Oreo e senape

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Una domenica, nel tardo pomeriggio, Abigail e Alex se ne stavano comodi sul divano di casa a rilassarsi

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Una domenica, nel tardo pomeriggio, Abigail e Alex se ne stavano comodi sul divano di casa a rilassarsi. Lei aveva testa e schiena appoggiati al fianco di lui, le gambe distese e fra le mani un libro iniziato da poco. Adesso che aveva un po' di tempo libero, aveva finalmente ripreso a leggere, hobby che era stata costretta a mettere da parte quando Lisa era nata.

Alex, invece, oltre a fare da cuscino, aveva una mano poggiata sullo schienale del divano e l'altra aveva il possesso del telecomando. Cambiava canale in continuazione, sospirando ogni due per tre: non c'era assolutamente niente di interessante, solo telegiornali.

Lisa era a casa di Mike e Fanny e sarebbe tornata per cena. I nonni l'avevano portata in piscina.

«E' ufficiale: Amelia è su tutti i notiziari» sbuffò Alex, spegnendo la tv e abbandonando il telecomando su un bracciolo. «Davvero non ne posso più. Quando credi che la smetteranno di parlare di lei e di quello che ha fatto?»

Abigail smise per un momento di leggere, usò un dito per tenere il punto in cui si era fermata. «Non so. Suo padre è una persona importante e per la sua famiglia la faccenda è stata uno scandalo: i giornalisti ci marciano su queste cose, Alex. Ringrazia che abbiano smesso di presentarsi fuori casa nostra»

E detto ciò, tornò al suo libro.

«Tu piuttosto, come stai?» le chiese Alex. Allungò il braccio, spostandolo dallo schienale al ventre di lei; le alzò un poco la maglietta e andò a sfiorarle la pelle morbida. «Non abbiamo parlato molto del bambino»

«In effetti, sembra quasi che l'argomento sia stato sorvolato da quando mi hanno dimessa dall'ospedale, eh?» concordò lei, arricciando il naso. Chiuse il libro e lo adagiò sulle gambe insensibili, poi si abbandonò completamente contro Alex e chiuse gli occhi; lui l'abbracciò.

«Odio chiedertelo di nuovo, ma sei sicura che sia mio?»

Per un minuto fra loro scese un silenzio di tomba. Quella era già la seconda volta che Alex le poneva quel quesito ed Abigail, sospirando, si ritrovò a provare emozioni ben note: ansia, paura, nervosismo.

La prima volta che quelle parole avevano lasciato le labbra di Alex era stata quando lei, dopo un'importante operazione, aveva riaperto gli occhi. Si era guardata attorno, ancora intontita dall'anestesia, e aveva scorto i visi dei suoi genitori: le sorridevano, piangevano dalla gioia. Sul momento, Abigail non era riuscita a ricordare cosa le fosse capitato, ma con l'aiuto di Julia e Curtis i pezzi del puzzle si erano riuniti.

«E c'è una novità!» aveva mormorato Julia, stringendole la mano. Con gli occhi che tornavano a far scorrere le lacrime, aveva poi aggiunto: «Aspetti un bambino, Abby!»

«Un... un... un bambino?» era riuscita a balbettare Abigail in risposta, spostando i suoi occhi stanchi dalla madre al suo ventre. «Sono... sono incinta?»

Julia aveva semplicemente annuito, poi aveva ripreso a piangere. Un'ora più tardi, un'infermiera aveva accompagnato Alex in terapia intensiva. Abigail era rimasta ad osservarlo mentre lui, trovandola con lo sguardo, si era messo a correre per raggiungerla. Anche lui era scoppiato a piangere.

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