che svenisse, era stato tutto troppo veloce. Voleva capire dove l'avessero portato e il perchè del tradimento di Einar.

Apri gli occhi mettendo a fuoco il luogo dove era rinchiuso, provò ad alzarsi ma non ci riuscì, percependo una morsa sul polso e la caviglia, che non lo facevano muovere più di tanto, si mise solo seduto sul letto, dove era sdraiato.

"Dannato Einar" bisbigliò solo questa semplice frase, prima di tentare di rompere le catene con la magia, tutto vano, erano evidentemente stregate.

"Ti sei svegliato, Amor".

Le due ospiti austriache arrivarono al castello subito, grazie a Cloe che aveva usato i propri lampi per teletrasportali lì.

"Alison! Dafne!" le due sorelle non fecero in tempo ad ammirare la magnifica terra nordica che Christel e Astrid gli si fiondarono addosso stringendole, "Ecco di chi stava parlando il Conte Phantomhive" disse soddisfatta Syel, avvicinandosi alle quattro ragazze. "Non pensavamo che ci saremmo viste dopo così tanto tempo" "Nemmeno noi Christel" iniziò a pensare ad alta voce Dafne, facendo terminare la frase alla sorella maggiore, "Quando era l'ultima volta che ci siamo viste? Vediamo era" "Un anno fa" affermarono in coro lei ed Astrid, ridendo e stringendosi.

"Quindi vi conoscete?" "Si Conte" "Bene, almeno non ci perdiamo in presentazioni" felice di ciò, Ciel ordinò a Sebastian di portare i bagagli di Alison e Dafne dentro la propria villa, per poi raggiungerli dopo alla sala riunioni del Castello Steilsson.

Questa volta Astrid avrebbe partecipato in nomina di capo temporaneo, aiutata da Fedrick, Allison, Myrya e Ivan. Christel ancora non aveva il permesso di entrare in quelle riunioni, onestamente non le importava, si fidava di tutti quelli presenti nella sala, perfino del Conte inglese arrivato da un mese e del suo maggiordomo corvino.

Lei insieme a Aki e Syel salirono fino in soffitta, per rispolverare dei vecchi, e dolorosi, ricordi.

Una volta lì la bionda camminò fino a un mucchio di valige e cianfrusaglie, dove era appoggiato di schiena un grande quadro coperto da un telo, per non far intravedere cosa ritraesse.

"Chris ma quello" mormorò Aki sapendo perfettamente cosa fosse. Syel confusa le squadro, chiedendo spiegazioni. "Io e Astrid avevamo un... Secondo padre. Murmur era il suo nome, ma dagli umani si faceva chiamareAlexander. Lui e Emil ci avevano accolto a braccia aperte" "Accettandole per quello che eravamo" finì Aki, conoscendo benissimo tutta la storia della famiglia Steilsson, dato che lei da quando era piccola viveva lì, prima dama da compagnia della minore Steilsson poi come cuoca.

Syel percepì un atmosfera malinconica intorno a Chirstel, se la feriva ricordare perchè l'aveva fatte recare lì? "Che fine a fatto??" "Morto" disse secca Chirstel, scoprendo il quadro, "Un demone potente accecato dall'ira, ucciso dal suo stesso amore" "Ma se è un demone sicuramente non è morto, ci avete mai pensato?". Christel e Aki si scambiarono uno sguardo, per poi vedere l'amica dicendogli all'unisono questa frase "Ciò che si è perso non si potrà mai riavere e rimpiangere i morti non serve a nulla".

Da li per dei minuti calò il silenzio.

"Ahi ahi sembra un mortorio qui" le tre sgranarono gli occhi, schivando in tempo un attacco da parte di Beatrice, facendole forare il quadro involontariamente. "No!" urlò Christel venendo strattonata da Syel al piano di sotto, mentre Aki le sorvegliava le spalle mezza trasformata in licantropo, con orecchie e coda.

"Questo non me lo perdonerà" ringhiò liberandosi la mano dal quadro, "Dove siete?!" urlò con nonchalance uscendo dalle soffritte del castello, cercando di riacciuffare il trio prima che dasse l'allarme alle persone che l'avrebbero intralciata.

Black Butler: Book of MemoryWhere stories live. Discover now