Grazie papino

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Lisa dormiva ancora quando i suoi genitori entrarono nella camera da letto

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Lisa dormiva ancora quando i suoi genitori entrarono nella camera da letto. Una ciocca di capelli le era finita sul viso e le labbra sottili erano piegate in un grazioso sorriso. Essendo una bambina molto vivace e quasi sempre iperattiva, Lisa era riuscita a scoprirsi nel sonno. In ogni caso, era solito per lei dormire fino a tardi la domenica, quindi quando si sentì chiamare da sua madre, prese a lamentarsi.

Abigail si sedette sul lettino e accarezzò la guancia alla figlia, ripetendole dolcemente che era ora di alzarsi. Nel frattempo, ancora in piedi vicino alla porta, Alex sentiva il cuore battergli sempre più velocemente nel petto; era come incantato, come se stesse assistendo alla scena più bella del mondo intero.

«Lisa, amore» sussurrò ancora Abigail. «C'è una persona che vorrebbe conoscerti»

«E' una principessa?» mormorò Lisa in risposta, tenendo gli occhi chiusi e usando la sua vocina adorabile.

Abigail ridacchiò. «Temo proprio di no, tesoro»

Sbuffando, Lisa aprì gli occhi e si guardò intorno. Quando i suoi occhietti, vivaci e assonnati insieme, incontrarono quelli di Alex, Lisa sorrise leggermente e mormorò un "Ciao". Poi si voltò verso la madre e si allungò per abbracciarla: segno che voleva essere presa in braccio.

Abigail l'accontentò e prese Lisa. Si alzò dal letto con le lenzuola che raffiguravano delle stelle sorridenti e fece cenno ad Alex di seguirla. I tre scesero in cucina in silenzio, Lisa che osservava Alex stringendosi alla madre e Alex stesso che tentava in tutti i modi di non commuoversi.

«Mammina, lui è il nostro vicino, vero?» chiese Lisa, una volta seduta a tavola. Stringeva in una mano la forchetta, mentre l'altra si stava allungando per afferrare lo sciroppo d'acero da mettere sopra i pancake.

Abigail annuì e prese lo sciroppo prima di Lisa. Sapeva che avrebbe combinato un casino, mettendo troppo condimento sui pancake per poi lasciarli lì quasi tutti. Alex si ritrovò a sorridere: quando era piccolo, anche lui era solito comportarsi così.

«Però non è semplicemente un vicino» proseguì Abigail, sedendosi accanto alla figlia. Lisa si voltò di scatto verso di lei e Abigail, sentendosi uno schifo, abbassò lo sguardo e aggiunse: «Alex è... il tuo papà»

«Il mio papà?» ripeté Lisa, guardando prima sua madre e poi Alex.

Alex si ritrovò a trattenere il respiro per qualche secondo. Sentire la piccola dire "Il mio papà" aveva bloccato ogni cosa e il cervello sembrava non voler funzionare. E per qualche motivo, che nemmeno lui riusciva a comprendere, si sentì così felice che pensò di uscire da casa di Abigail per urlare al mondo che era diventato padre, che aveva una figlia e che l'amava alla follia – sebbene l'avesse conosciuta dopo ben quattro anni.

Pochi attimi dopo, il sorriso sul viso di Alex scomparve, lasciando posto ad un'espressione preoccupata. Lisa era scoppiata a piangere, lasciando andare la forchetta che era caduta sopra i pancake ricoperti di sciroppo d'acero.

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