In the morning: il maggiordomo, cattivi presagi

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Dentro al piccolo laboratorio del Dottor Franken Stein sua figlia, Syel, ancora lavorava leggendo montagne di libri sull'anatomia, la chimica e sulla Fitoterapia*.

La stanza era illuminata dal candelabro posizionato sulla scrivania di legno d'ebano, dove vicino si trovavano i libri già letti.

La giovane ragazza era pienamente assopita dallo studio, che non senti il cigolio della finestra, non destando importanza a tre figure che si stavano avvicinandosi a lei, forse perchè le conosceva.

"Cosa ci fate qui?" mormorò con uno sbadiglio Syel, rabbrividendo a causa di uno spiffero gelido che le si era avventato addosso, "Volevamo farti una visita prima di andare a letto" cominciò a dire Christel sedendosi sul tavolo, "Anche se dovremmo, in teoria, già dormire" concluse la frase Astrid, prendendo il libro di anatomia dell'amica e sfogliandolo.

Aki in quel poco tempo in cui le tre amiche avevano conversato, si era precipitata subito nella cucina per svuotare la dispensa e tornando dalla combriccola.

La maggiore si schiarì la voce per spiegare il reale motivo per cui, lei e le due ragazze, si erano recate lì a quell'ora tarda.
Il Duca Køhler. Loro quattro da giorni lo stavano tenendo d'occhio, sospettavano che quel ragazzo nascondesse qualcosa, e se loro avrebbero scoperto cosa tramava prima della Nobiltà della Neve o delle autorità ne sarebbero state soddisfatte.
"Stasera alla cena, oltre al Duce Kohler e agli Williams, c'era la domestica di quest'ultimi, ho sentito che Giselle la chiamava Beatrice. La cosa strana è questa: questo pomeriggio ho parlato con Ivan, mi ha riferito che quando ha -incontrato accidentalmente- la domestica dei William, era una donna di nome Naira e non Beatrice" "Rimembriamo che Ivan non mente mai" intervenne Aki, lasciando la parola a Christel che aveva notato voleva parlare. "L'altro giorno ho origliato Myrya e mio padre, una frase mi è rimasta impressa perfettamente, hanno percepito delle strane presenze nella residenza Køhler da quando gli stranieri sono arrivati i Williams... Più di prima" "Bizzarro, molto bizzarro" mormorò Syel portandosi la mano sotto il mento pensierosa.

"Quella Beatrice mi è sembrata simile a Sofia ragazze" "Ah si Christel?" "Si. Un angelo..." "Teniamo d'occhio anche lei..." terminarono Syel e Astrid.
La notte era ancora giovane. Astrid, Aki e Christel rimasero fino alle quattro al laboratorio con Syel, parlando e divertirsi fra loro, non consapevoli d'essere spiate da una figura scura seduta su un ramo di un'albero vicino.
"Una mezz'elfa..." disse la figura svanendo nell'ombra.
Il nuovo giorno iniziò al casato Steilsson, dove l'attività era iniziata già mattino presto.
I cuochi stavano preparando degli spuntini per l'incontro che si sarebbe tenuto lì a poco, i camerieri e le domestiche stavano facendo accomodare nella sala intrattenimento i primi ospiti: Ivan, Fedrick e Annie, solo loro dato che Agnese, Sofia, Cloe, Gaia e Myrya erano già nella sala.
Astrid e Christel stavano ronfando, ancora, sui propri letti, dato che erano andate a dormire a ora non consona.
Il Conte Phantomhive si presentò alle undici, puntale come al suo solito, con il proprio maggiordomo.
Einar li condusse verso la sala dove si sarebbe tenuto l'incontro, ricevendo per un secondo un occhiataccia da Sebastian.
Arrivati nella sala furono accolti dal caldo e tenebroso sorriso del Conte Steilsson, che li invitò a sedersi per iniziare la riunione.
Ciel non aspettava altro, bramava con tutto se stesso scoprire il perchè il Conte Norvegese l'avesse invitato anche se non si conoscevano minimamente, forse avevano degli "affari" che coincidevano, un obbiettivo uguale . Sicuramente, di qualunque cosa si fosse trattano l'avrebbe scoperto quella mattina stessa.

Nel mentre si teneva la riunione della Nobiltà della Neve, con gli ospiti speciali, Astrid e Christel si erano svegliate, preparate e nutrite pronte per andare insieme a Aki e Syel alla lezione di equitazione di Astrid.

Fra i sotterranei del castello s'aggirava una creatura enorme e senza un briciolo di umanità, una creatura lasciata li poco prima, forse un'ora, per far saltare in aria i piani fra Ciel e la Nobiltà della Neve. La passeggiata dell'essere creato dall'alchimia, fu interrotto da Einer, che gli si parò davanti tranquillo, non aveva paura e nemmeno la chimera dimostrava ira verso di lui, lo conosceva forse.

"Pensavo che non ti avrebbero più mandato, devo riporre più fiducia verso il Lord" subito dopo che Einer ebbe fatto un cenno con la mano, sicuramente un comando, la chimera lo superò dirigendosi verso i piani superiori, pronto per spargere il terrore fra i domestici che, inimitabilmente sarebbero diventati il suo pasto.

Il maggiordomo degli Steilsson non rincorse l'intruso come suo dovere, non gli importava dell'incolumità del proprio padrone Emil, tanto meno quello delle sue due padroncine, ora come ora il suo unico obbiettivo era trovarsi un alibi per quando Emil e gli altri avrebbero visto la chimera.

L'allenamento d'equitazione di Astrid stava trascorrendo veloce, la ragazza e il suo cavallo erano sincronizzati e non sbagliavano nemmeno un ostacolo. Astrid adorava l'equitazione, ci metteva tutta se stessa. A differenza sua sorella mirava nel migliorarsi nelle materie artistiche, come la scrittura, pittura, lettura e... alchimia.

Aki, Christel e Syel erano vicino al granaio del maneggio, vedevano gli allenamenti dell'amica. Christel era sdraiata e vedeva il cielo, in quel giorno di un azzurro limpido, senza una nuvola in cielo, non le piaceva. Syel ed Aki erano vicino a lei, discutevano della bravura di Astrid, i loro due cuccioli stavano vicino alle proprie padroncine, sorvegliando la loro incolumità.

La bionda s'alzò andando a fare due passi li vicino, accompagnata dalla sua fidata alca impenne, Pit. "Chissà di che stanno discutendo oggi, eh Pit?" chiese al pinguino, sapeva che non poteva rispondere ma le piaceva parlare con lui, sfogarsi e divertirsi, era un po' da folli ma le piaceva. Lei si riteneva diversa dagli umani, anche se lo era per una parte. Ormai sapeva tutto sulle creature soprannaturali, dalle fate agli esseri superiori chiamati Shinigami, ma l'essere che l'incuriosiva di più era l'essere umano, un essere che a differenza delle creature soprannaturali può essere corrotto. Bhe effettivamente anche gli angeli possono scegliere se tradire o meno Dio, così come loro le streghe possono decidere se fare del bene o male, ma gli esseri umani non lo decidevano da se, se non in casi estremi, ma venivano sempre tentati da forze che nemmeno conoscevano. Ma l'avarizia umana, come rimembrava il padre alle due Steilsson, non ha limiti, è pronta perfino ad uccidere per raggiungerei propri scopi.

Christel si definiva essere umano per metà, il suo piccolo segreto l'aveva non solo salvata da morte certa ma anche cambiata, facendole vedere già dalla tenera età la superbia e avarizia umana.

Percosse un bel pezzo a piedi ma si fermò notando ai suoi piedi un piccolo fiore di Rododendro. Lo studio, cercando di rimembrare cosa significasse, per dei minuti per poi sgranare gli occhi e correre dalle altre due amiche.

Sapeva che alcune specie di questo fiore, essendo velenose, indicavano cautela e pericolo. Fortuna che non l'aveva fatto ingerire da Pit, la tossicità del fiore poteva provocare la morte degli animali da pascolo, Pit non l'era ma Christel non voleva rischiare.

Tornata con il fiato in gola dalle due amiche mostrò il fiore trovato, subito Syel s'allarmò mentre Aki si tappò il naso per colpa del forte odore provocato dal fiore.

"Io vi aspetto in carrozza" Christel scattò correndo verso la carrozza e salendoci, le tre amiche non si fecero attendere e subito partirono verso la propria dimora.

Alla Villa tutte le creature soprannaturali presenti percepirono la chimera. Sebastian riferì la presenza dell'essere al proprio padroncino, che sorrise superbamente "Lasciate che ci pensi Sebastian al piccolo intruso" chiese quasi sapendo cosa stesse per dire Emil, "Va benissimo Conte, ma la prego di accettare l'aiuto di Myrya" "Come desidera lei, io sono solo il vostro ospite, sarebbe da scortesi prendersi troppe libertà" fini Ciel bevendo il tè.

I due demoni si diressero all'uscita della sala, fianco a fianco. "Come i vecchi tempi?" "Credo proprio di si Sebastian" sorrise Myrya aprendo la porta ed uscendo, con la sia solita sensualità, proceduta da Sebastian che chiuse la porta dietro di lui.

Black Butler: Book of MemoryNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ