A casa di Alex

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La settimana volò via in un attimo e quel sabato pomeriggio, in preda a una crisi di nervi, Abigail se ne stava davanti al suo armadio in cerca di qualcosa da indossare

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La settimana volò via in un attimo e quel sabato pomeriggio, in preda a una crisi di nervi, Abigail se ne stava davanti al suo armadio in cerca di qualcosa da indossare. Mancavano ancora tre ore alla cena coi genitori di Alex, ma lei era disperata: non aveva idea di quale vestito sarebbe stato più appropriato.

Doveva optare per il lungo o per il corto? Semplice o raffinato?

Maya, la sua migliore amica, la osservava divertita standosene seduta sul letto matrimoniale. Era buffo vedere Abigail così nervosa, in un evidente e disperato bisogno di aiuto. In effetti le sembrava di vedere sé stessa, qualche anno prima, quando lei e Noah avevano ufficializzato il fatto che si erano finalmente messi assieme ad un barbecue con le rispettive famiglie. Sua madre non si era affatto sorpresa.

«Maya» la richiamò Abigail, girandosi verso di lei e incrociando le braccia al petto. «Ti ho chiesto di venire a casa mia per aiutarmi a scegliere un vestito adatto per stasera, non per startene lì sul mio letto a far nulla»

«Al contrario,» replicò Maya, facendo la linguaccia all'amica. «io sto facendo qualcosa»

«Sarebbe?» chiese Abigail, sbuffando.

Maya ghignò. «Ti osservo e mi diverto!»

Abigail afferrò uno dei vestiti che aveva scartato e abbandonato ai piedi del letto e lo lanciò verso la sua migliore amica, facendo scoppiare a ridere quest'ultima. Maya alzò le mani in segno di resa, la raggiunse davanti all'armadio e prese ad osservare i capi al suo interno. Mentre rifletteva su quale poteva essere l'abito adatto per Abigail, si passava dolcemente una mano sul ventre.

«Noah ha tirato fuori altri nomi, sai?» disse, con tranquillità. «Li vuoi sentire?»

«Sono stupidi come gli ultimi che ha proposto? Perché mio nipote, o mia nipote, non avrà un nome idiota» replicò Abigail, puntando il dito.

Da quando il dottore aveva confermato che Maya era in dolce attesa, Noah non aveva fatto altro che pensare ai nomi più strambi da dare al bambino. Nonostante le sue scelte fossero piuttosto orribili, era stupendo vederlo così eccitato: non vedeva l'ora di stringere il neonato fra le sue braccia.

Una sera, lui e Alex erano usciti a bere per festeggiare la gravidanza di Maya. Si erano ubriacati, naturalmente, ma ad Alex era rimasto impresso un momento particolare della serata: Noah che piangeva dalla gioia con una birra in mano, urlando a tutti che sarebbe diventato papà.

«Sophia, Ruby o Daisy se è una femmina» rispose Maya, continuando a guardare i vestiti dell'amica. «Archie, Herny o Jayden se è maschio»

Abigail corrugò la fronte, sorpresa. «Wow! Questi non fanno per niente schifo!»

Maya scoppiò a ridere e annuì, trovandosi d'accordo con lei. Poi, senza dire altro, tirò fuori una gonna blu con dei fiori sparsi qua e là e una camicetta azzurro acqua che posò sul letto, come prima opzione per Abigail. Rovistò ancora un pochino e trovò un vestito lilla corto, al quale aveva intenzione di abbinarci un cinturino nero. La terza e ultima scelta che avrebbe proposto all'amica consisteva in un paio di jeans neri a vita alta, accompagnati da maglietta rosa e larga neutra.

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