At night: il maggiordomo, ultimi preparativi

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Il piccolo Artoù si svegliò più scombussolato di prima. I suoni li percepiva a malapena ed ovattati, mentre la vista si stava schiarendo a poco a poco.

S'alzo per uscire e passando davanti lo specchio si rese conto di essere nella sua vera forma, "Ma quando" mormorò tornando umano e, rendendosi conto di trovarsi in un luogo a lui estraneo, iniziò ad ansimare facendosi prendere dal panico.

Dove era? Come era arrivato li? Perché era lì?

Aprì la porta sbirciando se qualcuno passasse per il corridoio. Via libera. Inalò più aria possibile per poi rigettarla di un fiato, correndo verso la prima che collegava il corridoio al salone.

Ma una stretta sul polso lo costrinse a fermarsi, negandogli di scappare. Non era una stretta forte ma delicata che non voleva fare del male.

"Artoù giusto??" il piccolo tentenno prima di rispondere un lieve si, temendo di essere punito o altro. Sofia sorrise semplicemente, conducendolo alla sala da biliardo dove, oltre alla Nobiltà della Neve, si erano accomodati Ciel, Sebastian, Christel. Alison, Dafne, Syel ed Aki.

Il piccolo elfo era curioso conoscere quale fosse il nome della fanciulla con far sereno gli rispose "Sofia Knights". Sofia aprì le porte della sala, entrando con Peter dentro, lasciandolo poi davanti a Ciel.

Il giovane Conte Phantomhive incrociò lo sguardo del proprio servo, sorridendo prima di giocare a biliardo e vincere con una sola azione, come a suo solito.

"Sei tornato Peter. Emily ha visto tutto e riferito a Sebastian, sii felice che ti abbia visto senno ti avrei fatto uccidere". Tale confessione fece rabbrividire Peter, Astrid, Allison e Agnese mentre le tre Knights e le due McCarntey, conoscendo il suo carattere, non fecero un frizzo.

"Vi ringrazio per la vostra clemenza padroncino" mormorò il piccolo prima di sedersi su una sedia vicino al muro.

Christel, Aki e Syel scrutavano il piccolo elfo con curiosità. Non avevano mai visto un'altro elfo oltre a Emil, ed erano curiose di conoscerlo.

La più aperta, Christel, si sedette vicino a Peter iniziando un discorso con un semplice ciao.

Parlarono per quindici minuti prima che Syel e Aki s'aggiunsero a loro, correndo verso il giardino del castello.

Cloe sorrise a quella ingenua spensieratezza. Addolciva quella situazione critica in cui si trovavano sia la Nobiltà della Neve che il Cane da Guardia della Regina.

Sperava di trovare la fine di quel caso il più presto.

Fanny si catapultò dentro la sala e stremata, osservata con sbigottimento dai presenti, stramazzò a terra.
Astrid la prese fra le mani portandola a riposare nella propria stanza, vegliando insieme a Myrya il suo sonno.

Gaia si era divisa dalle sorelle. In compagnia di Agnese ed Allison si stava recando verso i sotterranei, per analizzare il luogo dove era apparsa la chimera. Sapevano che Agnese aveva dato una sepoltura come si deve alla povera creatura, quindi non c'era rimasta traccia del corpo, ma volevano capire come Einar l'avesse fatta entrare senza essere visto.

Allison stava riflettendo anche il perchè Beatrice conoscesse il suo maestro Merlino, sapeva solo che l'angelo caduto si era recato anni or sono a Camelot, non altro. Ciò che sospettava le faceva venire i brividi: forse Beatrice aveva contribuito alla caduta del regno di Artù??

Gaia e Agnese si fermarono notandola sovrappensiero.
"Allison tutto bene?" "Stavo pensando a Beatrice e il come il mio maestro Merlino, Fedrick, la conosce" "Da come ho intuito Beatrice si è fatta nemici anche nella vecchia Camelot" commentò Gaia, "Forse... Ma volevo chiederlo a Fedrick stesso".
"Siamo curiose anche noi, quando scopri qualcosa diccelo subito Allison" "Certo Agnese".

Arrivarono nel punto dove la chimera aveva inalato l'ultimo respiro. Con un movimento di mano Agnese fece alzare un forte vento, che fece vedere alle tre i momenti passati che l'interessavano.
La chimera stava all'angolo tremante, ferma come una statua, non sembrava volersi muovere. Passarono dei minuto quando notarono la chimera camminare all'indietro fino all'entrata dei sotterranei. Intuirono che il ricordo stava andando a retroso.
Davanti all'essere comparse Einar che la fece mutare in una ragazza.
"Quindi così ha fatto" Gaia scattò andando davanti ai due e girandogli intorno "Ha mutato la creatura", fini la frase iniziata prima ritornando dalle amiche.
Allison appoggiò l'amica convinta da ciò che aveva visto.
Soddisfatta Agnese schioccò le dita e subito il ricordo svani. "Bene almeno sappiamo che è entrata dall'interno con l'aiuto di quel verme." disse Agnese guardando Gaia ed Allison negli occhi, "Ora vediamo i momenti precedenti al rapimento di Emil" "Cosa vuoi fare Agnese?" chiese Gaia confusa dalla scelta dell'amica, "Ho la sensazione che Einar è stato aiutato a rapire Emil. Emil è un elfo delle stelle potente, nonché uno dei cinque sacerdoti" "Ex sacerdote" la corresse Gaia, "Ex o non non cambia Gaia" "Insomma quello che vuoi dire e che ti puzza che una checca come Einar l'abbia steso" "Esatto Allison".
"Allora andiamo" così come pensato le tre lasciarono i sotterranei andando verso l'ufficio del Conte.
Ciel era tornato nella propria villa, senza Alison e Dafne che si erano fermate al castello. Si gettò sulla comoda poltrona dell'ufficio esausto, poggiò una mano sulla fronte tirando indietro i pochi ciuffi che gli ricadevano in fronte.
Quel caso lo stava perseguitanddo da mesi e non vedeva l'ora di terminarlo e tornarsene in Inghilterra. Questo era il suo pensiero fisso ormai. Non ce la faceva più quel caso gli stava prosciugando tutte l'energie.
"Padroncino state bene?" "Si non ti preoccupare. Stilami una lista dei servi e ultimi contati del Duca Kohler" "Come desidera" il maggiordomo fece un lieve inchino a metà busto, per poi svanire dietro la porta.
Il piccolo Conte sfoglio i vari fogli che si era ritrovato sopra la scrivania, era all'estero ma le questioni di Conte dovevano venire svolte. Cane da Guardia della Regina o meno era sempre Conte.
Sebastian sfrecciò per tutta la città, volando letteralmente da tetto a tetto.
Avrebbe condotto le giuste indagini con la stessa meticolosità e perfezione di sempre.
Prima di infiltrarsi nella tana del nemico si assicurò che Beatrice non ci fosse.
Assicurato di ciò iniziò le proprie indagini. Nulla di più semplice. Sarebbe anche bastato sedurre una inserviente per poi estrapolare le informazioni bramate, era un giochetto per lui.
Stava camminando per i corridoi incrociando maggiordomi e cameriere che correvano all'impazzata. La sua attenzione fu catturata dal piccolo Duca che entrava nella sua stanza.
Percepiva qualcosa di anomalo, non umano. "Eppure quando era con il signorino era normale" penso, recandosi davanti alla porta ed origliando. Percepiva all'interno la presenza di due anime, entrambe non umane, attaccate l'una all'altra.
"Murmur... P...Piano" non gli importo cosa erano dovuti quegli ansimi, gli importava solo il nome... Murmur... Eppure il Duca era entrato in quella stanza e una delle due presenze non poteva essere che lui, non si chiamava Murmur.
"Voi chi siete?" la dolce Naira esamino con gli occhi Sebastian che, senza scomporsi, riservo alla ragazza un dolce sorriso. "Sono un nuovo maggiordomo del signorino. Lo stavo seguendo ed è entrato qui dentro. Stavo per bussare quando ho sentito il nome di Murmur". Naira sospirò portandosi le mani ai fianchi rimprovero il povero demone, "Si vede che siete nuovo. Ancora non ve l'avranno spiegato ma il signorino è un demone, Murmur, però a noi si fa vedere con il suo aspetto umano, e quando è dobbiamo chiamarlo Bertram non Murmur". "Devo sapere altro del tornaconto del Padroncino? Un mero maggiordomo deve sapere tutto del proprio padrone, così che non corra rischi" Naira annui spiegando il come Murmur riuscisse a restare sulla terra senza patir la fame, l'inganno degli Williams e Beatrice. La spiegazione esaudiente della giovane soddisfo Sebastian.
Se ne andò da quella villa come era entrato, con tutte l'informazioni che Naira gli aveva fornito.
Pronto per esporle al proprio padroncino.

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