E poi il buio

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Un fastidioso bip continuo si insinuò nella sua testa, facendosi via via sempre più forte

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Un fastidioso bip continuo si insinuò nella sua testa, facendosi via via sempre più forte. Il rumore era talmente insistente che ad un certo punto le venne persino da vomitare, nonostante il suo stomaco fosse praticamente vuoto. Come se non bastasse, il suo corpo sembrava non avere forze, come se qualcosa gliele avesse prosciugate.

Sono solo ammalata, tutto qui, fu il suo primo pensiero.

Con ogni fibra del suo essere, Abigail si sforzò di allungare una mano verso destra. Doveva spegnere quella dannata sveglia, oppure sarebbe impazzita con quel terribile bip.

Per una manciata di secondi fece su e giù col braccio, sperando di raggiungere quell'infernale aggeggio elettronico senza doversi alzare del tutto dal letto. Eppure il senso del tatto sembrava diventato insensibile: era come se non fosse più capace di percepire un oggetto solido, reale.

Abigail si spaventò e il suo cuore aumentò la velocità dei battiti. Non sapeva come mai, ma aveva voglia di darsela a gambe.

A quel punto, l'unica cosa da fare era aprire gli occhi e constatare lei stessa che cosa stesse succedendo. Ma l'azione fu complessa, ardua: le palpebre erano pesanti, come incollate e le ciglia le tagliavano la pelle. Provò e riprovò e alla fine, quando riuscì nell'impresa, Abigail si trovò davanti al buio più totale.

Attese con ansia il momento in cui i suoi occhi si abituassero a quell'innaturale oscurità, ma non ci fu verso. Era impossibile vedere e per un attimo ebbe il terrore di aver perso la vista.

«E' solo un sogno» mormorò a bassa voce e in un attimo si ritrovò a ripetere quelle quattro parole quasi fossero un mantra, continuando a tastarsi le palpebre quasi potessero darle una risposta che lei non riusciva a trovare.

All'improvviso, Abigail percepì il freddo. Come un rampicante le si arrampicò addosso, arrotolandosi su braccia e gambe. Ben presto, corde invisibili e gelate le arrivarono al collo, imprigionandola del tutto.

«Aiuto!» chiamò, la voce un po' spezzata e roca.

Nessuna risposta, neanche un sussurro.

Provò una seconda volta e gonfiò i polmoni, prima di urlare: «Aiuto! Vi prego!»

Si chiese dove fosse finita e come fosse finita in quel luogo orribile e spaventoso. Provò a ricordare che cosa le fosse successo, sforzando ogni angolo della sua mente e implorando che i ricordi venissero a galla.

La morsa in cui il gelo la stava tenendo si fece più stretta, spremendo l'aria fuori dai polmoni. Il fastidioso bip aumentò la velocità e Abigail si ritrovò a stringere forte gli occhi.

Che stava succedendo?

Non aveva idea di quanto tempo fosse passato – forse pochi secondi, forse ore, giorni, anni –, ma tutto a un tratto la forza fredda e invisibile abbandonò il suo corpo e Abigail riprese a respirare a dovere. Il rumore incessante, quel bip che le aveva quasi fatto scoppiare la testa, era svanito nel nulla e adesso, una volta riaperti gli occhi, c'era una palla di luce che le fluttuava davanti.

If it's meant to be, it will beDonde viven las historias. Descúbrelo ahora