At noon: il maggiordomo, hobby malsano

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I Williams si erano già abituati alla villa del Duca Køhler, al clima Norvegese e agli amici del Duca, anche se Giselle trovava irritanti le due Steilsson, l'odiava le trovava... Superiori a lei. No, no, no!! Nessuno poteva osare essere superiore a lei, lei era perfetta! Era dolce, ruffiana, , calcolatrice, bambinesca. Ovviamente realmente era anche avida, sadica, calcolatrice.

I genitori le avevano permesso qualunque cosa da quando era nata: giochi, domestiche, fiori introvabili e anche un angelo decaduto e degli elfi dell'oscurità. Non avrebbe mai immaginato che quello stolto di Peter/ Artoù si sarebbe ribellato a lei, o meglio a Beatrice, e fosse andato con il loro nemico giurato, il Conte Phantomhive.

Cosa voleva ancora questa bambina viziata?? Beh il potere! Il potere di governare tutti, di ordinare, di possedere la vita di innocenti nelle sue mani. Era avida fino al midollo, questo particolare aveva attirato oltre a Beatrice Undertaker.

Lui aveva modificato, o a detta sua migliorato, Fabian quando gliel'avevano chiesto. E perché si era messo in mezzo a una faccenda che non lo riguardava? Per puro e sadico divertimento.

Giselle spalancò la porta dello studio di Bertram, facendolo sobbalzare dalla propria poltrona, scagliandoglisi addosso, "Dove è la mia chimera?!" sbottò la piccola seccata, "Non è ovvio?? Ho ordinato a Margit e Kasper di spedirla a creare il caos al ridicolo convegno di Emil". Bertram ricevette uno schiaffo da Giselle, che adirava gli abbaiava addosso, quella chimera era sua! Nessuno poteva toccarla.

Il Duca non ne poteva più delle lamentele della bambina, s'alzò di scatto prendendola per il collo, stringendo la presa ogni volta che la ragazzina tentava di liberarsi. "Non mi importa se era o meno tua! Se Beatrice e Naira obbediscono a te! Se sei un avida schifosa! Ma non osare non portarmi rispetto marchesina dei miei stivali!", la lasciò camminandogli vicino e sorpassandola, avviandosi verso la porta, "Tu non vali nulla per me e non mi fai paura. Non mi importa dei tuoi avidi ideali. So solo che, se oserai non portarmi rispetto o non mi obbedirai farò uccidere la tua odiosa domestica, tuo padre e tua madre, ammirerò la tua disperazione divorarti fino a corromperti, lasciandoti al tuo schifoso destino di diventare un demone privo di volontà, facendoti uccidere da me stesso... Comprendi?" Bertram terminò l'inquietante minaccia con un sorriso spensierato, uscendo dalla stanza dopo che Giselle aveva bisbigliato un si.

Bertram stava percorrendo i bui corridoi della propria villa, riflettendo sul da farsi, ora che il Cane da Guardia della Regina si era alleato con la Civetta delle Nevi non si poteva permettere errori, e non l'avrebbe commessi, era troppo preciso per permetterseli. Erano passati due anni da quando aveva fatto la conoscenza del Conte Steilsson e delle due sue, "deliziose" , figlie, da subito percepiva qualcosa nell'uomo che gli faceva gelare il sangue ma che al contempo l'attraeva. La sua coscienza gli ripeteva di allontanarsi dagli Steilsson, di non averci più nulla a che fare, che se si fosse immischiato nella vita dell'uomo avrebbe avuto solo guai. Ma ahimè, il giovane Duca ignorò del tutto la sua coscienza, facendosi trascinare da quelle succulente tentazioni, che lentamente lo stavano facendo precipitare in una dolce follia.

Arrivato nel proprio salone s'avvicinò a comodino, dove sopra era appoggiato un candelabro, fissandolo per qualche minuto. Stava ammirando quel pezzo d'antiquariato come se fosse un trofeo, nemmeno lui si chiedeva il perché non spingeva uno dei bracci dello stesso, così che il varco che dava alla sua "collezione" s'aprisse.

"Voglio lui..." mormorò prima di fare l'azione pensata il precedenza. Velocemente abbassò il braccio del candelabro aprendo così il varco, avviandosi verso la sua collezione.

Bertram possedeva una collezione invidiabile quanto bizzarra, ovunque andasse riportava una particolarità del paese stesso, non importava quando grande o piccola fosse. La sua collezione comprendeva specie mai penate esistenti nella realtà, ma solo nelle fiabe o nei vecchi racconti tramandati oralmente: il Duca Kohler collezionava creature soprannaturali.

La stanza dei suoi "trofei", così li chiamava, era costituita da una stanza con alle pareti enormi teche, contenenti gli esseri in ibernazione.

Si fermò davanti una parete composta da quattro teche vuote, riservati al punto forte della sua collezione. "Conte Steilsson, Principessa Leina Myrya, David Leipä, Conte Ivan II Oxenstierna non preoccupatevi... Presto sarete miei e queste teche non patiranno più la solitudine".

Il ragazzo terminata la frase fece per andarsene ma, a metà strada, notò che una delle teche riservate alla fata del vento, era vuota. "Dannazione".

Oscar si era intrufolato nel passaggio segreto attivato da Christel e stava spiando tranquillamente la discussione dei presenti.

"Chris cosa devi riferirci?" chiese serio Ivan, toccando tutte l'ampolle presenti nella stanza, "Primo, giù le mani dalle mie cose Ivan; secondo... Ieri notte mentre tornavo a casa con Aki e Astrid abbiamo preso con noi una creaturina ferita" "Quante volte devo ripeterti di non accogliere esseri estranei" la rimproverò Ivan, venendo fermato però da Fedrick che, serio, fece un respiro profondo chiedendo poi a Christel chi avesse salvato.

Una fata, questa era la creatura che Christel aveva salvato. Piccola come era non era stato difficile trasportarla fino alla villa senza farlo notare alle amiche, che ora la stavano chiedendo perchè non glie l'avesse detto prima.

"Una fata, maestro da quasi un secolo non ne vedeva una, se non erro" "Allison come l'hai chiamato?" chiesero Syel, Aki, Astrid e Christel all'unisono, "Abitudine ragazze" si corresse Allison accarezzando la piccola fata con un dito.

"Appena mi sono svegliata stamani le ho portato del cibo e dell'acqua. Era sveglia e mi ha ringraziato del soccorso, rivelandomi come si chiamarsi Fanny e che proviene dal... Regno di Polonia, o meglio dalla Polonia del Congresso" "Come sarà arrivata fino qui?" si domandò Aki annusando Fanny.

Ebbe inizio una lunga discussione composta da domande su domande, prive di risposta.

Fanny si svegliò a causa di quel chiacchiericcio, stropicciò gli occhi sbadigliando e mettendo a fuoco l'ambiente circostante.

"Christel..." mormorò nascondendoglisi dietro, "Ah Fanny, mi spiace d'averti svegliata, come ti senti ora?" nessuna risposta si sentì, era comprensibile la creaturina era timida, e Christel ne era a conoscenza, quindi non avrebbe risposto a le domande riservatoglisi con tutta quella gente intorno.

"Forse è meglio che togliamo il disturbo ragazzi" "Ma Allison" Ivan non terminò la frase che, sia lui che Fedrick, fu trascinato dalla ragazza verso l'uscita.

Rimasero solo in quattro. Fanny, trovandosi più a suo agio, si fece avanti posandosi sulla mano di Christel, pronta a raccontare da dove venisse.

"Come saprete provengo dalla lontana Polonia del Congresso, precisamente dalla foresta di Białowieża" "Quella foresta vergine" "Non voglio essere interrotta!" tuonò seccata la fata, falciando Aki con lo sguardo, "Continui la seguiamo" disse Syel con voce candida, "Qualche mese fa fui portata via da un essere avido... Voi lo conoscete già purtroppo" "Spero non sia chi penso", la speranza di Astrid fu spezzata quando Fanny pronunciò quel nome che tutte e quattro odiavano, "Bertram Køhler".

Oscar aveva origliato tutto il discorso e stava tornando da Snake, che avrebbe riferito ciò che Oscar gli avrebbe detto a Ciel e Sebastian.

Ciel lasciò il castello del Conte Steilsson verso le quattro, in tempo per il Te time pomeridiano.

Rincasato alla villa si buttò sul divano della sala, prendendo la tazza, fumante di tè caldo, e bevendo.

Snake entrò nella stanza con Oscar, pronto per riferire i sibili?? Di Oscar al proprio padroncino.

"Smile prima Oscar si è infiltrato come ordinato nel castello, dice Emily" "Bene ha scoperto qualcosa??" "Si, dentro la camera della figlia minore del Conte è presente una stanza segreta, adibita da laboratorio alchemico. Lì dentro teneva una creatura magica, una fata, che era stata prigioniera del Duca Køhler, dice Oscar" "Altro?" "No, dice Oscar". Ciel ringraziò Snake concedendolo e sdraiandosi.

"Cosa ci faceva quel moccioso con una fata?" pensò ad alta voce Ciel, sapendo che avrebbe dovuto mandare Sebastian a perlustrare la villa Kohler, "Che caso irritante".

Black Butler: Book of MemoryWhere stories live. Discover now